Non piace ai partiti di opposizione, a cominciare dalla Lega di Matteo Salvini, la misura cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle del Reddito di Cittadinanza, ma nemmeno ad una delle forze che sostengono l’attuale maggioranza di Governo, Italia Viva di Matteo Renzi.
Il leader di Italia Viva in realtà non ha mai fatto segreto di voler abolire il reddito di cittadinanza, ed anche in questi giorni è tornato sull’argomento. Stando a quanto reso noto dall’Huffington Post infatti, che ha riportato una intervista rilasciata da Renzi a La Stampa, l’ex premier starebbe puntando a rottamare il reddito di cittadinanza.
Per ora però la misura del Rdc, già presente in quasi tutti i Paesi dell’Ue anche se disciplinata da norme che presentano delle differenze, è sopravvissuta nella manovra economica 2020, e quindi resterà in vigore anche per l’anno nuovo.
Renzi: “il reddito di cittadinanza ha fatto sparire la crescita, non la povertà”
Non è detto però che il reddito di cittadinanza non subisca nel corso dell’anno delle modifiche. Infatti non solo Matteo Renzi ha espresso un parere in tutto e per tutto negativo sulla misura del Rdc, dichiarando che “ha fatto sparire la crescita, non la povertà”, ma anche il Partito Democratico sembra pronto ad apportare qualche ritocco.
Secondo quanto riportato da TGCom24 infatti il Pd starebbe iniziando a fare pressioni sui colleghi del Movimento 5 Stelle per rivedere la legge sul reddito di cittadinanza.
A confermarlo anche il Capogruppo del PD al Senato Andrea Marcucci, che su Twitter mette in dubbio sia la validità del Reddito di Cittadinanza che di Quota 100 scrivendo: “Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sono una eredità del Governo Salvini. Possono anche non essere in agenda revisioni immediate, come precisa Palazzo Chigi, ma è arrivato sicuramente il momento di valutare”.
Le probabilità che Luigi Di Maio, ed in generale il Movimento 5 Stelle, sia disposto a cedere sul Reddito di Cittadinanza sono tuttavia estremamente basse, quindi per il 2020 probabilmente la misura voluta dai 5 Stelle resterà in vigore così com’è, nonostante le pressioni di Renzi e del Pd.
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