Assieme al metaverso, gli NFT sarebbero dovuti essere i grandi protagonisti del 2022 e invece, soprattutto negli ultimi mesi, i Non Fungible Token sono associati soprattutto a termini come “bolla” e “speculazione”. Perchè si sta verificando tutto questo? Le ragioni sono differenti: alcune riguardano la situazione generale dei mercati mentre altre hanno invece a che fare con i limiti del settore.
Per quanto riguarda il primo punto, è innegabile che gli NFT siano stati alquanto sfortunati essendo diventati protagonisti dei mercati nel momento più sbagliato.
A causa delle politiche monetarie seguite dalle banche centrali per contrastare l’inflazione, infatti, i mercati hanno subito duri contraccolpi. La drastica diminuzione della liquidità disponibile ha mandato al tappeto gli asset percepiti come più rischiosi. In questo calderone sono finiti anche gli NFT. Sempre restando sul piano generale, però, c’è anche dell’altro. Non è un momento facile per le criptovalute (e questo è risaputo) ma non è neppure un momento semplice per i colossi tech (le azioni tecnologiche sono infatti crollate e quotate come Meta o la stessa Amazon hanno annunciato piani di taglio del personale). Gli NFT, loro malgrado, sono associati sia agli asset digitali che alle big del settore tech e quindi pagano le conseguenze di questa interpretazione (non importa fino a che punto essa sia vera o falsa).
Per quello che riguarda invece il secondo punto, ossia limiti insiti negli NFT, il grande problema del settore è rappresentato dalla speculazione.
Inutile fare giri di parole: il mondo degli NFT è pieno di speculatori (e non certo da oggi). Oltre il 90 per cento dei membri della community NFT hanno un solo obiettivo: quello di vendere qualcosa ad un prezzo maggiore dopo averlo comprato. Secondo Fred Antunes, CEO di RealFevr, è fondamentale lanciare dei prodotti che sia in grado di attirare una nuova generazione di investitori (oltre agli speculatori). Per l’esperto ci sono 4 differenti audience che ancora non partecipano alla Cripto-community, alla Web3 space e al settore degli NFT.
Il primo audience, fondamentale per creare cultura, include i collezionisti. Questi ultimi sono da sempre molto attivi sui beni reali ma non sono ancora saliti a bordo dell’industria NFT. Il loro arrivo potrebbe aiutare a creare il valore del collezionismo anche tra gli asset intangibili. Sarebbe un punto di svolta per tutto il settore.
Il secondo audience è rappresentato dai gamer. Questi ultimi, quanto giocano, spendono migliaia di dollari all’anno acquistando asset a supporto del loro game. I giocatori non comprano per vendere ma comprano per giocare e sono quindi quanto di più lontano da un approccio speculativo.
Il terzo potenziale audience dei Non Fungible Token è rappresentato dai fans dello sport. I tifosi si fanno guidare da emozioni e passione. Il loro obiettivo non è speculare ma sostenere il loro team. Lo fanno nella realtà ed è fondamentale che lo facciamo anche nel mondo non fungibile. La loro presenza sarebbe l’antidoto più forte e valido alla strapotere della massa di speculatori.
E per finire il quattro audience potenziale è rappresentato, secondo il CEO Fred Antunes, dai cosiddetti distruttori digitali. Questi ultimi hanno un solo obiettivo: mettere in mostra i loro NFT negli account Instagram o Twitter. In pratica i distruttori digitali sono semplicemente coloro i quali si vantano di avere ben (in questo caso non fungibili) che gli altri non hanno.
Conclusioni: se queste 4 categoria di soggetti potenzialmente interessati agli NFT dovessero finalmente entrare sul mercato, il peso degli speculatori sarebbe finalmente ridotto e per il settore di aprirebbe una nuova era.
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