Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si trova in questi giorni in visita ufficiale a Washington insieme al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Un’occasione preannunciata in cui ci sarebbe stato modo di provare a far cambiare idea all’amministrazione Trump in merito ai dazi imposti sui prodotti europei in seguito alla faccenda dei finanziamenti illeciti alla Airbus.
E alla Casa Bianca è subito tensione tra il capo dello Stato e il presidente USA Donald Trump durante l’incontro nello studio Ovale. Trump ha subito ribadito le ragioni che hanno spinto gli Stati Uniti a varare il provvedimento che avrebbe penalizzato l’export dei prodotto europei, tra i quali prodotti italiani d’eccellenza come Grana Padano e Parmigiano Reggiano, di recente andati a ruba in America proprio in previsione dei dazi.
Trump ha quindi confermato l’intenzione, a segito del via libera da parte della World Trade Organization, di imporre dazi sui prodotti made in Europe. Quello del presidente USA aveva preso la piega di un vero e proprio comizio, costringendo Mattarella a interromperlo dopo essere rimasto in ascolto per circa mezz’ora.
Il capo dello Stato ha quindi chiesto la parola suggerendo un “metodo collaborativo” che sia “nello spirito transatlantico” e che si riveli in grado di evitare “uno scambio di provvedimenti ritorsivi” in un contesto delicato visto che a breve dovranno essere discussi i finanziamenti americani alla compagnia rivale Boeing. Per questo Mattarella ha auspicato un punto d’incontro che sia nell’interesse di tutti. “Tanto vale perseguirlo subito” ha esortato il presidente della Repubblica.
Trump però non ha dimostrato per ora alcuna intenzione di ammorbidire la sua linea, e ha anzi ribadito che l’Europa non si è comportata correttamente nella vicenda dei finanziamenti alla Airbus, e che i dazi non devono essere intesi come una ritorsione ma come un modo per pareggiare i conti.
“This was just getting us back to even” ha detto Trump strizzando l’occhio a un giornalista, che tradotto significa: “questo era solo per pareggiare i conti”. Poi ha aggiunto: “noi Americani non possiamo perdere questa guerra dei dazi per squilibrio commerciale”.
Trump chiede all’Italia un aumento delle spese militari
Il presidente USA ha anche fatto notare a Mattarella che le spese militari dell’Italia non sono soddisfacenti. “L’Italia” spiega Trump “paga solo l’1% invece del 2%. Spero che aumenti le spese militari”. Poi ha osservato con una evidente nota di soddisfazione che l’Italia ha completato l’acquisto di 90 F35 e che il programma sta procedendo molto bene.
Poi Trump ammorbidisce un po’ i toni “non vogliamo essere duri con l’Italia” assicura “vedremo di affrontare l’argomento”. Cosa che aveva già anticipato in passato, lasciando uno spiraglio aperto per un margine di trattativa.
Mattarella fa quindi sapere che “l’Italia intende difendere l’ordine internazionale basato su regole certe, con l’Onu al centro, e un sistema commerciale libero basato sui principi del Wto“. In merito alla questione dei dazi ribadisce il concetto che il provvedimento si rivelerà controproducente per l’una come per l’altra economia.
Quanto alle spese militari e in merito agli F35, Mattarella rassicura Trump ricordando: “i nostri F35 stanno pattugliando i cieli dell’Islanda per assicurare sicurezza e pace”. Poi sul contributo economico alla Nato ricorda che “la Nato rappresenta una comunità di valori in cui l’Italia si riconosce e a cui partecipa. Contribuiamo in maniera intensa e con efficacia alle operazioni Nato coadiuvando l’impegno dell’Alleanza” e fa notare che “siamo il quinto contributore Nato e il secondo in termini di forze e di militari”.
Il contenuto del dialogo tra il presidente Mattarella e Donald Trump è stato poi commentato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che al termina della giornata parlamentare di presentazione del Consiglio europeo ha dichiarato: “e ci credo che c’è una divergenza di opinione tra noi e gli Stati Uniti sui dazi. Noi non li vogliamo, ce li vogliono mettere”.
Il tema del Russiagate
Un altro tema toccato dal presidente USA a Washington è quello del Russiagate. “Si è cercato di nascondere ciò che è stato fatto in alcuni Paesi e uno di questi potrebbe essere l’Italia” ha detto Trump che poi confida di non conoscere i contenuti della contro-inchiesta che l’attorney general William Barr sta conducendo sul Russiagate.
Trump afferma di non sapere nulla di quanto da Barr appreso nei suoi incontri a Roma, ma di essere convinto che gli episodi di corruzione abbiano raggiunto il presidente Obama. “So che c’è stata corruzione che potrebbe arrivare fino al presidente Obama” ha dichiarato il presidente USA “io penso che sia stato così”.
Secondo alcune ricostruzioni infatti, l’inchiesta condotta da Barr ipotizzerebbe che la campagna elettorale di Trump del 2016 possa essere stata infiltrata da agenti dell’Amministrzione Obama, con la collaborazione di governi alleati, al fine di produrre lo scandalo del Russiagate tramite il quale colpire Donald Trump, il quale ha poi annunciato che “presto verrà pubblicato un rapporto”.
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