Domenica si vota in Emilia Romagna e in Calabria per il rinnovo del Consiglio regionale, e se nella regione del sud l’esito è già annunciato, con la sconfitta del centrosinistra, l’altro appuntamento elettorale prospetta una gara che si concluderà sul filo di lana.

Una sifda, quella in Emilia Romagna, alla quale il centrosinistra prenderà parte senza l’alleato 5 Stelle, che ha deciso di correre per conto proprio sostenendo il candidato Simone Benin. Quest’ultimo non ha alcuna probabilitò di successo, stando agli ultimi sondaggi politici pubblicati prima che scattasse il divieto, ma tra Bonaccini e Borgonzoni è ancora difficile dire chi vincerà.

Un approccio molto diverso comunque, quello che i due candidati, Stefano Bonaccini per il centrosinistra, e Lucia Borgonzoni della Lega per il centrodestra, hanno deciso di avere in campagna elettorale. La Borgonzoni infatti ha catalizzato il desiderio di rivincita della Lega, che non avendo ottenuto il ritorno alle urne dopo la caduta del primo Governo Conte, sembra ansiosa di poter sfruttare ogni occasione per dimostrare da che parte stanno gli Italiani.

L’Emilia Romagna in particolare, storica regione rossa, rappresenta il miglior palcoscenico dal quale gridare all’illegittimità del Governo giallo-rosso. Matteo Salvini ha quindi esasperato il significato politico di una sfida che però è prima di tutto un’opportunità per l’Emilia Romagna di decidere cosa deve essere cambiato e cosa no.

Un aspetto questo che sembra essere passato quasi del tutto in secondo piano man mano che la campagna elettorale di Salvini è entrata nel vivo. Abbiamo anche assistito a momenti non particolarmente alti con i blitz dell’ex ministro dell’Interno a suonare citofoni con telecamere e forze dell’ordine al seguito a caccia di presunti spacciatori, rigorosamente extracomunitari.

Sembra sfuggire che l’Emilia Romagna non vota per stabilire come dovranno essere gestiti gli sbarchi dei migranti, ma su come dovrà essere amministrata una regione che fino ad oggi, dal 2014 se non altro, nel bene e nel male ha avuto come Governatore proprio Stefano Bonaccini.

Ecco quindi, numeri alla mano, almeno 10 motivi per cui un emiliano romagnolo dovrebbe votare Bonaccini alle elezioni regionali di domenica 26 gennaio.

1.Si vota per eleggere il governatore della Regione

L’amministrazione di Stefano Bonaccini ha dimostrato nel corso di questi 5 anni di saper fare. Una dote, quella del governatore uscente che rischia di non avere invece la sfidante leghista, Lucia Borgonzoni, che non ha ancora alcuna esperienza amministrativa.

Bonaccini ha dimostrato di saper essere presente nel territorio in tutti e 328 i Comuni della regione, mentre la senatrice leghista, che nonostante l’incarico nella giunta comunale di Bologna ha conservato anche quello in Parlamento, non sembra essere ferratissima quanto a conoscenza dell’Emilia Romagna, e in un’occasione ha perfino confuso Ferrara con Bologna.

Se Stefano Bonaccini non ha mai mostrato grande interesse per le questioni nazionali, dedicandosi invece a tempo pieno al suo incarico di Governatore della Regione, la Borgonzoni nell’ultimo anno non ha preso parte a nessuna seduta nel Consiglio comunale di cui fa parte, e al Senato ha preso parte solo al 32% delle votazioni.

2.La sanità, tema di importanza fondamentale

Quello della Sanità è sicuramente uno degli aspetti cui un’amministrazione regionale deve prestare la massima attenzione. Negli ultimi 5 anni, la giunta regionale ha ottenuto in tal senso dei traguardi degni di nota, portando l’Emilia Romagna al primo posto per mobilità sanitaria pro-capite.

Il dato, che indica la differenza tra le persone che entrano ed escono dalla regione per curarsi, mostra con innegabile chiarezza quanto lavoro sia stato fatto. L’Emilia-Romagna ha raggiunto questo traguardo con il 10% in più rispetto alla Lombardia, e il 300% in più rispetto al Veneto.

L’Emilia Romagna ha ottenuto il riconoscimento, anche dal precedente Governo, di Regione con il miglior sistema sanitario regionale, ed è anche risultata essere la più efficiente nell’attribuzione e nella spesa dei fondi europei. E per completare il quadro è doveroso aggiungere che si tratta della prima regione ad aver abolito il superticket sanitario.

