In queste ore è in corso la votazione sulla piattaforma Rousseau, attraverso la quale la base del Movimento 5 Stelle avrà modo di esprimersi sul quesito che ci assilla tutti da settimane, e in sintesi suona più o meno: governo M5s-Pd o voto? Ma nel frattempo altri interrogativi si fanno strada, interrogativi che riguardano la composizione del nascente esecutivo, sempre che nasca naturalmente.
Il cosiddetto Totoministri è iniziato da un po’, e di certo le interminabili trattative tra 5 Stelle e dem non hanno fatto altro che attirare ulteriore attenzione mediatica sulla vicenda di chi occuperà quali poltrone. E su tutte le questioni, quella che riguarda l’incarico di vicepremier è senza dubbio la più interessante.
Sembra sempre più plausibile la proposta che giunge dai dem, che suggeriscono di non inserire affatto la figura del vicepremier. Per Conte andrebbe anche bene, d’altra parte questo non farebbe che accrescere la sua autonomia. Ma potrebbe anche essere che la poltrona del vice tocchi proprio a Dario Franceschini.
Viene poi la figura del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, per la quale il leader del Movimento 5 Stelle chiede l’assegnazione ad uno dei suoi fedelissimi, e si fa il nome di Vincenzo Spadafora, ma nel caso di nessun vicepremier, sarebbe Franceschini ad assumere quella posizione.
Quanto ai dicasteri più pesanti, agli Interni dovrebbe avere esito positivo la candidatura di Mario Morcone, ma hanno buone possibilità anche il prefetto di Milano Luciana Lamorgese, e l’attuale Capo della Polizia Franco Gabrielli.
All’Economia i dem di parte renziana vorrebbero Roberto Gualtieri, presidente della Commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo. Ci sono anche alcuni nomi tecnici come quello dell’ex ragioniere dello Stato Daniele Franco, e quello dell’economista Lucrezia Reichlin. Scarse invece le possibilità che rimanga Giovanni Tria.
Alle Infrastrutture potrebbe andare il 5 Stelle Stefano Patuanelli, mentre alla Giustizia, altro ministero che sta molto a cuore ai 5 Stelle, potrebbe resistere Alfonso Bonafede.
Sicuramente al governo dalle fila del Pd la vice segretaria Paola De Micheli, che diverrebbe con ogni probabilità sottosegretaria alla presidenza del Consiglio se Franceschini assumesse la carica di vicepremier, o ministro dello Sviluppo Economico (Mise), ma si tratta di ipotesi che i 5 Stelle probabilmente non accetteranno di buon grado.
Potrebbe tornare ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, e nella squadra del governo giallo-rosso potrebbe esserci anche Graziano Delrio, che andrà forse alle Politiche sociali. Tra i Renziani si fa il nome di Simona Malpezzi che potrebbe andare all’Istruzione, dicastero che però vorrebbe anche Anna Ascani, sempre di matrice dem, e Lorenzo Fioramonti che è già viceministro 5 Stelle.
Se dovesse saltare il posto di Giulia Grillo, alla Salute ci potrebbe finire Marina Sereni, proposta dal segretario dem Nicola Zingaretti. Al ministero degli Esteri potrebbe andarci Paolo Gentiloni, o Enzo Amendola. Mentre un dicastero toccherebbe anche ad un esponente di LeU, ed in questo caso si tratterebbe degli Affari Regionali e i nomi sarebbero quelli di Vasco Errani o di Rossella Muroni nel caso in cui Costa dovesse perdere il dicastero dell’Ambiente.
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