E’ passata oltre una settimana dalla chiusura delle urne. Le elezioni europee hanno segnato una sconfitta senza precedenti per il Movimento 5 Stelle che ha visto dimezzati i propri consensi. Per la Lega invece tutto il contrario. I consensi per il Carroccio sono raddoppiati. E sebbene all’indomani del voto gli esponenti della maggioranza avessero tranquillizzato gli animi in merito allo spauracchio della crisi di governo, ora la possibilità di un ritorno anticipato al voto sembra molto più concreta.

Indice dei contenuti

Il clima è rimasto sempre quello di una lunga campagna elettorale, sin dalla nascita dell’esecutivo in un certo senso. Due partiti con profonde differenze, alla guida di un Paese pieno di contraddizioni e con tante emergenze cui far fronte sapevano di dover affrontare una difficile convivenza. Una sfida che ora sembra sempre meno possibile con una crisi di governo forse inevitabile.

I toni della campagna elettorale vanno abbandonati e bisogna tornare al lavoro. Il messaggio del premier Conte è molto chiaro, ma bisogna capire quali sono le intenzioni dei due partiti che formano la compagine di governo. Ci si aspetta che Giuseppe Conte ripercorra nel suo discorso le varie tappe toccate dall’esecutivo, parlando degli obiettivi raggiunti e di quelli da raggiungere, chiedendo poi apertamente a Matteo Salvini e Luigi Di Maio se esista o meno la volontà di portare avanti il programma di governo.

La Lega

La Lega ha posto delle condizioni forte del suo 34% delle europee. Ci sono alcuni temi sui quali ora si aspetta un sì dalla controparte penta stellata, altrimenti, e la minaccia non appare molto velata, si torna al voto. L’esito sarebbe con ogni probabilità infelice per un M5S così in difficoltà, e questo la Lega lo sa bene. I nodi sono quelli della Flat Tax, delle autonomie e del codice appalti.

Quanto ai primi due punti un accordo lo si potrebbe anche trovare, almeno questo è quanto sarebbe fin qui trapelato. Molto più ostica invece la questione del codice appalti, in merito alla quale il Movimento non sarebbe disposto a cedere.

Il Movimento 5 Stelle

Un elettorato severo quello che ha punito il Movimento 5 Stelle, reo di aver deluso le aspettative forse fin troppo alte dei votanti. Aspettative che andavano quantomeno riviste alla luce della convivenza, tutt’altro che facile, col partito di Salvini.

Cedere ora su temi caldi significherebbe rinunciare a un’altra porzione della propria identità di partito, per il Movimento 5 Stelle, e con essa ad un’altra porzione di elettorato. Un lusso che il M5S non può proprio permettersi, ma soprattutto sarebbe un prezzo che vale la pena pagare pur di tenere in vita un governo sempre più leghista?

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.