3.In Emilia-Romagna massima efficienza nei servizi al cittadino

In Emilia Romagna il cittadino ha accesso ad una serie di servizi di qualità. Lo slogan della campagna elettorale di Bonaccini recita infatti: “se l’Italia somigliasse di più all’Emilia-Romagna sarebbe un Paese migliore”.

Un modello, quello dell’Emilia Romagna che non tutti indicano come esempio da seguire, e che spesso viene bollato dalle destre come “sistema di potere”. Un sistema che però funziona e che se venisse replicato in altre regioni italiane sarebbe solo un bene per i cittadini.

Bonaccini ha anche abbattuto le rette degli asili nido regionali, e ora la sua giunta sta cercando di raggiungere un altro importante obiettivo, quello di azzerare le liste d’attesa per poi rendere gratuito il servizio.

4.La questione delle tasse

Se l’abbassamento delle tasse è sempre stato un cavallo battaglia dei partiti di centro-destra, e Salvini continua a proporre lo slogan “meno tasse per tutti” che fu di Silvio Berlusconi prima di lui, l’amministrazione Bonaccini ha dimostrato di aver già lavorato sodo in tal senso.

Negli ultimi 5 anni infatti in Emilia-Romagna la pressione fiscale è stata ridotta dal 6,62% al 5,92%.

5.Emilia-Romagna e occupazione

Quello della disoccupazione è senza dubbio uno dei più grossi problemi in Italia, ma per quel che riguarda l’Emilia Romagna le cose non vanno poi così male. Negli ultimi 5 anni il tasso di disoccupazione risulta essere dimezzato e la Regione ha raggiunto un altro importante obbiettivo con un primo posto quanto ad occupazione femminile.

Il tasso di occupazione dell’Emilia Romagna è al 71,3%, mentre la media nazionale si aggira intorno al 59%. Eccellenze negative invece si trovano in Sicilia, con il 44,1%, Campania (45,3%), Calabria (45,6%) e Puglia (49,4%).

6.L’Emilia Romagna locomotiva d’Italia

Ottimi anche i risultati raggiunti con l’export. Anche in questo l’Emilia Romagna eccelle rispetto alle altre regioni d’Italia essendo la prima in termini assoluti come export pro-capite, superando anche il Veneto che conta circa 500 mila abitanti in più.

7.Il turismo

L’Italia vive di turismo, ed è dovere di ogni amministratore fare in modo che le bellezze della sua regione siano conosciute nella Penisola e fuori.

Durante l’amministrazione di Bonaccini il numero di presenze turistiche in Emilia Romagna è passato da 45 a 60 milioni. A tal proposito non è apparsa particolarmente brillante la proposta di Lucia Borgonzoni che per incrementare il dato ha pensato all’istituzione di un assessorato apposta, quello al turismo, che in realtà già esiste.

8.La cultura

Posizioni nettamente diverse quelle di Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini quanto al tema della cultura. La candidata leghista dichiarò di non leggere un libro da anni, così come Giulio Tremonti, ministro dell’Economia della Lega con Berlusconi dichiarò che “con la cultura non si mangia”. Bonaccini intanto ha triplicato i fondi regionali per la cultura.

9.L’efficienza dei trasporti pubblici in Emilia Romagna

Un aspetto molto importante per valutare l’amministrazione del territorio è sicuramente quello dei mezzi pubblici. Il rapporto qualità efficienza la dice lunga sul lavoro svolto in tal senso in Emilia Romagna.

Bonaccini ha reso gratuiti i bus nelle città di arrivo e partenza per i pendolari residenti in Emilia-Romagna abbonati al servizio ferroviario regionale, con l’obiettivo per i prossimi cinque anni di rendere gratuiti i mezzi pubblici per tutti i minori di 20 anni.

10.La voce dell’Emilia Romagna

È molto importante che un amministratore sia in grado di dare voce alle necessità degli abitanti della regione, facendo valere i loro diritti e le loro ragioni nei palazzi della politica della capitale.

La Lega parla spesso di autonomia delle regioni, che permetterebbe di fatto alle amministrazioni regionali di gestire il denaro derivante dalle tasse locali, senza che il governo centrale debba necessariamente dare prima la sua approvazione.

Stefano Bonaccini ha già avanzato da tempo un progetto di autonomia per l’Emilia Romagna ed è da 4 anni il presidente della Conferenza delle Regioni, di recente confermato anche se la maggioranza delle regioni è di centrodestra, a dimostrazione della sua innegabile validità come amministratore.

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