Era stato approvato in Commissione Bilancio l’emendamento per la legalizzazione della Cannabis Light, ma il lavoro svolto dalla maggioranza, ed in particolare dai due firmatari della proposta, i senatori M5s Matteo Mantero e Francesco Mollame, è stato vanificato dalla decisione presa dalla presidente del Senato di Forza Italia Elisabetta Casellati.

La Casellati ha infatti deciso di prendere quella che lei ha definito una scelta tecnica, ma che ha chiaramente un significato politico, e ha dichiarato inammissibile l’emendamento sulla legalizzazione della Cannabis Light. In Aula si è scatenata subito la bagarre. La prima reazione all’annuncio fatto dalla Casellati è arrivata dai banchi dell’opposizione, con grande esultanza per una decisione dal chiaro significato politico.

Insomma dove non arriva coi numeri di un Parlamento democraticamente eletto, il centro destra riesce ad arrivare attraverso una figura istituzionale che dovrebbe rappresentare in maniera imparziale l’intero Paese.

Mantero: “uno schiaffo in faccia a 12mila famiglie”

Il primo firmatario dell’emendamento per la legalizzazione della cannabis light ha espresso profonda disapprovazione per la discutibile ma inappellabile decisione della presidente del Senato Elisabetta Casellati.

“E’ uno schiaffo in faccia a 12mila famiglie e all’agricoltura italiana e per questo vi chiedo di vergognarvi” ha detto in Aula il senatore Mantero. Rivolgendosi poi alla Casellati ha aggiunto: “le chiedo di dimostrare che la sua scelta era scevra da qualsiasi pressione dalla sua parte politica di appartenenza e di voler mettere in calendario alla prima seduta utile la richiesta d’urgenza sottoscritta da 50 senatori per lavorare alla modifica della legge sulla canapa industriale che ho depositato a luglio”.

Avvocato Bulleri “valutazione politica e non tecnica”

Alle accuse mosse dal senatore Montero del Movimento 5 Stelle ha replicato poi la Casellati: “le voglio far presente che tutte le mie decisioni sono scevre da condizionamenti politici perché se voi ritenete questo disegno di legge una cosa importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”.

Queste le testuali parole pronunciate dalla Casellati, che sebbene difettino di chiarezza dal punto di vista espositivo, passano un messaggio che chiaro lo è a sufficienza: la scelta era tecnica e non politica. Solo un caso quindi che abbia riscosso così tanto successo tra i banchi dell’opposizione e tra quelli del suo partito di appartenenza, una reazione che la Casellati, in evidente buona fede, senza dubbio non si aspettava.

Secondo l’avvocato Giacomo Bulleri, esperto del settore si tratta di “una valutazione politica e non tecnica, in quanto l’emendamento era conforme alle esigenze produttive e industriali dello Stato. Rappresenta uno strappo istutuzionale“.

Infatti, come lo stesso senatore Mantero sottolinea, l’emendamento aveva la funzione di modificare la legge sulla canapa industriale, stabilendo che i fiori di cannabis possono essere commercializzati, che tutte le parti della pianta possono essere usate, a patto che il contenuto di Thc (il principio attivo dagli effetti ‘droganti’) sia presente in quantità non superiori allo 0,5%.

Gli imprenditori, che avevano basato le proprie attività commerciali sulla produzione e/o distribuzione della cannabis light, non potevano prevedere che si sarebbero trovati implicati in problematiche legate ad un buco normativo di queste proporzioni. Con questo emendamento avevano intravisto una via d’uscita, ed ora si trovano costretti a guardare in faccia una realtà molto diversa.

“Siamo praticamente nel Medioevo” ha dichiarato il senatore Mantero intervistato da Fanpage e ha poi osservato: “questo pregiudizio è molto più grande di quello che pensavo, se arriviamo addirittura a bloccare un emendamento approvato sulla canapa industriale”.

