La prima giornata di consultazioni è passata, e nella giornata di oggi proseguiranno al Quirinale con le delegazioni dei principali partiti politici. Mattarella ha incontrato in mattinata la delegazione di Fratelli d’Italia, guidata da Giorgia Meloni, e poi quella del Pd, composta dal segretario Nicola Zingaretti, da Paolo Gentiloni (presidente del partito), Paola De Micheli (vicepresoidente del Pd), e dai capigruppo Graziano Del Rio e Andrea Marcucci.

Alle 12 il Capo dello Stato riceve la delegazione di Forza Italia, per poi riprendere le consultazioni nel pomeriggio. Alle 16 è attesa la delegazione della Lega, mentre alle 17 è il turno del Movimento 5 Stelle.

L’esito della prima giornata di consultazioni

Le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno avuto inizio ieri con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e sono proseguite con il presidente della Camera Roberto Fico. Si sono presentati poi i primi gruppi parlamentari: quello del Gruppo delle Autonomie, composto da Svp, Patt e Uv, e il Gruppo Misto.

Il Gruppo delle Autonomie si è dichiarato “disponibile a sostenere un governo” con maggioranza composta da M5s e Pd, purché abbia una “forte impronta europeista”. Anche in questo caso, come hanno fatto sapere la presidente del gruppo Julia Unterberger ed il vice Albert Laniece, si tratta di una linea nata dalla consapevolezza che la scelta di far tornare gli Italiani a votare porterebbe all’esercizio provvisorio e all’elevato rischio dell’aumento dell’IVA.

Non si discosta da questa linea il Gruppo Misto del Senato, che pur formato da diverse correnti, è d’accordo sulla necessità di dare al Paese un governo “non breve, non di transizione, ma un governo politico”. Loredana De Petris, presidente del gruppo, ha spiegato che sarebbe “pericoloso precipitare il Paese” alle urne.

Erano presenti alle consultazioni anche Piero Grasso, Riccardo Nencini ed Emma Bonino che ha affermato: “serve un governo di totale alternativa politica e programmatica rispetto a quello finora visto”. Un governo che, secondo la Bonino dovrà “fare ma anche disfare” e tra le cose da disfare spiega nello specifico che si riferisce “al decreto sicurezza bis, alla questione migranti, allo sperpero di fondi pubblici” lo definisce poi “un autorevole governo del fare e disfare”.

Giorgia Meloni: “le elezioni sono l’unico esito possibile”

La delegazione di Fratelli d’Italia è stata la prima ad aver incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi al Quirinale. La linea del partito della Meloni era nota fin dall’inizio, visto che da ben prima che la crisi raggiungesse l’aula di Palazzo Madama, FdI spingeva per una fine dell’esecutivo giallo-verde e per un ritorno alle urne elettorali.

Il responso di FdI era quello che creava meno suspence, come la stessa Giorgia Meloni ha fatto notare ai giornalisti, avendo una linea inequivocabilmente chiara. Un punto di forza e un “vanto” per la Meloni, che sottolinea la chiarezza dell’approccio del suo partito alle vicende politiche.

Le elezioni sono, per fratelli d’Italia, l’unico esito possibile, l’unico esito rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo. E voglio anche dire: l’esito più rispettoso della Costituzione“. Questa la linea di Fratelli d’Italia comunicata dalla Meloni ai giornalisti dopo il colloqio della sua delegazione con Mattarella. 

E a proposito di Mattarella, e della scelta che è chiamato ad operare come Presidente della Repubblica, la Meloni ha spiegato che è vero che la Costituzione prevede che il Capo dello Stato verifichi che in Parlamento vi sia una maggioranza, ma che “il Presidente Mattarella si trova costretto a scegliere o a tenere in considerazione due prescrizioni costituzionali: quella di verificare che in Parlamento vi sia o meno una maggioranza per un governo, e quella data dall’articolo 1 della costituzione, che dice che la sovranità appartiene al popolo. Che è nei principi fondamentali della Costituzione”.

Una maggioranza ci sarebbe ed anche chiara e forte, secondo Giorgia Meloni, costituita da Lega e Fratelli d’Italia, alla luce dei confronti elettorali che si sono avuti in quest’ultimo anno, tutti vinti dal centro destra. Benché non si trattasse di elezioni politiche, e dal punto di vista della composizione del Parlamento abbiano lo stesso valore dei sondaggi, per la Meloni sono sufficienti a ritenere che in un eventuale confronto alle urne la sua coalizione sarebbe in grado di vincere e formare un governo su solide basi.

