Non risponderà nemmeno Francesco Vannucci, l’ex bancario della Monte dei Paschi di Siena, alle domande dei Pm sul caso dei fondi russi alla Lega. Sceglie quindi la stessa strategia difensiva che prima di lui avevano adottato gli altri due presenti all’incontro presso l’Hotel Metropol di Mosca, ovvero Savoini e Meranda.

Vannucci è anche lui indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale, dopo che nei giorni scorsi aveva reso noto, tramite una dichiarazione all’Ansa, di aver preso parte all’incontro tenutosi in Russia il 18 ottobre 2018, insieme a Gianluca Savoini, ex collaboratore della Lega nonché presidente dell’associazione Lombardia-Russia, e l’avvocato Francesco Meranda, entrambi presenti nello stesso fascicolo d’indagine.

Il Movimento 5 Stelle decide di non affondare il colpo

Non bastava il caso “Moscopoli” a minare la già precaria stabilità del governo giallo-verde, ma sul tavolo del governo finiscono in questi giorni anche le intercettazioni citate in una informativa della Dia di Trapani, dalle quali si evincono contorte strategie volte a nominare il leghista Armando Siri al governo, e influenzare il ruolo di Luigi Di Maio.

Le parole sono quelle di Paolo Arata, già indagato dal 19 aprile insieme allo stesso sottosegretario Armando Siri. L’indagine per corruzione avviata dalla procura di Palermo nell’ambito di una indagine più ampia su alcune aziende nel campo delle energie rinnovabili porta poi al suo arresto il 12 giugno insieme al figlio. Le accuse sono di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

E quello che dice Arata nelle nuove intercettazioni non è roba da poco, specie in un momento come questo. Così, per garantire la sopravvivenza del governo inizia un giro di telefonate al termine del quale si giunge alla conclusione di non affondare il colpo sull’alleato della Lega.

La decisione viene presa dal premier Giuseppe Conte insieme a Luigi Di Maio e ad altri esponenti del Movimento 5 Stelle, e riguarda sia il caso Arata che il caso dei fondi russi. Mercoledì, quando il Presidente del Consiglio fornirà alle camere un’informativa sui presunti fondi russi alla Lega, terrà anche un discorso non solo in qualità di premier, ma anche come giurista.

Un discorso che però non entrerà nel merito delle indagini. Conte non dirà che Savoini è stato un intermediario a Mosca tra la Lega e i finanziatori russi, così come non parlerà del fatto che il leader del Carroccio Matteo Salvini non poteva non sapere dell’intera vicenda. Il premier Conte si limiterà ad una informativa in difesa dell’esecutivo e in difesa del ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale nell’ambito dell’Alleanza Atlantica. Non sarà quindi una strenua difesa dell’alleato di governo, questo certamente no, ma neppure affonderà il colpo.

L’informativa del Premier Conte dovrà essere il più istituzionale possibile, e lo scopo è chiedere ed ottenere la massima trasparenza, dovuta sia al Parlamento che all’intero Paese. Niente sfida al vicepremier Salvini quindi, ma una difesa del governo nella sua collegialità. Potrebbe però prendere la piega sbagliata se ad esempio Matteo Salvini dovesse decidere di parlare dai banchi della Lega.

Di Maio: “se qualcuno esterno al governo ha provato a manipolare le scelte di governo pretendo massima chiarezza”

Sia Conte che Luigi Di Maio cercano di non provocare l’alleato di governo, e nonostante la Lega di Salvini sembra mettercela tutta per destabilizzare l’esecutivo, il Movimento 5 Stelle bada bene a non ritrovarsi per l’opinione pubblica nel ruolo di quelli che hanno causato la caduta del governo.

Sul caso Arata e sulle nuove intercettazioni, il leader dei 5 Stelle scrive su Facebook: “E’ gravissimo. Se qualcuno, esterno al governo, ha provato a manipolare le scelte di governo, a controllare o sabotare l’azione del M5S, pretendo, e lo chiederò alla magistratura, la massima chiarezza.”

E nonostante le inchieste che vedono coinvolta la Lega, il partito di Matteo Salvini, stando a quanto riportano i sondaggi, continua a crescere. Di rimpasto per ora non si parla, anche se il Ministro dell’Interno sembra aver preso di mira il Ministro dei Trasporti, che peraltro si è trovato in profondo disaccordo col pentastellato Max Bugani per la questione del “sì” al passante di Bologna.

Le minacce di crisi da parte della Lega sono più o meno velate a seconda dei casi, ma mai del tutto assenti. Dal Movimento 5 Stelle alle provocazioni di Salvini rispondono così: “ci dica cosa vuole fare. Vuole un rimpasto di governo? Vuole la crisi? A noi non è arrivata alcuna richiesta.” In merito allo scottante tema dell’Autonomia invece Luigi Di Maio dichiara: “la riforma va fatta, ma dobbiamo scriverla bene. Se qualcuno sta giocando a spaccare l’Italia o il governo non lo permetteremo a nessuno.”

Tutti i nodi che riguardano il tema dell’Autonomia verranno fuori quando si terranno le riunioni ristrette, specie quella coi tecnici del Ministero di Economia e Finanza che è stata convocata dal Premier Conte per questo pomeriggio a Palazzo Chigi. In queste ore inoltre, Conte ha preferito non soffermarsi troppo sulle minacce di crisi che continuano ad arrivare dalla Lega, o sul possibile ribaltone, ma ha già convocato per giovedì le parti sociali e le imprese per parlare della manovra.

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