modellino di una casetta e chiavi

Quello dei mutui resta un campo particolarmente accidentato, con molti interrogativi e poche certezze in questa congiuntura economico-finanziaria.

Le recenti decisioni prese a Francoforte hanno determinato un ulteriore aumento dei tassi di interesse dei mutui, e questo si ripercuote inevitabilmente sulle rate che finiscono per diventare sempre più pesanti.

Un vero e proprio incubo per le famiglie italiane, ma per chi ha un mutuo a tasso fisso la situazione sembra gradualmente migliorare invece che peggiorare.

Salgono le rate dei mutui a tasso variabile ma scendono quelle dei mutui a tasso fisso

Le scelte fatte dalla Bce, nell’intento di mantenere sotto controllo il livello dell’inflazione e il conseguente aumento dei prezzi, determinano inevitabilmente delle spiacevoli conseguenze per chi deve far fronte al pagamento delle rate di un mutuo.

Inutile sottolineare che la posizione che l’Europa ha assunto rispetto alla crisi ucraina non fa che danneggiare pesantemente l’economia del Vecchio Continente, senza peraltro che vi sia la benché minima possibilità di ottenere dei successi sul campo di battaglia, né tantomeno che si addivenga ad una trattativa di pace.

Tutto quel che resta da fare, in considerazione del fatto che determinati interessi geopolitici vengono abbondantemente prima di quelli dei comuni cittadini, è tentare di contenere l’inflazione attraverso interventi da parte della banca centrale.

L’Unione Europea dal canto suo ha già deciso che gli stipendi non dovranno essere aumentati, ma al tempo stesso la BCE interviene aumentando i tassi di interesse determinando così un aumento delle rate dei mutui.

Infatti la strategia messa in atto prevede un ulteriore aumento dei tassi di interessi per il mese di marzo 2023, destinato a sommarsi a quello che abbiamo già registrato nella seconda parte del 2022.

Questo si tradurrà, per chi ha un mutuo a tasso variabile, in un ulteriore rincaro di circa 35, 40 euro al mese, che andandosi a sommare agli aumenti precedenti portano il rincaro complessivo a poco meno di 200 euro.

Nel caso dei mutui a tasso variabile invece succede praticamente il contrario. Infatti nel 2023 accedere ad un mutuo a tasso fisso è quasi certamente più conveniente che ad un mutuo a tasso variabile proprio per via dell’estrema volatilità dei prezzi.

Si prevede infatti che dal mese di marzo 2023 in poi non assisteremo ad aumenti delle rate dei mutui a tasso fisso, anzi in molti casi gli istituti di credito hanno tagliato di molti punti base i tassi fissi offerti.

Tra l’altro è teoricamente possibile, attraverso la rinegoziazione del mutuo, ottenere un taglio fino al 35% della rata.

Nel 2024 i tassi di interesse potrebbero iniziare a scendere

È chiaro che la tendenza al rialzo non è un fenomeno che può andare avanti ad oltranza, infatti seguendo gli indici Irs ed Euribor notiamo che la curva appare in discesa e quindi è legittimo ritenere che a partire dal 2024 i tassi dei mutui potrebbero iniziare a scendere in maniera significativa.

In caso di eccessiva offerta e di scarsa domanda si potrebbe altrimenti andare incontro ad un collasso dell’intero mercato immobiliare.

Il governo italiano nel frattempo sta valutando le varie opzioni per affrontare il problema dei giovani che hanno bisogno di accedere ad un mutuo per l’acquisto della prima casa. Si tratta anche in questo caso di strategie che potrebbero influenzare positivamente la curva dei due indici che abbiamo citato.

In questo contesto mutevole ed altamente incerto il cittadino può tentare di ricorrere a tre possibili soluzioni per riuscire ad abbassare la rata del mutuo, passando dal tasso variabile al tasso fisso o viceversa a seconda dei casi.

Una delle opzioni è la rinegoziazione del mutuo, poi esistono anche la portabilità o surroga, e la sostituzione. Tutte e tre le soluzioni prevedono che il cittadino si rivolga all’istituto di credito nel tentativo di trovare una soluzione più adatta alle proprie esigenze e alle proprie possibilità.

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