“E’ vero che in una democrazia parlamentare decide il Parlamento” spiega la Meloni “ma non credo che i nostri padri costituenti intendessero che il Parlamento si poteva organizzare per mandare al governo gente che se si andasse a votare mediamente andrebbe a casa.”

Zingaretti: “abbiamo espresso disponibilità a verificare formazione di una diversa maggioranza”

Il Pd è pronto al confronto elettorale, ma spinge per un governo di legislatura. Non parla però di legislatura il segretario del Pd Nicola Zingaretti davanti ai giornalisti, spiega invece quali sono i punti fondamentali sui quali il Movimento 5 Stelle deve necessariamente convenire, altrimenti, e lo dice a chiare lettere, si torna a votare.

Abbiamo espresso al Presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova, per dare vita a un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica” ha dichiarato Zingaretti dopo che la sua delegazione ha incontrato il Capo dello Stato, e ha spiegato poi quali sono le condizioni che il Pd intende dettare.

Abbiamo indicato al Presidente i primi non negoziabili principi a cui il nuovo governo dovrebbe rifarsi” ha dichiarato Zingaretti, che ha poi elencato una serie di concetti che lasciano anche ampio spazio all’interpretazione.

Chiara e indiscussa scelta europeista, l’impegno a costruire un’Europa profondamente rinnovata all’insegna dello sviluppo, del lavoro e della solidarietà” ma la lista dei principi non negoziabili prosegue “il pieno riconoscimento e difesa della democrazia rappresentativa, a partire dal valore della centralità del Parlamento, una svolta radicale nelle scelte economiche e di sviluppo puntando alla sostenibilità ambientale e ridando totale centralità politiche redistributive agli investimenti, ai temi del lavoro e attenzione all’equità sociale e per evitare ulteriori inasprimenti fiscali a cominciare da quello dell’IVA.”

Non si tratta di un programma, questo è chiaro, ma di principi sicuramente condivisibili, almeno per la maggior parte, da qualsiasi formazione politica presente nel panorama italiano. “Una svolta con l’Europa nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori rispetto ai decreti che si sono approvati in questa legislatura” continua Zingaretti “non un governo quindi a qualsiasi costo. Quello che serve è un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, con un’ampia base parlamentare e che possa ridare una speranza agli Italiani.”.

“Ovviamente se non dovessero esistere queste condizioni” conclude Zingaretti “queste condizioni tutte da verificare allo stato attuale, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Partito Democratico è pronto.”.

Berlusconi: “un governo sbilanciato a sinistra sarebbe pericoloso per le imprese”

La delegazione di Forza Italia ha incontrato il presidente Mattarella a mezzogiorno, poi Berlusconi ha riferito ai giornalisti che Forza Italia è favorevole a ridare la parola ai cittadini, e ha ricordato quali sono i rischi che si corrono con un governo “sbilanciato a sinistra”.

Un governo fortemente sbilanciato a sinistra come quello ventilato in questi giorni sarebbe poi pericoloso per le imprese, per lo sviluppo, per la sicurezza, per le garanzie e la libertà di tutti i cittadini” dice Berlusconi, e avverte: “esiste il rischio concreto che di fronte alle difficoltà di bilancio ereditate dal passato si ricorra ad un’imposta patrimoniale che metterebbe in pericolo il risparmio degli Italiani e comprometterebbe definitivamente le prospettive di crescita.”

Salvini: “Oggi la via maestra non possono essere giochini di palazzo, dovrebbero essere le elezioni”

Ribadisce un concetto espresso più e più volte Matteo Salvini, che ripropone la strada delle elezioni e conferma al contempo la disponibilità a ritornare al governo insieme al Movimento 5 Stelle. Cambiando qualcosa, è chiaro, anche se non specifica cosa, visto che si limita a dire che servirebbero più sì e meno no.

