L’ultima votazione della riforma costituzionale con la quale si taglierà il numero dei parlamentari, sarà presentata alla Camera dei Deputati il giorno 7 ottobre per l’ultima lettura. Si tratta di una conferma importante per il Movimento 5 Stelle, che ha basato la sua alleanza con il Partito Democratico proprio su questa premessa.
Il governo Conte bis ha quindi dimostrato di poter fare affidamento sull’intesa tra le due forze politiche che compongono la maggioranza, con questo primo importante impegno, almeno fino ad ora, rispettato. Montecitorio ha infatti calendarizzato per una delle prime date utili, come richiesto dal M5S, il provvedimento alla base dell’accordo con i dem.
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha infatti fissato la data per le votazioni del testo all’8 ottobre, con inizio delle operazioni di voto previsto per le ore 14.
Per Luigi Di Maio si tratta della “prima vera prova di fiducia del governo” e da New York, dove stava partecipando all’Assemblea generale dell’Onu, ha commentato la notizia della calendarizzazione affermando: “in questo momento tutti dicono che questo governo è nato per mantenere le poltrone e invece proprio questo governo le taglia, alla faccia di chi ha fatto cadere il governo per non tagliare i parlamentari”.
Il Partito Democratico dal canto suo non ha mai mostrato particolare entusiasmo per la riforma costituzionale pensata dal Movimento 5 Stelle, e in cambio di un approccio diverso chiede “garanzie” e “contrappesi”, ma soprattutto di discutere la riforma della legge elettorale.
Il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio ha commentato: “siamo persone serie e di parola, e siamo molto fiduciosi (la fiducia deve essere la caratteristica di questa nuova coalizione) che tutti gli emendamenti alla legge costituzionale al Senato sull’elettorato attivo e passivo, quelli che nel programma del governo abbiamo definito le garanzie e i contrappesi, sono già pronti per essere presentati, insieme alla revisione dei regolamenti, insieme ovviamente ad una bozza di legge elettorale che non è pronta”.
Per Graziano Delrio nell’ottica della riduzione del numero dei parlamentari diventa fondamentale la modifica della legge elettorale, che rappresenta uno dei punti cardine su cui la maggioranza dovrà discutere. “La maggioranza deve darsi il tempo per discuterne, per vedere il modello che più garantisce la rappresentatività dei territori dopo il taglio dei parlamentari, perché rischiamo di avere sei Regioni senza senatori, quindi è una cosa molto seria” ha spiegato Delrio “noi siamo perché la democrazia rappresentativa venga salvaguardata. Insisto perché la legge elettorale vada fatta il più possibile insieme alle opposizioni“.
Anche Italia Viva, la nuova formazione politica di Matteo Renzi, si esprimerà a favore della riforma costituzionale, almeno questo è quanto ha dichiarato l’ex segretario del Pd. “Faremo ciò che deciderà di fare la maggioranza” ha detto Renzi “la maggioranza ha raggiunto un accordo sul taglio dei parlamentari e la nostra linea sarà quella della maggioranza. Faremo come M5S e Pd”.
Contrario invece il segretario del partito +Europa, Benedetto della Vedova, che a proposito della riforma costituzionale messa sul tavolo dai 5 Stelle su Twitter ha scritto: “la decisione avallata dal Pd di procedere immediatamente al ‘taglio dei parlamentari’ è un errore, una resa ufficiale all’agenda populista, antipolitica e antiparlamentare del M5s. Non c’era motivo di consegnare questa vittoria demagogica a Di Maio, senza contropartita”.
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