E’ stato lo stesso Matteo Salvini ad ammettere che il viaggio negli States gli ha fatto maturare “una convinzione fortissima” in merito alla necessità di procedere con un drastico abbassamento delle tasse. Serve una riforma coraggiosa secondo il Ministro dell’Interno. “E quindi è mio dovere farla” afferma Salvini “se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado.”
Il vero problema secondo il leader del Carroccio, è che non esiste una riforma seria se non si provvede ad un taglio delle tasse di almeno 10 miliardi di euro. Sarebbe questo dunque il punto di partenza base per iniziare a discutere di un abbassamento della pressione fiscale, e tutto ciò deve essere necessariamente fatto entro la fine del 2019.
I tagli nel programma di Salvini però, non troverebbero né il consenso dell’Europa, e questo di certo non stupisce, ma neppure quello di parte del parlamento italiano. “Ma poi, i liberali non vogliono il taglio delle tasse?” Domanda con una punta di ironia. Salvini ricorda che abbassare le tasse serve prima di tutto a rianimare l’economia e rimettere i soldi in circolazione.
La vera recessione in Italia è quella demografica
Poi il leader della lega affronta il problema del calo delle nascite, cita i dati Istat e cerca di spiegare per quale motivo è fondamentale abbassare le tasse a famiglie e lavoratori. “Visto i dati Istat? Io ringrazio Blangiardo, il presidente dell’Istat, che giusto oggi rende chiaro quello che noi diciamo da un pezzo: la recessione è quella demografica, il blocco delle nascite è un dramma” e afferma poi con rinnovata convinzione: “taglieremo le tasse a lavoratori e famiglie a prescindere dal parere di qualche burocrate. Il futuro dei nostri figli e dell’Italia viene prima dei vincoli decisi chissà dove.”
Se non si procede con la flat tax Salvini si dice pronto a chiudere questa esperienza di governo. Una minaccia o avvertimento che dir si voglia, sempre più frequente da quando la Lega ha ottenuto il 34% alle europee.
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