Secondo quanto riportato dal Sunday Times, l’Ue sarebbe disposta a concedere altro tempo al Regno Unito, e se l’accordo non arriva entro la data del 31 ottobre, ci sarà una proroga fino al febbraio 2020.
Questa la situazione sul tema Brexit dopo gli ultimi inattesi sviluppi che hanno visto il leader Tory Boris Johnson sconfitto in Parlamento con l’approvazione dell’emendamento presentato dal conservatore moderato Oliver Letwin. Sarà difficile, visto che i tempi stringono e resta poco più di una settimana, che il primo ministro britannico riesca a trovare un nuovo accordo sulla Brexit entro il 31 ottobre.
La fatidica data che Johnson non aveva, e ancora afferma di non aver, alcuna intenzione di spostare, diventa sempre più improbabile per l’uscita del Regno Unito dalla Ue. Proprio per questo, secondo il Sunday Times, che cita fonti dipomatiche in area Euro, l’Ue avrebbe offerto la disponibilità di una nuova proroga per una Brexit entro il febbraio 2020.
E mentre i funzionari di Bruxelles sono al lavoro sui piani per ratificare l’accordo di separazione dall’Ue, i Paesi membri valutano la richiesta di rinvio pervenuta da Londra. Donald Tusk ha già dato l’ok alle consultazioni coi leader dei 27 Paesi.
Resta da vedere cosa riuscirà ad ottenere Johnson in Parlamento, e se otterrà il via libera dalla Camera dei Comuni potrebbe tenersi un vertice straordinario dei leader dei Paesi membri lunedì 28 ottobre. E nel caso in cui al primo ministro britannico occorresse solo un po’ di tempo in più per convincere il Parlamento, i leader europei potrebbero appunto concedere questa breve proroga fino a febbraio 2020.
Johnson è ancora al lavoro per cercare di far approvare al Parlamento il deal raggiunto con l’Europa nei giorni scorsi, ma l’impresa è ardua e il tempo tiranno. E’ stato nel frattempo costretto ad inviare una lettera all’Ue con la quale chiedere una proroga fino al 31 gennaio, lettera che Johnson non ha neppure voluto firmare.
Il primo ministro infatti non ha nessuna intenzione di lasciare che la data del 31 ottobre venga disattesa, ed è proprio per raggiungere una Brexit, deal o no deal, entro la fine del mese che Johnson si sta battendo in questi giorni cruciali.
Secondo il ministro degli Esteri, Dominic Raab, l’accordo otterrà il via libera perché i numeri ci sono. Secondo il cancelliere UK, numero due del governo Michael Gove, le probabilità che la Gran Bretagna lasci l’Ue senza accordo sono aumentate in seguito agli ultimi sviluppi. Infatti in quest’ottica, ha annunciato Gove, il governo si sta preparando a mettere in atto la prossima fase del piano ‘Operazione Yellowhammer’ che ha l’obiettivo di preparare il Paese alla Brexit No Deal.
Gli ostacoli per Boris Johnson non sono pochi, visto che la maggioranza in Parlamento non ce l’ha. E soprattutto se si considera che il Partito Unionista Irlandese non ha nessuna intenzione di votare l’accordo che il primo ministro aveva trovato con l’Ue, ritenendolo una minaccia per l’unione tra Irlanda del Nord e Gran Bretagna dal momento che pone una frontiera doganale proprio nel mare d’Irlanda.
I laburisti sono anche loro contrari all’accordo di Johnson, e sono pronti a complicare ulteriormente le cose per far slittare o affondare la Brexit. La loro strategia nei prossimi giorni consisterà nel presentare emendamenti per chiedere l’unione doganale con l’Ue, e un nuovo referendum, idea quest’ultima mai abbandonata dal leader Jeremy Corbin, e Sir Keir Starmer ha persino dato la disponibilità ad appoggiare l’accordo di recesso a patto di ripetere il referendum.
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