Non è ancora stato deciso il calendario, ma la crisi è l’ormai inevitabile destinazione di questo governo, che dopo la presa di posizione del leader della Lega Matteo Salvini, non può più andare avanti. “Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo ci sono solo le elezioni” ha dichiarato nella giornata di ieri.
Salvini ha già annunciato da Pescara che correrà da solo: “chiedo agli Italiani, se ne hanno la voglia, di darmi pieni poteri per fare quel che abbiamo promesso di fare, fino in fondo e senza rallentamenti” e ha aggiunto “se mi candido premier? Questo sicuramente sì. Poi siamo in democrazia, chi sceglie Salvini sa cosa sceglie”. E il tour elettorale di Salvini è già iniziato. Prima tappa Termoli (Campobasso) poi Peschici (Foggia) e nella serata sarà a Polignano a Mare (Bari).
Salvini pronto a “capitalizzare il consenso di cui la Lega gode attualmente”
Dopo il lungo colloquio avuto con il leader della Lega Matteo Salvini, Giuseppe Conte è tornato davanti ai microfoni e in conferenza stampa ha fatto il punto della situazione. Il premier ha ovviamente cercato di essere più chiaro e trasparente possibile in merito alle ragioni che hanno portato all’attuale situazione di crisi, cominciando proprio da quanto lo stesso Salvini ha affermato.
“Ieri sera e questo pomeriggio” ha detto Conte ai giornalisti “è venuto a parlarmi Salvini, il quale mi ha anticipato l’intenzione della Lega di interrompere questa esperienza di governo e la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode”.
Insomma la questione del Tav era solo un pretesto, quello che preme a Salvini è ‘battere il ferro finché è caldo’. Già perché per ora i sondaggi danno la Lega vicina al 40% ma all’orizzonte si intravedono un bel po’ di beghe per il Carroccio, e le probabilità che i consensi calino, e non di poco, sono reali e tangibili.
Le priorità dell’esecutivo, e quelle del Paese quindi, passano in secondo piano per il leader leghista. “Al ministro Salvini” ha spiegato Conte “ho anche esposto i molteplici progetti di riforma, le varie iniziative di governo in corso di realizzazione che inevitabilmente verranno interrotte”.
Ma Salvini non batte ciglio e va dritto per la sua strada. Vuole far affondare il governo e candidarsi in prima persona come Premier. Conte ne prende atto e ai giornalisti parla ancora di trasparenza: “ho già chiarito che farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la crisi più trasparente della storia della vita repubblicana”.
Poi il premier scandisce quali dovranno essere la fasi che porteranno allo scioglimento dell’esecutivo: “questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai Parlamentari, come ho sempre chiesto” spiega Conte “I parlamentari sono i rappresentanti della Nazione e quindi di tutti i cittadini. Avevo promesso che la trasparenza e il cambiamento sarebbero stati i tratti distintivi di questo governo, e vigilerò affinché questi valori siano rispettati sino all’ultimo giorno.”
Conte cita poi l’informativa resa al senato sulle inchieste sui fondi alla Lega provenienti dalla Russia, e ricorda quanto in quella occasione aveva affermato: “Personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo ed in particolare di una democrazia parlamentare.”
Salvini si sente già premier
In conferenza stampa, il premier Giuseppe Conte ha dovuto ancora una volta richiamare all’ordine Matteo Salvini. “Leggo nella nota pubblicata dal ministro Salvini l’invito ai Parlamentari a non perdere tempo adducendo pretesti vari, ma tornare a riunirsi quanto prima. Non spetta evidentemente al Ministro dell’Interno convocare le camere” ha ribadito il premier “non spetta al Ministro dell’Interno. decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali.”
E’ lo stesso Conte poi a ricordare a salvini quali sono i suoi doveri: “al ministro dell’Interno spetterà invece nella sua veste di Senatore, di leader della Lega, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento, le ragioni che lo inducono ad interrompere anticipatamente e bruscamente l’azione del governo”.
Al termine della sua conferenza stampa Conte ha poi ammonito il leader della Lega: “non permetterò più che si alimenti la narrativa di un governo che non opera, di un governo dei no. Questo governo in realtà ha sempre parlato poco e lavorato molto”. E non manca il riferimento alle due settimane di ferie di Salvini, al ritorno dalle quali per prima cosa ha deciso di aprire la crisi: “questo governo non era in spiaggia” ha affermato Conte “era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli Italiani.”
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