Le date da segnare sono quelle del 6 e 7 agosto, che riguardano appuntamenti chiave nell’agenda di governo. Riguardano infatti le mozioni sul Tav e il Decreto Sicurezza bis, e per quanto riguarda quest’ultimo provvedimento, particolarmente caro alla Lega di Salvini, dai banchi del Movimento 5 Stelle potrebbero arrivare delle defezioni.

Ma a parte i disaccordi su alcuni temi, e le profonde differenze di veduta tra le due anime della maggioranza, la stabilità del governo non sarebbe messa a rischio almeno fino a settembre. “A settembre si vota il taglio di 345 parlamentari della Repubblica” ha detto Di Maio che “esclude totalmente” che il governo possa cadere prima.

Le mozioni pro e contro il Tav

Riguardo le mozioini relative al progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione, sono attese quella per il No da parte del Movimento 5 Stelle e quella per il Sì da parte del Pd. A queste due si andrebbe ad aggiungere anche una mozione da parte di Forza Italia, mentre la Lega per il momento continua ad avere un atteggiamento attendista. 

In questo modo, almeno per il momento, e almeno in linea teorica, esiste la possibilità che a passare sia la Mozione pentastellata del No al Tav, grazie al non voto calcolato di Lega e Pd. Così il presidente del Consiglio Conte si troverebbe nella scomoda posizione di dover gestire il No al Tav proveniente dal partito di maggioranza relativa, e ratificato dal Parlamento.

Una posizione scomoda, ancora del tutto ipotetica è chiaro, derivante proprio dalle dichiarazioni di Giuseppe Conte, che aveva dato il via formale all’opera alcuni giorni fa. Fonti parlamentari vicine alla Lega però riferiscono che il Carroccio sarebbe più incline a votare No alla mozione del Movimento 5 Stelle, optando invece per il non voto alla mozione del Pd.

Molti punti restano ancora da chiarire, a cominciare proprio dalle posizioni che assumerà la Lega, ma non è stata neppure stabilita con certezza la calendarizzazione, in merito alla quale dovrà esprimersi la capigruppo al Senato. Non si può neppure escludere un suo rinvio a settembre, che per il Premier significherebbe alleggerirsi un po’ il carico di queste settimane.

Sulla posizione del presidente del Consiglio si è espresso il vicepremier Di Maio: “qualcuno dice che così stiamo sfiduciando Conte, io voglio dirlo chiaramente: c’è piena fiducia in Conte” poi l’attacco agli alleati di governo della Lega, prima contrari ed ora favorevoli al Tav “qualcuno parla di crisi di governo, ma quale crisi? Al massimo parliamo di una crisi di qualche partito che vota insieme al Pd e a Berlusconi un regalo a Macron.”.

La mozione del Pd verrà presentata in parte per evitare di votare insieme a Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia il No alla mozione dei 5 Stelle, e almeno in linea teorica, per sbloccare non solo il cantiere dell’Alta Velocità ma anche quelli di altre grandi opere. Insomma la mozione del Pd servirebbe a “superare le indecisioni della maggioranza” e dovrebbe essere votata dai 58 senatori dem. Quella del Movimento 5 Stelle può contare invece sui voti dei 106 senatori pentastellati più il voto del dem Tommaso Cerno.

Il nodo del decreto sicurezza bis

Molto meno incerta la situazione con il decreto sicurezza bis tanto caro alla Lega, anche se qualche sorpresa potrebbe arrivare persino qui. Di Maio ha già rassicurato che non ci sarà alcun ostacolo all’approvazione del decreto. “Il governo non rischia, nel decreto c’è anche la norma M5S sulla confisca delle navi” spiega Di Maio, che parla di “grande recita” tra le ong e chi professa la fede dei porti chiusi.

Secondo quanto riportato dall’Ansa però, alcuni senatori del Movimento 5 Stelle sarebbero intenzionati a non votare il provvedimento, si tratterebbe di Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Murra. Ma grazie anche ad alcuni sì che dovrebbero arrivare da Fratelli d’Italia, l’approvazione del provvedimento non dovrebbe essere affatto a rischio.

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