Ne aveva dato l’annuncio ieri il Financial Times: nessuna procedura d’infrazione per deficit eccessivo per l’Italia. La Commissione Europea ha poi deciso di rimandare al 2 luglio le decisioni su eventuali sanzioni da applicare. Il Ministro dell’Economia Giovanni Tria intanto si è detto fiducioso del fatto che l’Italia riuscirà a trovare un accordo con la Commissione Ue.
“Non vedo ostacoli per un accordo” ha affermato Tria in occasione del seminario di economia internazionale di Villa Mondragone a Roma, e ha spiegato poi: “per un’economia a crescita zero l’obiettivo di un deficit pubblico del 2,1% per l’anno corrente rappresenta una politica di bilancio più che prudente e noi arriveremo a questo livello di deficit grazie ad una gestione prudenziale, anche se stiamo implementando le politiche sociali programmate decise con l’ultima legge di bilancio.”
Il Ministero sta lavorando in queste ore ad un documento, da presentare in Parlamento, con il quale intende dimostrare che le risorse a disposizione del governo sono superiori a quelle preventivate con il Def di aprile. Il Mef potrà contare sul maggior gettito, in parte dovuto alla diffusione della fatturazione elettronica, ed in parte frutto di alcune operazioni di recupero fiscale, ma anche su dividendi di Cdp e Bankitalia, nonché su spese minori per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. In questo modo il rapporto Deficit/Pil dovrebbe essere contenuto dal 2,4% al 2,1%.
Legge di Bilancio 2020 e Flat Tax
Saranno determinanti gli impegni dell’esecutivo con la Legge di Bilancio 2020. La Lega spinge sulla Flat Tax, e il Movimento 5 Stelle non avrebbe nulla in contrario se non fosse che trovare i fondi ora come ora sembra quasi impossibile.
Secondo la Commissione Europea, il rapporto Deficit/Pil dell’Italia salirà l’anno prossimo al 3,5%, mentre il programma di stabilità lo fissava al 2,1%. Da qui l’esigenza di applicare la disciplina di bilancio che impedisca al deficit/pil di muoversi al rialzo.
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