Un concerto simile a quello che si tiene il primo maggio in piazza San Giovanni a Roma, ma se quello ha una connotazione “di sinistra”, quello che si è svolto a Bologna in piazza VIII agosto ha la spiccata caratterizzazione dell’anti-sovranismo. È quello il collante che ha riversato tra le 35 mila e le 40 mila persone in piazza a far sentire la propria voce e la propria musica.

Gli organizzatori parlano di questi numeri con grande soddisfazione. Un evento che si è rivelato da questo punto di vista un innegabile successo. La piazza prescelta per il concerto organizzato dalle Sardine era già piena nel primo pomeriggio. Dalle 14:30 in poi la gente ha iniziato a popolare piazza VIII agosto per prendere parte ad un evento che sarebbe ufficialmente cominciato solo intorno alle 23.

Una sorta di maratona anti-fascista, per quanto il fascismo sia ormai ridotto, dal punto di vista politico, a pochi esemplari in via di estinzione. Ma è in questi termini che viene vissuta questa sfida elettorale in Emilia Romagna da parte di chi spera nella riconferma del candidato del centrosinistra, Stefano Bonaccini.

La Lega di Salvini, per il Movimento delle Sardine e per i 40 mila che sono scesi in piazza, è il ‘fascista brutto e cattivo’, una narrativa che si presta alla perfezione, e che convince. “È una svolta” proclama il portavoce e co-fondatore Mattia Santori “si può battere la bestia del sovranismo. Quello che sta avvenendo in piazza è fisico, inoppugnabile, non manipolabile. Un’alternativa c’è”.

Sul palco salgono molti artisti, uno di questi di grande impatto simbolico visto il carattere dell’evento, Francesco Guccini, immortalato poi insieme ad alcune “sardine” tra cui lo stesso Santori. Ed è proprio Guccini a parlare delle sardine come di “un raggio di sole”.

Per completare il quadro rievocativo della “lotta partigiana”, arriva poi il contributo dal palco di Manuel Agnelli degli Afterhours, che legge le parole del gerarca nazista Hermann Goering, mostrando la spaventosa attualità del concetto che esprimono, se si pensa al clima alimentato spesso dalle parole usate da alcuni leader politici ai giorni nostri.

Le Sardine tra palco e realtà

“Le piazze continuano ad essere piene” proclamano gli organizzatori “quello che vediamo sul web non corrisponde a verità. Se Salvini perdesse sarebbe dirompente perché la sconfitta sarebbe stata aiutata da una forza di piazza che ha speso zero euro. Oggi è un cambiamento per noi ma tra una settimana potrebbe cambiare l’inerzia politica sovranista”.

C’è poi l’appuntamento, ancora in forse, a Bibbiano, dove la Lega, pur essendo arrivata dopo, è riuscita a farsi concedere dalla questura l’uso della piazza principale. “Giovedì 23 andiamo a Bibbiano perché vogliamo capire com’è Bibbiano senza vedere un meme che Borgonzoni ha pagato 5 mila euro per vincere le elezioni” dice Mattia Santori, ma l’appuntamento non è confermato. La decisione definitiva sarà presa proprio nella giornata di oggi in un’assemblea delle Sardine a Bibbiano stessa.

Le prime note dal palco arrivano già alle 15:30 con l’inno delle sardine 6000 (siamo una voce), opera del cantautore di Ravenna MaLaVoglia. “Siamo l’Italia che si sta rialzando, spargete la voce stiamo arrivando” proclama l’inno delle Sardine.

Alle 16:30 prende la parola lo studente Moussa Molla, originario del Benin, giunto in Italia nel 2015, dove è rimasto grazie all’ospitalità di una famiglia bolognese dell’associazione Famiglie Accoglienti. “Sono qui per dirvi che gli uomini camminano ma le parole sono veloci, ci raggiungono ovunque. Queste parole in Benin mi sono venute a cercare: diritto d’asilo c’è scritto sulla Costituzione, parole che rendono uomini uguali.”

E lo studente racconta “così ho preso mie scarpe da ginnastica e poi il gommone ma nemmeno in mezzo al mare avevo paura, le parole mi aiutavano, ho visto i compagni morire. Se non volete sentire le nostre grida e non vedere le nostre ferite, date ascolto ai vostri padri che hanno scritto la Costituzione“.

Usa invece le parole di Lucio Dalla l’attrice Matilda De Angelis “siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri, come è profondo il mare… è inutile, non c’è più lavoro non c’è più decoro… come è profondo il mare” e poi incoraggia la piazza, gridando: “sardine riprendiamoci il nostro mare, andiamo a votare il 26”.

