Era già successo in passato, che alcuni parlamentari eletti con il Movimento 5 Stelle decidessero a un certo punto di cambiare casacca, e così è successo anche questa volta. Senza una ragione particolare, la senatrice Silvia Gelsomina Vono ha deciso di passare con Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi.
A sostegno della decisione che ha preso, la Vono ha dichiarato: “ho preso una decisione importante e sofferta” poi nella nota spiega anche per quale motivo ha scelto proprio il gruppo del nemico storico del Movimento: “perché Matteo Renzi?” scrive “ha dimostrato coraggio, lungimiranza e determinazione” anche se non è ben chiaro quali siano le circostanze in cui, dall’elezione della Vono nelle fila del M5S a oggi, Renzi abbia dimostrato tutte queste qualità.
Fatto sta che per la Vono, che già dalla giornata di ieri aveva lasciato trapelare le sue intenzioni agli ormai ex compagni di partito, è una decisione definitiva. E a quanto pare non sarebbe nemmeno l’unica a voler cambiare schieramento, infatti secondo Matteo Salvini altri 5 Stelle sarebbero pronti a lasciare il Movimento 5 Stelle, alcuni dei quali proprio per passare alla Lega.
Luigi Di Maio ha replicato al leader del Carroccio che i suoi non sono in vendita, ma che siano in vendita o no, quanto affermato da Salvini potrebbe rispondere a verità.
Intanto però il leader del M5S deve fare i conti con l’addio della Vono, che arriva in un momento delicato per il Movimento, alle prese con la raccolta firme per chiedere di modificare lo Statuto e ridiscutere la catena di dirigenza.
Una delle prime a commentare è stata la deputata grillina Dalila Nesci, calabrese, che su Facebook ha scritto: “bye bye Vono” per continuare poi “accolta nella famiglia del M5S faceva parte di un comitato civico. Sapevo che proveniva dagli ambienti del Pd, ma l’apertura alla cosiddetta società civile delle scorse elezioni politiche ha comportato in poco tempo l’aggregazione di persone che non appartenevano alla giovane storia del M5S”.
“Questo episodio per me è la riprova che, prima di fare scelte di ‘aperture’ improvvisate, in territori già segnati dalla cappa mafiosa e dai poteri subdoli, bisogna pensare bene alla direzione da proporre per le prossime elezioni regionali in Calabria” ha scritto ancora la Nesci che ha concluso avvertendo che il rischio è “il fallimento”.
Un riferimento chiaro alla scelta del M5S di aprire a patti civici per le prossime elezioni regionali, e di valutare in tal modo l’alleanza con il Pd. E sempre a proposito del cambio di bandiera della Vono, ancora più duro è stato il commento del senatore M5S Vincenzo Santangelo che ha dichiarato: “dovrebbe dimettersi e andare a casa e lasciare il suo posto a un altro. Invece è passata con Renzi. Questa signora ha tradito il M5S! Deve vergognarsi!”
Di Maio: “avvierò tutte le procedure previste e chiederò il risarcimento di 100mila euro”
Il leader del Movimento 5 Stelle ha deciso di correre ai ripari, e visto che lo Statuto lo prevede, ha dichiarato di voler finalmente applicare “tutte le procedure previste”. A proposito del cambio di casacca della senatrice Vono, a margine dell’assemblea Onu, Di Maio ha infatti dichiarato: “chiederò il risarcimento di 100mila euro”.
Sono infatti le regole del Movimento 5 Stelle, sottoscritte e accettate da tutti i suoi parlamentari, compresa la Vono, e prevedono multe salate per chi decide di cambiare bandiera. “Ne parlerò con il Pd. Dobbiamo mettere fine a questo mercato delle vacche, sia i parlamentari che cambiano gruppo che i gruppi che li fanno entrare” ha annunciato Di Maio “è arrivato il momento di introdurre il vincolo di mandato: se cambi gruppo vai a casa”.
Una linea legittima quanto tardiva, quella esposta dal leader del Movimento 5 Stelle, visto che altri tra i 5 Stelle potrebbero lasciare nei prossimi giorni il Movimento, sia tra i deputati che tra i senatori, e non solo per passare con Italia Viva, che, almeno per il momento, sostiene il governo, ma persino per passare alla Lega, quindi ad un partito dell’opposizione.
Sull’ipotesi del cambio di casacca di altri grillini Luigi Di Maio ha poi dichiarato: “incontrerò e ascolterò chi critica il Movimento stando dentro, e spero che molti di questi partecipino al bando per il team del futuro e i facilitatori. Quello che è certo è che non faccio finire tutta questa discussione a una guerra di poltrone“.
E a proposito del vincolo di mandato ha poi spiegato che “sul vincolo di mandato nel nostro interno, negli anni, ci sono state proposte diverse. In origine eravamo per l’abolizione del gruppo Misto, poi per il meccanismo del ‘recall’. Ci sono tante proposte in campo, anche dei costituzionalisti, discutiamone”.
Le idee di Di Maio circa i cambi di casacca però non piacciono al Pd. In altre parole, se il leader 5 Stelle sta cercando una soluzione per evitare che un parlamentare venga eletto con un gruppo e possa decidere in qualsiasi momento, legislatura in corso, di passare con un altro alla faccia degli elettori che gli hanno dato fiducia, il dem Andrea Marcucci vuole assicurarsi che tutto ciò possa continuare ad accadere.
Una differnza di vedute profonda, tra due schieramenti d’altro canto profondamente diversi, che Andrea Marcucci confeziona così: “mi auguro che Di Maio avesse voglia di scherzare, quando ha detto che parlerà con il Pd per introdurre il vincolo di mandato. L’assenza di esso, sancita dalla Costituzione, ha ancora un valore importantissimo, almeno fino a quando esisteranno partiti aziendali, l’articolo 67 garantisce una libertà di azione necessaria per poter svolgere le proprie funzioni senza pressioni e ricatti esterni”.
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