Il sommergibile Titan è scomparso sulla rotta del Titanic e le speranze di trovare i 5 passeggeri a bordo vivi sono molto basse. Secondo le stime fatte dalla Guardia Costiera americana, le scorte di ossigeno a bordo del Titan dovrebbero essere finite dalle 13:18 di oggi, giovedì 22 giugno, ora italiana. Nonostante le ricerche continuino, la corsa contro il tempo sembra essere tragicamente conclusa.
Navi, un robot per perlustrazioni marine e aerei sono stati inviati nella zona delle ricerche al largo dell’isola canadese di Terranova, ma finora non sono stati ottenuti risultati.
A tal proposito non dimentichiamo che un sommergibile come il Titan presenta alcune differenze fondamentali rispetto a un sottomarino classico. Mentre un sottomarino può rimanere sott’acqua per periodi più lunghi, i sommergibili hanno meno riserve di potenza. Di solito, le immersioni del Titan fino al relitto del Titanic durano circa 10-11 ore.
Le ipotesi sulle cause della perdita di contatto del Titan con la Terra ferma sono molte. Il sommergibile ha smesso di trasmettere segnali nel pomeriggio del giorno di partenza, poco dopo l’immersione.
Secondo Stefan B. Williams, professore di robotica marina all’Università di Sydney, uno scenario ottimistico potrebbe essere che il Titan stia galleggiando alla deriva nell’Oceano Atlantico, in attesa di essere trovato. Questo potrebbe essere accaduto se il dispositivo di comunicazione si fosse guastato e il sommergibile fosse già riemerso in attesa di soccorso. In tal caso, le possibilità di rintracciarlo e di salvare l’equipaggio aumenterebbero.
Un’altra possibilità, anche se paradossale, è che il Titan sia risalito fino al pelo dell’acqua senza riuscire a riemergere completamente. In questa situazione, l’equipaggio potrebbe trovarsi a pochi centimetri dall’aria aperta ma senza sistemi di comunicazione funzionanti per trasmettere la propria posizione.
Al contrario, una delle ipotesi più preoccupanti è che il Titan si sia incagliato nel relitto del Titanic. I sottomarini militari non possono raggiungere tali profondità e il recupero sarebbe estremamente difficile.
Altro scenario da considerare è un possibile affondamento del sommergibile. Se il Titan avesse perso il controllo e fosse finito sul fondo dell’oceano, il recupero sarebbe praticamente impossibile.
Oltre a queste ipotesi, si potrebbe anche ipotizzare un’implosione a bordo del Titan. Nonostante sia progettato per resistere alle alte pressioni delle acque profonde, un malfunzionamento o un problema strutturale potrebbe comprometterne l’integrità e portare a un’implosione. Inoltre, l’insorgere di un incendio a bordo, causato ad esempio da un cortocircuito elettrico, potrebbe danneggiare i sistemi elettronici di navigazione e controllo del sommergibile.
I rumori regolari uditi nei giorni di martedì e mercoledì hanno dato un flebile segnale di speranza ai soccorritori, ma sembra che queste speranze si stiano dissolvendo. A bordo del Titan si trovano un esperto pilota francese, tre turisti (due pachistani e un britannico) e il capo della società proprietaria del sommergibile.
Le prossime ore saranno cruciali per valutare le evoluzioni della situazione e comprendere meglio ciò che potrebbe essere accaduto al sommergibile Titan.
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