La caccia ai 5 miliardi per le coperture per la manovra economica 2020 è a tutti gli effetti iniziata. La questione, dopo la rinuncia alla rimodulazione dell’Iva, che è stato precisato essere un concetto del tutto diverso dall’aumento dell’Iva, era rimasta in sospeso e ora è tornata a creare tensioni all’interno della maggioranza.

Per quel che riguarda la flessibilità che verrà concessa dall’Europa sembra andare tutto liscio come l’olio, e sui 14 miliardi indicati nella Nota di aggiornamento al Def l’ok dell’Eu sembra confermato, anche se l’ufficializzazione arriverà alla fine del mese. Intanto è atteso un piano solido da Palazzo Chigi e dal Ministero di Economia e Finanza, sui restanti 15 miliardi da recuperare.

Tra l’altro, per quel che riguarda i 7 miliardi che dovrebbero essere recuperati attraverso la lotta all’evasione fiscale, pare che le aspettative della Commissione Ue non saranno soddisfatte, e questo potrebbe essere un problema. Perciò i tecnici del ministero stanno valutando altre opzioni che compensino dove necessario, e in sostanza permettano di trovare tutte le coperture che servono per far funzionare la manovra nel suo insieme.

Prosegue il dibattito sull’Iva all’interno della maggioranza

Sembrava che la questione IVA fosse definitivamente chiusa, invece all’interno della maggioranza se ne continua a parlare. A riaccendere il dibattito sul tema è stato ieri il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia del Pd. “Oggi siamo nella condizione in cui assorbenti e pannolini sono tassati con Iva ordinaria al 22%, e alcuni beni anche di lusso vivono di evidenti agevolazioni” ha affermato Boccia.

“Rimodulare le aliquote Iva rivedendo i panieri entro la legislatura è dovere” ha quindi conclusio il ministro nel replicare all’alt pervenuto da Italia Viva. Ma di una possibile rimodulazione dell’Iva sembra essere disposta a parlare anche il viceministro dell’Economia Laura Castelli del M5S, che in merito all’Iva sugli assorbenti commenta che “sarebbe giusto” a patto di trovare le coperture.

Si tratterebbe in ogni caso di ridurre le aliquote per il Movimento 5 Stelle, e non di aumentarle. Una rimodulazione che permetterebbe di rendere più accessibili alcuni beni di primaria necessità. Inoltre sulla possibilità di aumenti Iva arriva lo Stop dal blog di Beppe Grillo. “Il M5S non vuole più sentire parlare di aumento dell’Iva” si legge sul sito.

Eppure se ne parla ancora, motivo per cui lo stesso Dario Franceschini, capodelegazione del Pd al governo ha provato a chiudere il discorso. “Non capisco perché si continua a discutere su un tema che non c’è più” ha detto Franceschini “abbiamo discusso di varie ipotesi tra cui questa ma l’aumento dell’Iva non ci sarà”.

Concetto ribadito anche dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha anche assicurato che per quel che riguarda gli interventi sul superticket e sugli altri ticket sanitari “sono programmati non domani mattina ma in un arco di tempo più ampio”.

Discorso dei ticket a parte comunque, la questione dell’Iva dovrebbe essere definitivamente chiusa, e anche Matteo Renzi ha espresso un parere in linea con quello del resto della maggioranza, affermando: “se la rimodulazione dell’Iva è a costo zero, per esempio si abbassa l’Iva al pannolino, firmo anche io”.

Le altre opzioni al vaglio del governo

I tecnici del governo intanto stanno lavorando ad ipotesi alternative. D’altra parte le coperture per la manovra devono pur arrivare da qualche parte, ed una delle possibilità è quella di irrobustire il riordino delle tax expenditures, che potrebbero non essere limitate solo ai sussidi dannosi per l’ambiente. Un riordino che però dovrebbe lasciare fuori le agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo, precisa la ministra per l’Agricoltura Teresa Bellanova.

Su IlSole24Ore si legge che tra le opzioni al vaglio del Mef ci sarebbe anche “il ricorso al meccanismo delle franchigie e, soprattutto, la modulazione di almeno una fetta delle detrazione sulla base del reddito (sotto un certo tetto) o di pagamenti con moneta elettronica”.

Un’istruttoria tecnica sarebbe stata anche avviata sul terreno delle compensazioni dei crediti Inps, e sulla base delle prime valutazioni potrebbe garantire coperture per circa 2-3 miliardi di euro. Un obiettivo che i tecnici del Mef non sono tuttavia così convinti di poter raggiungere, e resta ancora aperta la porta di un ritocco su “Quota 100”, con una possibile riduzione delle finestre d’uscita, anche se, è bene ricordarlo, lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha più volte assicurato che l’anticipo pensionistico non sarebbe stato toccato.

Nel frattempo dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio è arrivata la validazione del quadro economico contenuto nella Nota di aggiornamento al Def. Per quel che concerne la stima di crescita del Pil per il biennio 2019-2020 dello 0,1% e dello 0,4%, è considerata in linea con quella del panel dei previsori Upb, seppur con “significativi fattori di rischio”.

Per quel che riguarda invece le previsioni per il biennio successivo, che non sono soggette a validazione, si parla di valori “lievemente ottimistici” rispetto alle stime disponibili al momento. Le stime tendenziali in questo caso dello 0,8% e dell’1% sono considerate al di sopra della “forchetta” per entrambi gli anni. In particolare la seconda mostra un 1% che è “più elevato delle stime sulla crescita potenziale delle principali istituzioni” incluso il Mef.

Secondo i tecnici la domanda estera per l’Italia è sovrastimata, ma non solo. “La guerra commerciale globale, in atto tra la Cina e gli Stati Uniti, sembra proseguire e si attende che entro la fine dell’anno i dazi vengano rafforzati” spiegano i critici, che prospettano anche “rischi specifici sul ciclo economico della Cina” con una ipotesi di guerra valutaria e “l’incertezza sulla Brexit”. Tutti elementi che vanno a complicare ulteriormente il quadro complessivo.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.