Mattia Santori dal palco: “siamo qui a Bologna per dire che un’alternativa c’è”

Il leader delle Sardine sale sul palco alle 17. “Abbiamo deciso di rimanere nel reale realizzando un grande evento culturale per portare idee, valori, tematiche” annuncia Mattia Santori “la piazza è già stracolma, già 35-40 mila persone: il buon senso, la parola, il non urlare possono ancora pagare. Se riusciamo a fare tutto questo senza un soldo vuol dire che c’è tanta speranza. Siamo qui a Bologna per dire che un’alternativa c’è”.

Si alternano sul palco anche gli Skiantos, che per l’occasione hanno riadattato il loro pezzo “Le sbarbine” il cui ritornello diventa “ci piaccion le sardine”, i Modena City Ramblers che cantano Bella Ciao, e Bandabardò.

Santori poi parla coi giornalisti e sposta per un attimo l’attenzione su un’altra questione importante: “io andrei a votare per vedere cosa è successo nel caso Gregoretti” spiega, riferendosi quindi al possibile processo a Matteo Salvini per i fatti intercorsi al tempo in cui era ministro dell’Interno e vietò lo sbarco dei migranti che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera Gregoretti.

E sempre coi giornalisti affronta il tema dei programmi, peraltro non molto chiari per il momento, delle Sardine. “Perché chiedete a noi dei programmi e non li chiedete alla Borgonzoni che non dice mai quello che vuole fare? Se la Lega vince le elezioni in Emilia non cambia tantissimo, non si andrà a votare fino alla legge elettorale; se invece perde è uno smacco imporeante. La cosa si fa complicata, vuol dire che si può battere la bestia del sovranismo. Quello che sta avvenendo in piazza è fisico, inoppugnabile, non manipolabile”.

L’avvicinamento alla politica si fa sempre più evidente, e se le Sardine hanno dato vita ad un percorso che ai primordi si dichiarava assolutamente apolitico nonostante le tematiche alla sua base, ora è anche la politica stessa che si avvicina alle Sardine, ma non il candidato del centrosinistra.

“Bonaccini? Non l’abbiamo mai incontrato, è l’unico che neanche per vie traverse ci ha cercato” racconta Mattia Santori, che poi rivela invece che “esponenti, anche di spicco, dei Cinque Stelle ci hanno contattato” anche se poi specifica “non Di Maio”.

Un Movimento 5 Stelle che appare sempre più senza identità, con un futuro quanto mai incerto del quale qualcosa si saprà forse con l’incontro degli Stati Generali. Intanto, per quel che riguarda il presente, alle elezioni regionali in Emilia Romagna i 5 Stelle corrono da soli, proponendo il loro candidato Simone Benini, che naturalmente non ha alcuna probbilità di vittoria.

Una scelta, quella del M5s di non appoggiare il candidato del Partito Democratico, che Santori afferma non condividere. “Personalmente non ci sembra sia stata colta l’opportunità politica di questo momento”.

In piazza con le Sardine, Francesco Guccini, gli Afterhours, Ezio Bosso

Erano in tanti a riempire la piazza, e tanti a salire sul palco dell’evento organizzato in piazza VIII agosto a Bologna. Il maestro Ezio Bosso ha partecipato con un video con il quale ha augurato: “buona sardinitudine. Il nostro augurio è divertiamoci nel senso che impariamo a essere diversi e a suonare insieme”.

Ed è la ‘Locomotiva’ di Guccini a introdurre un suo video nel quale l’artista afferma: “l’apparizione delle sardine è stata come un raggio di sole dopo un mese di pioggia o dopo la pioggia su un terreno arido. I politici di sinistra hanno detto: sì, vediamo cosa faranno le sardine, ma hanno già fatto! Hanno dato voce a un mucchio di gente con la quale la sinistra aveva perso contatto, la gente voleva scendere in piazza”.

Gli Afterhours salgono sul palco poco prima delle 20, e Manuel Agnelli legge le parole di Hermann Goering: “È facilissimo far scoppiare una guerra: basta spaventare la gente, imbottirla di paura finché non scoppia il fegato come un’oca, finché non si trasforma in odio irrazionale e sguaiato” parole che commenta così: “io ci trovo qualche analogia, voi no?”.

