La corda che il leader della Lega ha continuato a tirare, specie negli ultimi mesi, alla fine si è spezzata. Per il Movimento 5 Stelle “Matteo Salvini è un interlocutore non più credibile” dicono dai vertici “inaffidabile”. Una posizione ufficiale e definitiva a quanto pare, che renderebbe impossibile il ripensamento dell’ex alleato che si annusa nell’aria da qualche giorno.
Il vertice a casa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona in Toscana ha prodotto come risultato una presa di distanze netta e irreversibile da parte dei grillini nei confronti dell’ormai inevitabilmente ex alleato di governo. La posizione del Movimento è stata comunicata alla stampa con una nota dopo l’incontro tra Beppe Grillo in veste di garante ufficiale e i vertici del Movimento.
Alla riunione in casa Grillo erano presenti Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, i capigruppo di Camera e Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, nonché la vicepresidente del Senato Paola Taverna.
L’inversione di marcia di Salvini
E mentre i 5 Stelle concordano sull’inaffidabilità del leader leghista, lui dal palco della Versiliana a Marina di Pietrasanta in provincia di Lucca, prima accusa gli ex alleati di voler andare con Renzi e la Boschi, poi apre uno spiraglio, e si dice pronto ad ascoltare Conte quando parlerà al Senato. “Non so cosa dirà Conte martedì in Senato, ma lo ascolterò senza pregiudizi” dice Salvini “se il presidente del Consiglio dipinge un’Italia che non è la mia, amici come prima. Se traccia un percorso che fa bene all’Italia, chi sono io per dire no?”.
Il fatto è che l’idea di un governo composto da M5S e Pd a Matteo Salvini non piace per niente, ed è stato proprio quando ha visto profilarsi questo scenario che ha iniziato a tentare un ritorno sui suoi passi.”Se i grillini preferiscono Renzi alla Lega lo dicano chiaro. Gli Italiani sapranno scegliere” hanno dichiarato i capigruppo del Carroccio in Parlamento.
Affermazione priva di fondamento per i 5 Stelle che descrivono un Salvini “disperato” e smentiscono: “Dopo aver aperto una crisi di governo in pieno agosto, portando il Paese sul baratro, ha anche il coraggio di parlare e arriva pure a inventarsi la fake news su Renzi. Non sa più dove sbattere la testa.”
Infatti il leader leghista proprio non ci sta, e sembra riporre qualche fievole speranza nel presidente della Repubblica. “La via maestra la valuta Mattarella, ma sarebbe folle mandare al governo minoranze bocciate alle elezioni” afferma Salvini, dimenticando forse che le percentuali ottenute dal centro-sinistra alle politiche del 2018 non erano molto distanti da quelle della Lega.
“Il governo degli sconfitti sarebbe una truffa” insiste il leader della Lega, che lancia poi un appello alla piazza: “se ci sarà da scendere in piazza per difendere l’Italia, la libertà e la democrazia ci saremo“.
L’incontro dei vertici M5S con Grillo e Casaleggio
L’incontro a casa di Beppe Grillo doveva avere lo scopo di stabilire una strategia condivisa da perseguire nei prossimi giorni, anche in vista delle tappe che il premier Conte dovrà rispettare nell’iter parlamentare.
La conclusione dell’incontro non ha rivelato alcun colpo di scena. La linea si era già intravista nei giorni scorsi: un Movimento 5 Stelle unito e unanime nel definire Salvini un interlocutore inaffidabile.
“Tutti i presenti si sono ritrovati compatti nel definire Salvini un interlocutore non più credibile” si legge nella nota pubblicata dopo il vertice “prima la sua mossa di staccare la spina al governo del cambiamento l’8 agosto tra un mojito e un tuffo. Poi questa vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità, fanno di lui un interlocutore inaffidabile. Dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi”. Poi la presa di posizione chiara sulla questione della fiducia al premier: “Il Movimento sarà in Aula al Senato al fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto“.
Non ci sarà spazio quindi per alcuna marcia indietro, e la crisi voluta dalla Lega dovrà arrivare in Parlamento e seguire il suo iter. A nulla sono valse le offerte disperate pervenute al Movimento da parte della Lega che nei giorni scorsi ha persino proposto a Luigi Di Maio la poltrona di Presidente del Consiglio. Offerta che il leader grillino ha prontamente rispedito al mittente.
Poche ore prima della nota pubblicata dai 5 Stelle a conclusione del vertice, da Salvini arrivava la dichiarazione di non aver intenzione di lasciare la poltrona del Viminale, ma anche una sorta di diktat malriuscito: “o si va alle elezioni o ci si risiede al tavolo”. La replica è arrivata da Manlio di Stefano via Twitter: “E’ da TSO”.
Dal vertice a 5 Stelle sono emerse comunque delle sensibilità diverse in merito all’approccio da adottare in una situazione così delicata. Ferma restando l’unanime intenzione di respingere le più o meno imprevedibili offerte di Salvini, resta da capire in che modo gestire un avvicinamento ai nemici giurati del Pd.
Il tradimento di Salvini costerà caro al Movimento 5 Stelle, che per sancire le nuove alleanze dovrà ritoccare non poco la squadra di governo, e i dem potrebbero chiedere persino la testa di Di Maio, cosa di cui lui è ben consapevole.
Alessandro Di Battista spinge per un ritorno alle urne prima possibile, ma non a qualsiasi costo e di certo non a spese degli Italiani. L’alleanza col Pd è un passaggio necessario ancorché complicato e deve essere comunicato bene alla base del M5s.
Davide Casaleggio è più linea con Beppe Grillo, e non ha esitato ad attaccare l’ex alleato di governo non appena è venuto meno al contratto di governo che aveva sottoscritto. Raffaele Fico poi è quello che cerca di conservare una posizione più superpartes, anche per via della figura istituzionale che rappresenta. E’ anche il più vicino al Pd, e la sua intermediazione potrebbe rivelarsi preziosa nei prossimi giorni.
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