Il 26 gennaio 2020 si vota in Emilia Romagna per il rinnovo del governo della regione, e dopo l’esito delle elezioni europee, ma soprattutto alla luce della debacle delle forze che compongono la maggioranza del governo nazionale nelle elezioni regionali in Umbria, tutti gli occhi sono puntati su quest’altra regione ‘rossa’.
Il centro destra trainato dalla indiscussa leadership di Matteo Salvini, ha già conquistato alcuni comuni storicamente di sinistra, come Ferrara e Forlì, e si appresta a completare l’opera strappando la regione al centro-sinistra. La data ufficiale alla fine è stata stabilita, sarà quella del 26 gennaio, quindi alle forze di governo restano circa 3 mesi per riorganizzarsi e affrontare questa nuova sfida.
Una sfida che si preannuncia difficile, anche se non come quella dell’Umbria, ma qui non si parla di una regione con meno di 900mila abitanti. Qui una eventuale sconfitta sul campo peserebbe molto di più, e se quella subita in Umbria ha fatto traballare un po’ l’esecutivo, quella in Emilia Romagna potrebbe seriamente destabilizzarlo, e chissà, magari farlo persino cadere.
Molto dipende dall’esito, e se le premesse, almeno per M5S e Pd non sono delle migliori, resta da vedere, in caso di sconfitta di queste forze politiche, quale sarà lo scarto di voti. Vediamo allora cosa dicono i sondaggi, che a quanto pare, mai prima d’ora, avevano mostrato un tale equilibrio tra le forze in campo.
Gli ultimi sondaggi politici sull’Emilia Romagna
Per provare a capire qual è la direzione in cui andranno gli elettori in occasione delle regionali in Emilia Romagna, proviamo a vedere cosa dicono gli ultimi sondaggi. Ne sono stati realizzati diversi, proprio per l’importanza politica che questo evento sta catalizzando, visto come un test tutt’altro che trascurabile sulla solidità del governo stesso.
Partiamo dal dato del 2014, quando Stefano Bocaccini venne eletto con il 49% dei voti, affermandosi in maniera netta sui candidati di centrodestra e del Movimento 5 Stelle. Si tratta di una regione storicamente rossa, è vero, ma alle ultime elezioni politiche i partiti di centro destra sono cresciuti molto, e ora la distanza si sarebbe drasticamente ridotta.
Alle politiche del 2018 in Emilia Romagna il centrodestra aveva preso in tutto il 33,06% dei voti, mentre il centrosinistra solo il 30,79%. Esito simile alle europee, con la coalizione della Lega al 33,77% e quella del Pd al 31,24%.
In base al sondaggio eseguito dall’Agenzia Dire su commissione del Partito Democratico, il centrosinistra avrebbe il 44,5% dei consensi, mentre il centrodestra il 43,6%. Decisamente fuori dai giochi il Movimento 5 Stelle all’8,5%. In questo caso la vittoria di uno dei due candidati rischia di essere sul filo di lana.
Restando sui sondaggi vediamo anche che il 32,5% degli intervistati si è dichiarato ancora indeciso su chi votare. Mentre l’11,4% afferma che non andrà a votare, più uno 0,6% che farà scheda bianca. Insomma metà dell’elettorato circa è disinteressato/indeciso, il che non fa che aumentare il clima di incertezza in merito al possibile esito delle elezioni.
Il parere sul governatore uscente è comunque positivo. Stando ai sondaggi infatti, il 62% degli aventi diritto al voto ritiene che la sua amministrazione sia stata positiva. La sensazione è che sia proprio lui il favorito, ma la mancata alleanza coi 5 Stelle potrebbe risultare determinante.
I candidati alle regionali in Emilia Romagna
Il governatore in carica, Stefano Bonaccini del centrosinistra, correrà per cercare una riconferma del suo mandato, ma in base alle ultime dichiarazioni di Luigi Di Maio, il Movimento 5 Stelle correrà da solo e non appoggerà il candidato del Pd. Questo per via del pessimo risultato ottenuto dai 5 Stelle in Umbria, che ha spinto il leader grillino a bocciare qualsiasi ipotesi di alleanza col Pd finalizzata a risultati elettorali.
Il centrodestra punterà invece sulla senatrice Lucia Borgonzoni, sperando in un risultato che non è affatto impossibile da raggiungere. In primis perché il centro destra, ed in particolare la Lega ma anche Fratelli d’Italia, sta continuando a raccogliere consensi, con percentuali che nei sondaggi tendono a crescere. Inoltre la mancata alleanza tra Pd e M5s riduce ulteriormente le probabilità che il centro sinistra riesca a tenere testa ad un centro destra ormai strabordante.
L’estrema sinistra rappresentata da Rifondazione Comunista propone invece la candidatura di Stefano Lugli con la lista L’Altra Emilia Romagna. Non si sa ancora con esattezza quale candidato appoggeranno le altre forze collocabili nell’area della sinistra, che potrebbero comunque sostenere lo stesso Bonaccini.
A queste elezioni regionali in Emilia Romagna prenderà parte anche la formazione politica Volt, movimento paneuropeo, che in Germania alle ultime elezioni ha eletto un eurodeputato, e qui propone come governatore un giovane consulente aziendale: Gillo Baldazzi. Ci sarà infine il Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità che pur avendo definito le proprie liste non ha indicato il nome del candidato governatore.
La data delle elezioni in Emilia Romagna
In Emilia Romagna il calendario elettorale sembra essere piuttosto fitto ultimamente. Dopo le elezioni europee ci sono state le amministrative in alcuni capoluoghi: Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Cesena e Forì, con ulteriore turno per il ballottaggio dove è stato necessario, che si è tenuto nel mese di giugno.
Così si era pensato di accorpare le elezioni regionali a quelle europee, per una specie di election day, ma alla fine, nonostante l’ipotesi fosse stata inserita anche nella legge di Bilancio, è stata scartata. Le elezioni regionali, almeno in teoria, dovevano quindi tenersi in autunno, proprio come era avvenuto nel 2014, e in questo modo coincidere con le regionali della Calabria.
Per evitare l’esercizio provvisorio, e permettere quindi alla Giunta uscente di approvare il Bilancio, la data delle elezioni in Emilia Romagna è stata spostata al 26 gennaio 2020.
La legge elettorale in Emilia Romagna
In Emilia Romagna si voterà anche questa volta con la nuova legge elettorale, quella modificata il 23 luglio 2014, che è la stessa con cui gli emiliano-romagoli sono andati alle urne il 23 novembre dello stesso anno.
E’ prevista l’elezione diretta del governatore, senza nessun ballottaggio, con il candidato quindi che vincerà anche con un solo voto in più degli avversari. In modo da garantire la governabilità del Consiglio, alla/e lista/e che appoggiano il vincitore sarà assegnato un premio di maggioranza che corrisponde a 27 seggi su un totale di 50.
40 consiglieri saranno eletti con il metodo proporzionale sulla base di liste circoscrizionali, mentre altri 9 saranno eletti con il sistema maggioritario nelle singole circoscrizioni. Il seggio restante è invece riservato al candidato vincente.
Gli elettori avranno la possibilità di fare un voto disgiunto, dando la propria preferenza a un candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale, e ad una delle altre liste a esso non collegate. La soglia di sbarramento è stabilita al 3% per le liste fuori coalizione e al 5% per quelle che appartengono a una coalizione.
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