Interviene anche la giornalista di Repubblica Concita De Gregorio, che legge la lettera di un sindaco con la quale il primo cittadino descrive il suo ideale di sinistra. “La mia sinistra è ogni giorno fatica, non cerca scorciatoie e mangiatoie, lotta per i diritti e libertà” si legge in un passaggio, e ancora “la mia sinistra è sempre esempio ma non vuoto rito di un tempio. È animata da pragmatici idealisti, da chi crede nell’individualismo ma si batte contro ogni forma di egoismo, porta gli altri dentro di sè, la mia sinistra si sente parte prima che di parte”.

E le parole del sindaco continuano a scorrere poi sulle stesse note “la mia sinistra è dare senso al consenso, relazione, condivisione, continua applicazione dentro il cuore di una comune visione, una fresca sorgente aperta, un fragile nido dove riposarsi”.

La musica torna però con Willie Peyote, altro ospite che si esibisce sul palco, e lo fa con i Subsonica “chi dice: ‘non sono razzista ma’ è un razzista ma non lo sa” canta il Peyote, e Alessandro Bergonzoni, che  tiene a sottolineare la differenza nel suo cognome rispetto a quello della candidata leghista, aggiunge: “la politica da sola non basta più, manchiamo noi ma adesso ci siamo per cambiare dentro il nostro ministero degli Interni, non la Costituzione, ma la nostra costituzione interiore”.

“Questo vuol dire prendere posizione” continua poi Bergonzoni “prendere corpo, prendere coscienza e conoscenza” e poi chiede una “carta d’identità per tutti” e ancora un’esortazione “gli esempi sono finiti, dobbiamo diventare noi gli esempi” prima di ringraziare le Ong per il lavoro che svolgono.

“Salvate le nostre anime non solo i nostri corpi. La guerra fa milioni di morti ma fa anche milioni di vivi. A noi sfamarli e accoglierli sempre, sempre, sempre. La guerra è il punto G degli impotenti della terra. Dichiariamo stasera la prima pace mondiale” dice Bergonzoni, enunciando dei propositi intrisi di positività e di altruismo a testa bassa. Un artista deve suscitare emozioni d’altra parte, nessuno pretende che sappia suggerire poi una strada realmente percorribile.

A salire sul palco in chiusura di serata, Mattia Santori, uno degli organizzatori del primo flash mob a Bologna, quello che mirava a portare in piazza 6.000 Sardine contro Salvini, e che poi, due mesi dopo, si era già trasformato in tutto questo.

“Ne è valsa la pena” ha detto Santori dal palco “siamo tornati a fare politica, i nostri cervelli non sono manipolabili e non lo saranno mai. Questa piazza è nata da un flash mob” ha ricordato poi “voi avevate già capito prima degli osservatori politici. Torniamo a votare e a prendere posizione perché alle ultime elezioni c’è andato il 37% ed è anche colpa nostra”.

“La vera forza di questo fenomeno non sono le piazze piene ma la capacità di mettere in relazione, tornare ad accettarci. Dove c’è aggregazione non c’è paura, dove c’è dialogo non c’è populismo. Oggi attraverso l’arte abbiamo fatto politica e la notizia è che se continuiamo così il populismo ha già perso”.

Zingaretti: “da soli si va più veloci, insieme si va più lontani”

Arrivano poi i commenti di una parte del mondo politico. Positivo naturalmente quello del segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che su Facebook ha scritto: “da soli si va più veloce, insieme si va più lontano. Grazie per questa passione e questo protagonismo. Ossigeno per la democrazia nata dalla lotta antifascista”.

Lo stesso candidato del Pd, Stefano Bonaccini, ha dato la sua benedizione all’iniziativa che si è svolta in suo favore. “Da Comacchio mando un grande abbraccio al mare di sardine che hanno invaso piazza VIII agosto a Bologna per una grande festa di musica, spettacolo e politica” ha detto il Governatore uscente, quello che, come ha tenuto a precisare Santori, non ha contattato in privato le Sardine nemmeno per vie traverse.

Non poteva mancare poi il commento di Matteo Salvini. “Ho visto che le Sardine fanno un partito e vogliono cancellare i decreti sicurezza” dice il leader della Lega “chi è contro le forze dell’ordine, chi è contro la difesa del nostro territorio, dei nostri bimbi, è lontano da me. Siamo in democrazia, e quindi domenica prossima anche in Emilia-Romagna si deciderà fra chi vuole cancellare i decreti sicurezza e chi invece crede che la sicurezza sia un valore fondamentale“.

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