Gli erano mancati solo 7 voti al primo scrutinio a David Sassoli, esponente del PD, ex vicedirettore e conduttore del TG1, ed eurodeputato dei Socialdemocratici, appoggiato come candidato Presidente del Parlamento Europeo anche da popolari e liberali.

Ce l’ha fatta però al secondo turno con 345 voti, ben 11 in più di quelli che gli occorrevano per raggiungere il quorum. E’ stato votato solo dagli eurodeputati del PD, tra i partiti italiani, si sono astenuti quelli di Forza Italia, mentre la Lega e Fratelli d’Italia hanno votato per Jan Zahradil (Conservatori Ecr). Il Movimento 5 Stelle non ha scelto un candidato da appoggiare, pertanto ciascun europarlamentare pentastellato ha avuto libertà di coscienza.

I voti espressi al secondo turno sono stati in totale 704, 37 le schede bianche o nulle. Ska Keller, principale rivale di Sassoli, aveva preso al primo turno 133 voti, che sono diventati 119 al secondo turno. Sira Rego candidata della sinistra Gue/Ngl ha preso 43 voti, uno in più rispetto al primo scrutinio. Jan Zahradil dell’Ecr ha preso 160 voti nonostante il gruppo parlamentare che lo appoggiava fosse composto da 64 parlamentari soltanto.

Il discorso di Sassoli, la storia dell’Europa dai nazionalismi al regolamento di Dublino

Dopo la sua elezione, Sassoli ha pronunciato il suo discorso, ricordando le radici dell’Europa, la sua storia, e l’importanza delle sue istituzioni, le quali “seppur imperfette e da riformare, ci hanno garantito la nostra libertà e indipendenza”. Un doveroso ringraziamento è stato anche rivolto al presidente uscente Antonio Tajani, ma ha anche sottolineato l’urgenza di riformare il regolamento di Dublino.

Il testo approvato in Parlamento Europeo prevedeva “il ricollocamento automatico e permanente obbligatorio in tutti gli Stati” ma i negoziati non sono mai andati fino in fondo. Revisione del Regolamento di Dublino che è altresì presente nel programma del contratto di governo sottoscritto dalla stessa Lega di Matteo Salvini.

“Signori del Consiglio Europeo, questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’aula, a stragrande maggioranza ha proposto nella scorsa legislatura” ha detto Sassoli nel suo discorso “lo dovete ai cittadini europei che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri. Lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo.”

“Non siamo un incidente della Storia” ha proseguito Sassoli “ma figli e nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi.”

L’Europa ha bisogno di “recuperare lo spirito dei padri fondatori” secondo David Sassoli, “coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente” rilanciando “investimenti sostenibili”.

Il nuovo presidente del parlamento europeo ha anche ribadito l’importanza di favorire “un maggior ruolo delle donne ai vertici dell’economia, della politica e del sociale” senza peraltro dilungarsi nell’argomentare in qualche modo il perché di tale impellenza, ma limitandosi al solito slogan della parità di genere.

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