Slitta la data del voto della Giunta per le autorizzazioni che era previsto per il 20 gennaio prossimo. “Hanno paura di perdere la faccia” ha subito commentato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini riferendosi in particolare ai 5 Stelle che per il leader della Lega sono “senza onore e senza dignità”.
Il voto per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, che rischia un processo per sequestro di persona per i fatti che hanno riguardato la nave della Guardia Costiera Gregoretti nel luglio 2019, slitta quindi a dopo il 26 gennaio. Era infatti previsto per il 20, ma dal 20 al 24, per via delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, palazzo Madama sarà “chiuso”.
Dal 20 al 24 gennaio infatti ci sarà la sospensione delle attività dell’Aula e delle Commissioni del Senato in vista dell’appuntamento elettorale del 26. Inoltre il M5s ha ritenuto opportuno chiedere un ulteriore approfondimento dell’istruttoria, attirandosi così le parole sprezzanti dell’ex alleato di governo.
La richiesta di rinviare il voto è stata presa dalla maggioranza, secondo alcuni nel timore di fornire alla Lega e al centrodestra ulteriore materiale da propaganda elettorale. Una decisione presa del Movimento 5 Stelle insieme a Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva, dopo la dichiarazione del presidente della Giunta per le Immunità, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
“Italia Viva non ha chiesto nessun rinvio del voto della Giunta per le autorizzazioni” ha tenuto a precisare Davide Faraone, presidente dei senatori di Iv “stiamo semplicemente prendendo atto della decisione unanime della conferenza dei capigruppo di ieri, di sospendere le attività del Senato nella settimana prima del voto in Calabria ed Emilia Romagna. Dovessero esserci altre decisioni le valuteremo con serenità. Eviterei di buttare tutto in caciara politica”.
Gasparri ha infatti espresso la stessa posizione della linea difensiva dell’ex ministro Salvini. Evidenzia infatti le profonde analogie tra gli eventi che hanno riguardato la nave Gregoretti, cui fu impedito lo sbarco dei migranti a bordo, e quelli che hanno riguardato circa un anno prima la nave Diciotti, cui fu fatto lo stesso divieto.
Nel caso della Diciotti la Giunta negò l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, e per la stessa ragione, spiega Gasparri, sarebbe giusto respingere l’autorizzazione a procedere anche per il ritardato sbarco dei 131 migranti che erano sulla nave Gregoretti.
“Si tratta in tutta evidenza di fattispecie del tutto similari ed eventuali enfatizzazioni di aspetti secondari non mutano la realtà delle cose” ha spiegato il senatore Gasparri “pertanto, per le ragioni esposte e in linea di continuità rispetto alle decisioni già assunte da questo organo in questa legislatura, si ritiene doveroso prospettare l’opportunità che la Giunta coerentemente proponga all’assemblea il diniego alla richiesta di autorizzazione a procedere di cui al documento in titolo”.
Un innegabile peso politico lo ebbe, sulla vicenda che riguardò la nave Gregoretti ed il mancato sbarco dei 131 migranti, anche il silenzio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, fa notare ancora Maurizio Gasparri.
“Quindi a prescindere dalla configurabilità o meno di un concorso nel reato del presidente Conte, elemento sul quale la giunta non può, anzi non deve esprimersi, sicuramente è configurabile un coinvolgimento politico governativo di quest’ultimo, comprovato innanzitutto dall’assenza di qualsivoglia presa di posizione contraria sulla conduzione del caso Gregoretti da parte del ministro Salvini e sulle scelte da lui operate” ha spiegato il presidente della Giunta Gasparri.
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