E’ stato finalmente raggiunto un accordo all’interno della maggioranza sulle modifiche che riguarderanno il trattato Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) di cui tanto si è dibattuto in questi giorni, con critiche interne all’esecutivo e accuse pesanti da parte dell’opposizione, provenienti in particolare da Lega e Fratelli d’Italia.
E proprio a queste ultime si riferiva Conte quando ha commentato l’accordo raggiunto dalla maggioranza. “Un dibattito portato avanti in modo confuso rischia di indurre il sospetti, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell’impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità: questo sì che sarebbe un modo per danneggiare il risparmio degli Italiani”.
Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato alla Camera che in occasione del Consiglio europeo di domani e dopodomani la maggioranza di governo voterà la risoluzione con cui gli viene dato mandato di portare avanti il negoziato seguendo la cosiddetta logica di “pacchetto”.
A tal proposito il premier sottolinea che il trattato a fronte delle modifiche “non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito dello Stato” e che in ogni caso “l’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile”.
Non sarebbe tanto la ratifica delle modifiche del trattato Mes a dover preoccupare il Paese, chiarisce poi Conte, che invece punta il dito contro l’opposizione. “Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani” ha avvertito il premier “tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno svelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione Europea”.
E ancora “se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé”.
Poi a coloro che in più occasioni lo avevano accusato di aver fatto accordi in Europa non legittimati dal parlamento, il premier ha replicato ribadendo: “la posizione del governo sarà sempre coerente con gli indirizzi delle Camere. Non posso che auspicare che il Parlamento con la sua autorevolezza contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte e coeso”.
“Non è questo, nella famiglia europea, il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere” ha dichiarato Conte, che ha poi parlato di “tensioni internazionali, sia politiche sia economiche” per via delle quali si pone la necessità di “proteggere l’economia europea e la dimensione sociale che rende unico al mondo il nostro continente”.
L’accordo raggiunto dalla maggioranza “mantenere la logica di pacchetto”
Finalmente la maggioranza ha trovato un accordo sulla questione del Mes, con un testo che stabilisce di perseguire la “logica di pacchetto”. Nel testo della risoluzione si legge anche: “assicurare la coerenza della posizione del governo con gli indirizzi definiti dalle Camere, e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell’unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del Mes“.
Inoltre, si legge ancora nel testo della risoluzione che si compone di 8 pagine in tutto, si prevede “il pieno coinvolgimento del Parlamento in un’eventuale richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità con una procedura chiara di coordinamento e di approvazione”.
Un altro passaggio di fondamentale importanza del testo della risoluzione è quello che riguarda la ristrutturazione automatica del debito pubblico degli Stati, che viene appunto esclusa categoricamente. Leggiamo infatti nella risoluzione che si chiede di “escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico”.
Inoltre la risoluzione approvata dalle forze di maggioranza punta a “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte dei banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione di rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”.
In merito alla centralità del Parlamento, sono esponenti del Movimento 5 Stelle a chiarire che “ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”. E proprio per il mese di gennaio è previsto un nuovo passaggio in Parlamento, prima che si riunisca il prossimo Eurogruppo. Intanto per quel che riguarda la firma del nuovo trattato l’Ue ha stabilito che sarà rinviata all’anno prossimo, quando saranno ultimati alcuni approfondimenti tecnici.
Il M5s resta cauto. Di Maio “quadro chiaro o non si firma”
Nel Movimento 5 Stelle non sono in pochi a storcere il naso sulla riforma del Mes, e anche se Luigi Di Maio garantisce di aver visto il gruppo “compatto”, alcuni parlamentari in particolare avrebbero assunto posizioni decisamente critiche rispetto alla riforma.
Non sarebbe quindi sufficiente che si garantisca l’applicazione della logica di pacchetto, e ben venga a maggior ragione il passaggio obbligato dal Parlamento, ma “finché non avremo un quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva niente” chiarisce il leader del Movimento 5 Stelle.”L’Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma” ha concluso Di Maio.
Per il sottosegretario all’Economia Baretta “le polemiche si sono stemperate”
Avrebbe i suoi effetti positivi, secondo il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, l’accordo raggiunto dalla maggioranza, non solo sulla questione del Mes ma sulla tenuta della maggioranza stessa. “Le polemiche si sono stemperate. Questo è un percorso che non porta alla crisi bensì ad un assestamento del Governo” ha dichiarato il sottosegretario del Pd in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Baretta ha poi spiegato: “non sto minimizzando quanto accaduto, ma voglio dire che ci sono alcune condizioni, come la flessibilità sui conti pubblici ottenuta da Bruxelles, che conviene utilizzare nel migliore dei modi per proseguire con questo progetto politico”.
Il sottosegretario all’Economia ha quindi evidenziato che “in queste settimane i toni e gli argomenti della discussione” sarebbero stati “fin troppo caricati”, ma le prospettive sembrano positive. “Nel frattempo la scelta del Governo di incaricare il ministro dell’Economia Gualtieri affinché trattasse per ottenere più tempo ha dato dei buoni risultati” ha osservato Baretta, che ha poi continuato spiegando che “è positivo aver fatto chiarezza sull’esclusione dell’automatismo in caso di ristrutturazione del debito. Mi pare ci siano una serie di elementi che consentono alla maggioranza di presentarsi in Parlamento in modo unitario” ha concluso il sottosegretario.
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