Alla fine non ci sarà nessuna procedura d’infrazione per debito eccessivo contro l’Italia. Le tanto temute gravi conseguenze sembrano essere state quindi evitate senza dover ricorrere ad alcuna manovra correttiva. Il collegio dei commissari europei ha infatti deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire alcuna procedura.
E’ stato il Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici a darne l’annuncio ufficiale “avevamo posto tre condizioni all’Italia. Dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020” ha spiegato Moscovici in conferenza stampa “il governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni.” Pertanto la manovra per debito eccessivo non è più necessaria né giustificata.
Si attende comunque che si esprimano sul caso i ministri che compongono l’Ecofin, ma il commissario francese si è già detto “molto fiducioso” in merito al parere che renderanno noto la prossima settimana. Si è anche rivolto al premier Conte: “do il benvenuto alla volontà del premier di perseguire un dialogo costruttivo con noi al fine di garantire che il progetto di bilancio sarà conforme al Patto. Può stare tranquillo” ha concluso “la mia porta rimane aperta.”
Come ha fatto l’Italia ad evitare la procedura d’infrazione?
L’ottimo risultato raggiunto è anche frutto delle trattative intavolate da questo esecutivo con Bruxelles, ed è arrivato solo in seguito all’approvazione avvenuto in data 1 luglio, del decreto che congela i risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza al fine di ridurre il deficit.
Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era espresso in merito “non credo che la procedura abbia ragione di essere aperta.” Si era quindi esposto in prima persona prendendo una posizione netta che in qualche modo sembra aver aiutato le mediazioni.
Moscovici stesso ha spiegato il motivo per cui è stata presa la decisione di non aprire la procedura d’infrazione contro l’Italia, facendo chiaramente riferimento alle ultime misure adottate dal governo. “L’Italia rispetterebbe globalmente le regole del Patto nel 2019 per quanto riguarda lo sforzo strutturale raggiungendo così la conformità” ha detto Moscovici “effettuerebbe un aggiustamento più grande del previsto e compenserebbe gran parte della deviazione osservata nel 2018. Per quanto riguarda il deficit nominale l’Italia rispetterebbe anche l’impegno assunto lo scorso dicembre riducendo il suo disavanzo al 2,04% del PIL nel 2019. Questo è stato un punto importante per noi per mantenere la credibilità di questo accordo.”
Evitare la procedura d’infrazione senza ricorrere all’aumento dell’IVA
Tuttavia il risultato raggiunto non ci permette di adagiarci sugli allori, come lo stesso Moscovici ha fatto notare: “non siamo alla fine del percorso” ha osservato “monitoreremo molto attentamente il documento programmatico di bilancio.” Documento che dovrà essere presentato dall’Italia entro il 15 ottobre prossimo.
Le considerazioni dei commissari della commissione sono state riassunte dallo stesso Moscovici, che ha anche menzionato la questione dell’aumento dell’IVA. “Abbiamo insistito coi nostri interlocutori italiani sulla necessità di rispettare le regole del Patto” ha affermato il commissario francese “questo deve passare attraverso la sostituzione dell’aumento dell’IVA che il governo non vuole attuare, attraverso misure alternative che assicurino il rispetto generale del Patto. Questo richiederà anche un programma di riforme strutturali che consenta all’economia italiana di generare una crescita sufficiente e quindi abbattere il deficit e il debito.” Infine si è congratulato poi in qualche modo con l’operato del nostro esecutivo: “prendo nota con soddisfazione dell’impegno delle autorità italiane.”
Moscovici ha anche ribadito che la procedura d’infrazione non ha la funzione di punire o mettere in riga, ma uno strumento che serve a “garantire che i governi perseguano finanze pubbliche sane e correggano rapidamente i problemi quando si verificano.”
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