Non c’è stato bisogno di espellere Michele Nitti e Nadia Aprile, visto che hanno deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle per andare a nutrire le fila del gruppo misto. Non avevano rendicontato nè restituito quanto stabilito dallo statuto per tutto il 2019, i due parlamentari grillini, che non sono certo i primi e sicuramente non saranno nemmeno gli ultimi a lasciare un M5s allo sbando totale.

Sia Michele Nitti che Nadia Aprile erano stati eletti alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale della Puglia, ed erano tra gli oltre 30 parlamentari finiti nel mirino dei probiviri per non aver restituito quanto dovuto per tutto il 2019.

Lo statuto del M5s parla chiaro, ma a giudicare dalla diaspora in corso, che riguarda quasi sempre chi non va tanto d’accordo con le restituzioni, la sua applicazione lascia molto spazio di manovra. Certo si rischia l’espulsione, e con essa la possibilità di continuare a sedere tra i banchi del parlamento, tra quelli del gruppo misto ad esempio, o di un altro partito qualsiasi. E sembra che questa prospettiva non spaventi più di tanto, anzi.

Si sono auto-espulsi, se così si può dire, Michele Nitti (commercialista) e Nadia Aprile (direttore d’orchestra), e continueranno a percepire l’intero lauto stipendio che hanno percepito per tutto il 2019. Solo che ora nessuno li importunerà pretendendo il rispetto dell’impegno preso con la forza politica che li ha portati in parlamento, né di quello preso coi cittadini che li hanno eletti.

33 parlamentari a rischio espulsione per mancate restituzioni

È dall’inizio di gennaio che i probiviri hanno messo nel proprio mirino 33 parlamentari del Movimento 5 Stelle, ma tra di loro quelli più a rischio sarebbero in 8, uno dei quali era proprio la Nadia Aprile che ha lasciato il Movimento 5 Stelle per approdare al gruppo misto.

Tra i parlamentari del M5s che hanno preferito tenersi stipendio, diaria e tutto invece di rispettare lo statuto del MoVimento, Nadia Aprile appunto, di 57 anni. La direttrice d’orchestra rientra nella categoria dei cosiddetti “supermorosi”, nella quale troviamo in tutto 14 parlamentari che non hanno (ancora) restituito niente per tutto il 2019.

Tra i parlamentari a rischio espulsione troviamo anche Luigi Acunzo di 43 anni, Santi Cappellani, 29 anni, deputato, anche lui nell’elenco dei “supermorosi” insieme a Paolo Nicolò Romano di anni 35, Lello Ciampolillo, 47 anni, sotto processo dei probiviri anche per le sue posizioni sulla xylella. Quest’ultimo non solo non ha rendicontato nulla per tutto il 2019, ma ha anche rendicontato molto poco per tutto il 2018, almeno stando a quanto riportato sul sito tirendiconto.it.

Altri nomi di parlamentari ad alto rischio espulsione sono quelli di Mario Giarrusso, 54 anni, Andrea Vallascas, 44 anni e Flora Frate, 36 anni.

Il meccanismo delle restituzioni del Movimento 5 Stelle è semplice tutto sommato, e non lascia tanto spazio all’interpretazione. Prevede che dello stipendio da parlamentare che è composto da più voci, tra cui 3.600 euro circa per collaboratori ed eventi, e 3.600 euro per affitti e diaria, che sono decurtati in caso di assenze, all’eletto in parlamento spettino ‘solo’ 3.000 euro al mese, mentre il resto deve andare in spese o restituito, e rendicontato sull’apposito sito del MoVimento. Il minimo da restituire al mese è di 2.000 euro.

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