Non hanno ancora prodotto risultati concreti e tangibili gli appelli del premier Conte. Anche se più che un appello quello del presidente del consiglio voleva essere un vero e proprio ultimatum. O si va avanti, abbandonando i toni da campagna elettorale, rimettendosi al lavoro sui punti del contratto di governo, e senza invasioni di campo da parte di alcuni ministri nei confronti di altri, oppure rimetto il mandato nelle mani di Mattarella.
Ed i sì sono arrivati in tempi brevi, proprio come chiesto da Conte, solo che di fatto le trattative sui punti cruciali sono a un punto di stallo. Il fatto è, e questo era ben chiaro da un pezzo, che la Lega non ha più il minimo interesse a intavolare trattative con la controparte pentastellata. Vuole solo andare avanti col programma sottoscritto e approvato dal suo 34% delle europee, e se il governo salta pazienza. Una volta tornati al voto, Salvini potrà formare un governo con l’estrema destra della Meloni e procedere poi col programma leghista senza incontrare più alcun ostacolo.
Con un governo leghista fuori dall’Europa
Ma cosa farebbe la Lega una volta al governo? Una delle prime cose sarebbe sicuramente abolire il reddito di cittadinanza, fare un passo indietro, o magari anche due, sui tagli ai privilegi dei politici e alla normativa ambientalista. E oltre a tutto ciò, naturalmente, ci si aspetta un giro di vite sull’immigrazione e sulla lotta alla droga, questioni sulle quali fino ad ora Salvini ha solo costruito tanta propaganda senza produrre risultati concreti, eccetto quello di raddoppiare i consensi al partito. D’altra parte la propaganda a questo serve.
Un altro punto interessante riguarda l’euroscetticismo della Lega. Anche il Movimento 5 Stelle non vede di buon occhio l’austerity e tutta quella caterva di norme che limitano la libertà di manovra del governo, ma ha preso atto del fatto che in questo momento, nelle condizioni in cui si trova il Paese Italia, non è il caso di portare avanti una sfida a braccio di ferro contro l’Europa.
Il M5S ha quindi scelto un difficile compromesso, ammorbidendo la propria linea populista. Una scelta obbligata e di buon senso probabilmente. La Lega però non fa sconti. Salvini proietta l’immagine di uno che non si ferma davanti a niente e che i problemi li risolve. O almeno di questo sembra essersi convinto quel 34% di Italiani. E quanto all’Euro, la Lega ha affermato di volerne uscire.
Strada lunga e tortuosa quella per uscire dall’euro in realtà, persino per Salvini. Basti pensare che la Gran Bretagna ha votato per uscire dall’Europa nel giugno del 2016 e sta ancora lì. Tra poco gli chiederanno di rivotare, hai visto mai che hanno cambiato idea dopo 3 anni.
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