L’obbligo vaccinale per tutti gli over 50 imposto dal governo di Mario Draghi ha già portato all’emissione di decine di migliaia di sanzioni, molte delle quali sono già state inviate a coloro che non hanno adempiuto all’obbligo ma, a quanto pare, anche a coloro che erano esenti per varie ragioni oppure erano addirittura in regola con la ‘vaccinazione’ anti-Covid.
Molti contribuenti con 50 anni di età stanno ricevendo le multe per mancato adempimento all’obbligo vaccinale proprio in questi giorni. Per l’esattezza l’Agenzia delle Entrate Riscossioni (ADER) ha inviato quasi 1,2 milioni di sanzioni da 100 euro, la metà di queste nel mese di aprile e l’altra metà adesso. Un’altra quota delle multe sarà inviata invece nelle prossime settimane.
Multe per non vaccinati anche ai vaccinati
Le multe destinate ai cittadini che non hanno adempiuto all’obbligo di sottoporsi alla somministrazione del farmaco sperimentale, imposto dal governo di Mario Draghi a partire dal 1° febbraio 2022 per tutti gli over 50, hanno iniziato a fioccare nel mese di aprile, ed ora è già arrivata la seconda tranche di sanzioni che, però, sta raggiungendo spesso, anche questa volta, cittadini che avevano regolarmente ricevuto l’inoculazione o che erano esenti dall’obbligo per altre ragioni.
Sanzioni comminate per sbaglio dunque, e il problema è che fare ricorso non è nemmeno così semplice per una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che nel meccanismo sono coinvolti sia le aziende sanitarie che l’Agenzia delle Entrate.
All’origine dell’invio di sanzioni anche a chi doveva risultare in regola con l’obbligo ci sono procedure complicate, errori, diverse interpretazioni delle norme da parte delle aziende sanitarie che si trovano a svolgere il ruolo di intermediario nell’ambito del meccanismo sanzionatorio.
A ricevere la multa per non aver accettato la somministrazione del farmaco sperimentale dovevano essere gli over 50 che non avevano risposto alla ‘chiamata’ entro il 1° febbraio 2022, coloro cioè che non avevano ricevuto nemmeno una dose o non avevano completato il ciclo vaccinale e che al tempo stesso non avevano alcuna forma di esenzione, ad esempio perché a quella data positivi al Covid oppure esenti perché guariti da meno di sei mesi.
Fatto sta che adesso i non vaccinati con più di 50 anni sono circa 1,7 milioni di persone, ma a ricevere la multa sono stati spesso anche cittadini che non avrebbero dovuto essere sanzionati.
Dove sono state fatte più multe per l’obbligo vaccinale?
I dati pubblicati da Repubblica evidenziano che non vi è una particolare distribuzione delle multe per mancato adempimento dell’obbligo vaccinale per over 50 sul territorio nazionale. Risulta infatti il maggior numero di multe nelle Regioni più popolose, con al primo posto la Lombardia, quindi il Lazio e la Campania.
I numeri dicono che complessivamente sono state comminate ad oggi 169.102 sanzioni in Lombardia, 131.100 nel Lazio, e 110.866 in Campania. In fondo troviamo le 2.602 multe della Valle d’Aosta, le 4.928 del Molise e le 7.982 della Basilicata.
A rendere più complicati i controlli e quindi stabilire chi di fatto doveva essere multato diversi fattori a cominciare dal fatto che molti certificati di esenzione, temporanei o definitivi, non sono stati raccolti e archiviati. Questo ha prodotto il risultato che anche gli esenti si sono visti recapitare l’avviso dell’Agenzia delle Entrate Riscossione circa l’avvio del meccanismo sanzionatorio, con il quale si avvisa il destinatario che ha 10 giorni di tempo per chiarire la sua posizione, dimostrando che è stato commesso un errore.
Il fatto è che dimostrare l’errore non è così semplice, principalmente perché nel processo sono coinvolte sia l’azienda sanitaria che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER).
