Siamo giunti al terzo giorno di trattative tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ma l’accordo sul nome del premier del nascente governo giallorosso non si trova ancora. Si riduce a questo unico nodo, la trattativa tra le due forze politiche che formeranno con ogni probabilità la nuova maggioranza, ma sebbene si veda qualche spiraglio, ancora la soluzione non è stata trovata.

In mattinata dal Pd è arrivata la proposta di puntare su Roberto Fico, senza dubbio il pentastellato più vicino ai dem, ma poi c’è stata una telefonata tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti e l’ipotesi è stata subito scartata. Fonti di Montecitorio hanno infatti reso noto che lui “ricopre l’incarico di presidente della Camera e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo”.

Tutto il Movimento è leale a Giuseppe Conte, nostro unico nome” ha detto il leader dei 5 Stelle a Zingaretti, e lui ha ribadito il suo secco “no”. Non ha gradito gli ultimatum e non lo nasconde, il segretario del Pd, che tuttavia fa sapere che “si cerca una soluzione”. Di Maio ha interpretato nell’unico modo possibile le parole di Zingaretti: ci sono degli “spiragli”. Infatti nel Partito Democratico, il fronte che sarebbe favorevole al nome di Conte sta crescendo.

Il senatore del Pd Tommaso Cerno, che ricordiamo anche per essere stato l’unico del Pd ad aver votato la mozione del M5s contro il Tav, ha suggerito di andare “oltre il veto alla persona” e di chiedere invece la discontinuità su programma e contenuti. “Se sarà un Conte bis la vedo difficile. Ma un Conte 2.0 sarebbe un’altra cosa” ha dichiarato Cerno.

“Non mi pare che il no a Conte bis sia un veto alla persona, piuttosto servono garanzie sulla discontinuità con il governo gialloverde” ha aggiunto Cerno “il programma condiviso e le finalità culturali e politiche del governo sono il tema. Altrimenti Conte bis avrebbe un significato un po’ oscuro. Alla luce di questo valuteremo la migliore guida per il governo”.

Intanto i renziani hanno affiancato il segretario nella sua posizione, ma non sono mancate le esortazioni a dare comunque l’Ok sul nome di Conte. “Zingaretti accetti la sfida del M5s, dia il via libera a Conte. Svolta sia sui contenuti e sulla compagine ministeriale” suggerisce quest’ala del Pd “il Pd deve mantenere la barra dritta” dicono “e lavorare ad una alleanza riformatrice, anche con Conte premier”.

Intanto giungono elogi a Conte e al suo operato da più direzioni. Beppe Grillo, che era intervenuto già venerdì, ha pubblicamente appoggiato Giuseppe Conte sul suo blog affermando: “come ho scritto un anno fa, ha dei requisiti fondamentali per la carica che è destinato a ricoprire”.

Lo stesso presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk ha dichiarato: “su di lui posso dire solo cose positive”. Un giudizio estremamente positivo anche quello di Maurizio Landini, che in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, a proposito di Conte ha detto: “ha coraggio politico e profilo istituzionale”.

E dopo il sondaggio dell’istituto Tecnè, arriva anche quello di Winpoll per Il Sole 24 Ore a confermare il calo dei consensi per la Lega e la crescita di Pd e Movimento 5 Stelle. La Lega avrebbe perso 5 punti percentuale rispetto ai sondaggi pre-crisi, mentre dem e grillini starebbero recuperando terreno.

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