“Se qualcuno mi dice: ‘ragioniamo perché dei no diventano sì. Miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un tempo e diamoci un obiettivo, non contro ma perio non porto rancore, guardo avanti” dice il leader della Lega, ed esprime un parere positivo sul governo giallo-verde ma anche sull’operato di Di Maio.

io credo che Di Maio abbia lavorato bene negli interessi di questo Paese” spiega Salvini, ed a proposito dell’operato dell’esecutivo, lo approva ma solo fino a che il meccanismo non ha iniziato a incepparsi. “Questo Paese non può avere un governo che litiga. Non può avere un governo con posizioni distanti” ripete Salvini ai giornalisti al termine delle consultazioni “per questo abbiamo ribadito che i troppi ‘no’ hanno portato allo stop di questa esperienza di governo che tante cose buone ha fatto fino a che è stato il governo del ‘sì’, del fare, del costruire”.

Per Salvini quindi, se il Movimento 5 Stelle non cambia atteggiamento, e non inizia a dire sempre di sì alla Lega, non ci sono alternative alle elezioni. Un altro governo, formato da un’altra maggioranza della quale la Lega non fa parte, non è accettabile. “Oggi la via maestra non possono essere giochini di palazzo, manovre di palazzo, governi contro” dice il leader del Carroccio “dovrebbero essere le elezioni“.

Se M5s e Pd decidono di formare una nuova maggioranza, secondo Salvini questa nuova maggioranza avrebbe l’unico scopo di opporsi alle idee e al programma della Lega. “L’unico collante di un eventuale governo Pd-5 Stelle, che sarebbe irrispettoso di tutte le ultime elezioni fatte in Italia, sarebbe il contro. Contro la Lega, contro Salvini, contro Quota 100, contro il Decreto Sicurezza, contro la Flat Tax. Io non penso che l’Italia abbia bisogno di un governo contro.”

Di Maio: “il voto è un’ipotesi che non ci intimorisce affatto”

Luigi Di Maio inizia la conferenza stampa al Quirinale ringraziando il Capo dello Stato “Sergio Mattarella, punto di riferimento autorevole e fondamentale di questa delicata fase che il Paese sta vivendo“. Passa poi ad elencare brevemente quali sono le possibili conseguenze della crisi.

“La crisi di governo ha fatto piombare nell’incertezza milioni di Italiani” ed elenca le varie leggi che il Cdm non è riuscito ad approvare, menziona Whirlpool, l’Ilva, l’Alcoa in Sardegna. Parla del mancato completamento della legge per le tutele dei ciclofattorini, e ricorda che questa crisi compromette la tranquillità di pensionati e le prospettive di reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati.

Quota 100 e Reddito di Cittadinanza rischiano di saltare a fine anno, tutto questo perché potremmo non avere un nuovo governo prima degli inizi di dicembre” spiega Di Maio che riferisce di aver sottoposto all’attenzione del Presidente della Repubblica “preoccupazioni soprattutto per i rischi che vanno delineandosi verso l’economia italiana e verso milioni di famiglie, in relazione ad un possibile aumento dell’IVA e ad un ritorno della Legge Fornero.”

“Qui non si rischia di tornare indietro al 4 marzo 2018” avverte Di Maio “qui si rischia di riportare il Paese in una condizione non diversa da quella della crisi del 2008, e non è giusto che a pagare questa crisi siano proprio i cittadini italiani.”

“I cittadini italiani ci hanno chiesto di cambiare questo Paese profondamente” dice il leader grillino e accenna a “calcoli politici e capricci estivi” che non devono essere assecondati. La crisi causata dalla Lega ha inevitabilmente bloccato l’operato del governo, impedendo che venissero completate “riforme determinanti che avrebbero migliorato sensibilmente la qualità della vita degli Italiani”.

Di Maio arriva quindi ad enunciare le condizioni che il Movimento 5 Stelle pone ai futuri alleati di governo. I 10 punti di Di Maio per continuare a fare quello che gli Italiani hanno chiesto in occasione delle scorse elezioni politiche, da lui definiti: “obiettivi prioritari per l’Italia”.

Il voto è un’ipotesi che non ci intimorisce affatto” afferma Di Maio, che ricorda quale sia sempre stata la posizione del Movimento 5 Stelle in merito all’espressione democratica del popolo, ma “il voto non può essere la fuga dalle promesse fatte agli Italiani”.

Di Maio conclude il suo discorso dichiarando: “in queste ore sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per individuare una maggioranza solida, al servizio dei cittadini, che voglia convergere sui punti“.

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