
Tim Sweeney, fondatore e CEO di Epic Games, ha colto l’occasione durante un recente evento di Y Combinator per lanciare pesanti accuse contro Apple e Google, definendo le loro pratiche commerciali “illegali” e “mafiose”. L’imprenditore non ha risparmiato parole, denunciando un sistema che secondo lui penalizza l’innovazione, danneggia gli sviluppatori e ostacola la concorrenza leale.
Durante il suo intervento, Sweeney ha dichiarato:
“La triste verità è che Apple e Google non sono più aziende che operano in buona fede e nel rispetto della legge. Sono gestite, sotto molti aspetti, come organizzazioni gangster, pronte a tutto pur di fare ciò che credono di poter farla franca. Se pensano che una multa sia più economica della perdita di fatturato derivante da una pratica illegale, scelgono sempre di violare la legge e pagare la sanzione. Il crimine paga, per le Big Tech.”
Accuse ad Apple: “Porta al fallimento gli sviluppatori”
Sweeney ha rimarcato che Apple disincentiva la pubblicazione di giochi attraverso lo store di Epic, imponendo condizioni proibitive. In particolare, ha sottolineato che:
- Gli sviluppatori con oltre un milione di download sono obbligati a versare ad Apple un pagamento annuo di 50 centesimi per installazione, definito “core technology fee”.
- Questo modello rischia di mettere in ginocchio piccoli e medi sviluppatori, rendendo impossibile competere con le grandi produzioni.
Secondo il CEO di Epic, la logica di Apple non è quella di far prosperare il mercato, ma di soffocare qualsiasi modello alternativo che possa mettere in discussione il proprio monopolio.
Google sotto accusa: “Dissuade gli utenti con avvisi fuorvianti”
Sweeney ha poi puntato il dito contro Google, accusandola di ostacolare l’installazione dell’Epic Games Store su Android. Quando un utente prova a scaricare lo store direttamente dal sito ufficiale, viene accolto da un messaggio di avviso che lo mette in guardia su potenziali rischi per la sicurezza, definendo il software come proveniente da una “fonte sconosciuta”.
Secondo i dati citati dal CEO, tra il 50 e il 60% degli utenti abbandona l’installazione a causa di questo messaggio, che mina la fiducia e riduce drasticamente le opportunità di guadagno per Epic Games. Sebbene Google non segua la stessa linea di Apple in termini di commissioni, il risultato è comunque quello di frenare la libera distribuzione di app alternative.
Una battaglia legale e ideologica che continua
Le dichiarazioni di Sweeney non sorprendono chi ha seguito la lunga disputa legale tra Epic Games e Apple, scoppiata nel 2020 in seguito alla rimozione di Fortnite dall’App Store. Il caso ha acceso un faro sulle pratiche monopolistiche dei grandi app store e ha spinto il dibattito pubblico e politico verso una maggiore attenzione alla regolamentazione antitrust nel digitale.
Sweeney ha ribadito che nulla cambierà finché non ci sarà un’applicazione delle leggi molto più rigorosa, evidenziando l’assenza di un reale deterrente per aziende con risorse illimitate, che possono tranquillamente pagare le multe e continuare con comportamenti scorretti.
Le parole di Tim Sweeney rinnovano la tensione tra innovazione indipendente e controllo delle big tech, in un mercato in cui l’accesso, la visibilità e la monetizzazione sono spesso in mano a pochi attori dominanti. Le sue dichiarazioni mettono in discussione l’etica operativa di Apple e Google, e sollevano interrogativi urgenti su come garantire una concorrenza davvero libera nel mondo digitale.
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