Come funziona il meccanismo sanzionatorio sull’obbligo vaccinale
Per capire dov’è che si inceppa il meccanismo proviamo a cominciare dal primo passaggio, quello in cui l’azienda sanitaria che gestisce i dati della persona da vaccinare invia i dati in suo possesso al ministero della Salute. Poi il ministero della Salute condivide quei dati con ADER, e quest’ultima invia la comunicazione al soggetto interessato.
Tra questi passaggi possono esserci problemi legati alla mancata corrispondenza del codice fiscale con la tessera sanitaria, ad errori nella compilazione dei dati, o alla mancata archiviazione di documenti che certificano l’esenzione dall’obbligo, o di referti di positività sulla base dei quali la somministrazione del farmaco può essere rimandata.
E in queste ultime settimane di errori ne sono stati commessi di ogni tipo, con sanzioni che sono state inviate a persone vaccinate da mesi, persone che non avevano ancora 50 anni alla data di introduzione dell’obbligo o che non li avevano compiuti nemmeno al momento della comunicazione della sanzione. Hanno ricevuto la multa persone che avevano ricevuto il vaccino all’estero, cosa che dai dati in possesso delle Asl non risultava, a chi essendosi ammalato di Covid non poteva ricevere il vaccino in quanto malato o guarito da poco tempo. Inoltre hanno ricevuto la multa persino persone decedute da anni.
Cosa si deve fare se si è ricevuta la multa per sbaglio
Chiariamo prima di tutto che la gestione dei ricorsi è a carico delle aziende sanitarie locali, e che è proprio questa la ragione per cui non è possibile avere un quadro completo e dettagliato della situazione ricorsi. Mancano infatti i numeri precisi a livello nazionale di quante persone si sono opposte alle sanzioni e di quali siano quindi le maggiori criticità e gli errori commessi con maggior frequenza.
Premesso ciò, quando il cittadino riceve la comunicazione dell’avvio del meccanismo sanzionatorio anche se ha ricevuto la somministrazione completa del vaccino, oppure ritiene di essere esente dall’obbligo per altre ragioni, deve comunicare l’avvenuta vaccinazione o il motivo dell’esenzione, certificando il tutto con la documentazione del caso, alla propria azienda sanitaria locale. Ma non basta, perché la stessa comunicazione deve essere inviata anche all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Il contribuente multato ingiustamente per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale per over 50 deve inviare le suddette comunicazioni entro 10 giorni dalla ricezione dell’avviso da parte dell’ADER.
Una volta ricevuta la comunicazione da parte del contribuente, sarà l’azienda sanitaria locale a sua volta entro 10 giorni, a comunicare all’ADER se confermare la sanzione o meno. Se questa viene confermata poi l’ADER deve comunicare l’addebito al contribuente sanzionato entro 180 giorni.
A questo punto il cittadino ingiustamente sanzionato ha ancora 30 giorni di tempo per fare ricorso presso il giudice di pace (oppure 60 giorni di tempo per pagare l’importo della multa). Se il giudice di pace stabilisce che la multa debba essere pagata, allora il cittadino può ritrovarsi a dover pagare, oltre alla sanzione, anche le spese di giudizio.
Ciò non toglie che il cittadino può ancora evitare di pagare presentando un ulteriore appello entro 30 giorni dalla notifica della sentenza del giudice di pace.
Un percorso piuttosto lungo e tortuoso che presenta tra l’altro diversi punti d’ombra. Chiarito che vaccinarsi dopo aver ricevuto la sanzione non serve assolutamente a nulla perché la multa da 100 euro dovrà essere pagata ugualmente, resta da capire cosa succederà dopo il 15 giugno, data per la quale è fissata la scadenza dell’obbligo vaccinale per over 50.
Il 15 giugno poi non solo scadrà l’obbligo per gli over 50, ma anche l’obbligo vaccinale per insegnanti, personale scolastico e forze dell’ordine. Quindi cosa succederà ai ricorsi a partire da quella data? Al momento non è dato saperlo.
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