La decisione della Casellati scatena la bagarre in Aula

Le parole di Mantero, che parla di canapa industriale, suscitano ilarità in Matteo Salvini, secondo il quale si tratterebbe di un provvedimento finalizzato alla vendita di droga. Il leader della Lega, sicuramente in buona fede anch’egli, probabilmente non è informato del fatto che una pianta con un contenuto di Thc (che è il principio ‘drogante) non superiore allo 0,5% non produce alcun effetto ‘drogante’ appunto.

Quando ha preso la parola il senatore Salvini ha subito ringraziato la presidente del Senato di Forza Italia che ha dichiarato inammissibile l’emendamento approvato dalla maggioranza. “Ci tengo a ringraziare tecnicamente il presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in tutta Italia e a nome delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna di uno Stato spacciatore di droga previsto da una manovra economica in questo Paese”.

Peccato che nessuna comunità di recupero si sia mai occupata della dipendenza da cannabis light, così come nessun centro per la disintossicazione dall’alcol ha mai dovuto prendersi cura degli accaniti consumatori di birra analcolica.

Può trattarsi di disinformazione o di mala fede. Sono l’una o l’altra a prevalere tra i banchi dell’opposizione, dai quali arrivano accuse che spaziano tra il ridicolo e il grottesco. Il senatore Pillon della Lega ha iniziato a inveire contro il senatore Mantero gridando: “vergognati, la droga ai ragazzini volete dare!”.

Quella “droga ai ragazzini” di cui parla Pillon sarebbe sempre la cannabis light con il contenuto di Thc che non supera lo 0,5%. Insomma se si esagera con la cannabis light ci sono molte meno probabilità di “sballo” di quelle che si hanno facendo una scorpacciata di Mon Chéri, giusto per capirsi.

Poi quando prende la parola il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci, che ribadisce l’intenzione dell’esecutivo di lavorare negli interessi del Paese, viene bersagliato da insulti provenienti dai banchi di Fratelli d’Italia, con il senatore La Russa che inveisce urlando: “drogato!”

Airola: “la canapa industriale non ha potere drogante”

A spiegare ai colleghi dell’opposizione cosa siano le droghe e cosa sia invece la cannabis industriale ci prova Alberto Airola del M5S:la canapa industriale in realtà non ha potere drogante” e rivolgendosi poi alla Casellati “questa sua presa di posizione sarà tecnica ma ha una forte influenza politica, tant’è vero che ha scatenato l’applauso di persone, non dico ignoranti, ma quanto meno in malafede o disinformate”.

L’apice però si raggiunge con le dichiarazioni di Luca Ciriani. “Avete in mente di creare posti di lavoro attraverso la coltivazione della Cannabis, e poi avremo la cocaina, che se legalizzata potrebbe garantire molti posti di lavoro, migliaia di posti di lavoro, decine di migliaia di posti di lavoro”.

Ecco, le dichiarazioni di Ciriani fanno riflettere, ma sono difficili da commentare tanto appaiono ridicole a chi non brancola nella più totale ignoranza in materia. Proviamo a ripassare un po’ di storia. Erano gli anni ’30 quando negli USA si dichiarò guerra alla cannabis, una pianta che ha tantissime proprietà e una infinita varietà di utilizzi possibili, uno dei quali è quello a scopo ricreativo.

Si decise quindi di farla passare per droga e si avviò una campagna di demonizzazione che comprendeva la messa in onda di filmati di sensibilizzazione in cui alcuni attori inscenavano un teatrino tanto grottesco quanto irreale. La scenetta vedeva alcuni giovanotti intenti a fumare cannabis per poi impazzire letteralmente sotto i suoi demoniaci effetti. Ne conseguivano accoltellamenti, violenze sessuali, suicidi.

Ora sempre più Stati USA stanno approvando la legalizzazione della cannabis, e non solo di quella con un basso contenuto di Thc. Intanto in Italia il centrodestra è fermo agli anni ’30 e chiama droga la cannabis light, cioè una sostanza che non ha effetti droganti per via del bassissimo contenuto di Thc. Quasi 100 anni di ritardo insomma, sarà per questo che Salvini rideva.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.