Non ha ancora prodotto i risultati sperati l’ultimatum lanciato da Conte nella conferenza stampa a Palazzo Chigi di due giorni fa. I due schieramenti che compongono l’esecutivo si sono detti sin da subito disponibili a tornare al lavoro per portare avanti i punti del contratto di governo, ma di fatto la situazione non si sblocca, ed ecco perché.
Una legittimazione plateale come quella ottenuta dalla Lega nell’ultima tornata elettorale le ha fatto perdere ogni interesse a contrattare con il Movimento 5 Stelle. Tornare al voto non sarebbe altro che una formalità per la Lega. Il dubbio che possa perdere le elezioni non sfiora neppure il più pessimista dei leghisti.
Sarà il TAV a far cadere il governo?
E qual è il punto più ostico su cui Lega e Movimento 5 Stelle sembrano proprio non riuscire a trovare un accordo? Probabilmente è quello del TAV, il Treno Alta Velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione sventrando le montagne che ci sono in mezzo. Un progetto che poteva avere senso ai tempi in cui era stato concepito, ma che oggi non ha alcuna ragione di esistere.
La Lega però non vuole sentire ragioni e vuole andare avanti con l’opera. Pardon, iniziare l’opera. Perché di fatto in Italia per il TAV i cantieri non sono mai realmente partiti. Ma non è questo il punto. Il punto è che fare il TAV è cavallo di battaglia della Lega quanto non farlo è cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
Fino ad ora il tira e molla è andato avanti. Ogni tanto qualche scaramuccia sulla questione tra Lega e M5s ma entrambi avevano tutto l’interesse a che la cosa non degenerasse mettendo a rischio la stabilità del governo. Ora è solo il M5s ad auspicare che la cosa non degeneri, e difficilmente sarà sufficiente.
Cedere platealmente sul TAV potrebbe significare la fine del Movimento 5 Stelle, che perderebbe la poca credibilità che gli è rimasta. Il M5S ha peccato forse di ingenuità facendo proprie delle battaglie che non si potevano vincere. Ma non è solo questo, perché anche la Lega fa qualcosa di molto simile. La differenza sta nel fatto che quelle scelte dal M5S si rivelano cause perse in maniera rapida e plateale. Quelle della Lega invece no. Prima che i sostenitori del partito di Salvini se ne accorgano dovranno passare anni. E allora sarà il turno di qualcun altro.
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