Si avvicina l’appuntamento con le elezioni regionali in Emilia Romagna, e la situazione si fa sempre più incerta per la coalizione di centro-sinistra, mentre il dilemma per i 5 Stelle resta lo stesso: correre da soli e lasciar vincere il centro-destra, oppure correre insieme al Pd, rischiando di affondare il Movimento 5 Stelle relegandolo al ruolo di costola del Pd, e al contempo senza avere comunque alcuna garanzia di successo?
Vediamo quali scenari prospetta il sondaggista Alessandro Amatori. Se il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle corrono ciascuno per sé, come già peraltro chiaramente dichiarato dal leader grillino Luigi Di Maio dopo la pesante sconfitta in Umbria, il centro destra trainato dalla Lega di Salvini, vince senza difficoltà con il 45% dei voti. In questo scenario il centro sinistra segue con il 41% mentre i 5 Stelle si fermerebbero intorno al 12% dei consensi. Resterebbe un misero 2% per altri partiti minori.
Se invece Di Maio dovesse cambiare idea, e decidere di far correre il Movimento 5 Stelle insieme al Pd, lo scneraio sarebbe ben diverso ma tutt’altro che roseo per la coalizione della compagina di governo. Nella migliore delle ipotesi infatti lo schieramento centrosinistra-5Stelle riuscirebbe a raggiungere il 49%, contro il 49% del centrodestra e il solito 2% degli altri partiti.
Un testa a testa che non permetterebbe di fare alcun pronostico in merito al vincitore, visto che potrebbe venir eletto il candidato di una coalizione invece di quello dell’altra per una manciata di voti.
Ma come mai Pd e M5s insieme non raggiungno il 53% come sembrerebbe risultare dalla somma delle percentuali che vediamo nello scenario in cui corrono ciascuno per conto proprio? Secondo gli analisti di Amatori, una parte degli elettori grillini, e per l’esattezza ci si riferisce a quelli che rientrano nella definizione ‘antisistema’, nel caso di alleanza del M5s con il Pd deciderebbero di votare per Lega o per Fratelli d’Italia.
Ed è proprio questa peculiarità degli elettori del M5s a rendere così complesso e imprevedibile l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna che si terranno il prossimo 26 gennaio.
“L’istituzionalizzazione del M5s, un ibrido tra forza filo-governativa e anti-sistema, in un’alleanza innaturale con il Pd avrebbe come conseguenza che una parte dell’elettorato grillino non si riconosca più nel Movimento, di fatto costola dei Dem” spiega il sondaggista “un po’ quello che è successo in Umbria, senza contare che non c’è nemmeno un radicamento sul territorio visto che Pizzarotti ha lasciato il M5s”.
In conclusione, se Di Maio decide di giocare questa partita potrebbe riuscire anche ad arginare l’avanzata inarrestabile del centrodestra impedendo la conquista della storica regione rossa, ma snaturerebbe ulteriormente il M5s deludendo una importante fetta del suo elettorato. Se decide di correre da solo il M5s potrebbe iniziare a recuperare terreno, ma la partita in Emilia Romagna la vincerà il centrodestra senza troppe difficoltà.
Ricordiamo che alle ultime elezioni europee, che si sono svolte nel maggio 2019, in Emilia Romagna la Lega si affermò come primo partito e prese il 33,8%, mentre il Partito Democratico arrivò secondo con il 31,2%. Il Movimento 5 Stelle distaccato raggiunse solo il 12,9%. Seguivano Forza Italia al 5,9%, Fratelli d’Italia al 4,7%, +Europa al 3,6%, i Verdi al 2,9%, La Sinistra all’1,9% e il Partito Comunista all’1,1%.
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