Il conflitto in Ucraina non è soltanto militare, ma diventa ogni giorno di più anche alimentare. Alcuni esperti l’hanno già definita la prima guerra mondiale del grano e le conseguenze di questo nuovo conflitto potrebbero essere devastanti.
Queste stime non riguardano solamente il numero di morti in battaglia, ma anche l’aspetto economico. Se i conflitti dovessero continuare, l’aumento dei prezzi, la carenza alimentare e anche la carestia diventerebbero delle realtà con cui fare i conti.
L’allarme, infatti, è stato lanciato anche dalle Nazioni Unite, soprattutto in seguito al blocco di 27 milioni di tonnellate di grano ucraino nei porti del Paese. Oltre il 95% dell’export di grano ucraino avviene via mare, ma a causa dei conflitti in corso, alcuni dei porti principali del Paese (come ad esempio quello di Mariupol) sono stati bloccati oppure sono finiti sotto il controllo dell’esercito russo.
Inoltre da alcuni giorni si sta diffondendo la notizia di un possibile furto, da parte del Cremlino, del grano ucraino, ma la notizia non è ancora stata confermata.
All’Ucraina, quindi, non resta che esportare il proprio grano attraverso dei piccoli porti fluviali situati sul Danubio, che tuttavia, essendo vecchi, non sono in grado di garantire il trasporto di tutte le 300mila tonnellate di cereali attese ogni mese.
L’altra alternativa per Kiev sembra essere quella dell’asfalto, ma anche in questo caso i problemi non sono pochi: basti pensare, ad esempio, all’elevato prezzo del carburante di questi mesi. Ecco perché questo nuovo conflitto è stato definito “una guerra del grano”. Ma vediamo ora di capire meglio cosa sta succedendo in questi giorni e quali possono essere le conseguenze.
Come mai il grano ucraino è così importante per il resto del mondo?
Per rispondere a questo quesito bisogna innanzitutto ricordare che dalla Russia e dall’Ucraina arriva più del 30% dell’export di grano in tutto il mondo. Inoltre, solamente quello proveniente dall’Ucraina permette di realizzare circa la metà del programma delle Nazioni Unite per combattere le carestie.
Senza contare poi che tantissimi Paesi economicamente meno avanzati, soprattutto nel caso dell’Africa, dipendono enormemente dall’export di grano da Kiev. E così il rischio di crisi alimentari e di carestie si fa sempre più concreto con il passare delle settimane.
Dall’Ue un nuovo piano per il grano ucraino
Anche l’Unione europea ha lanciato un allarme in merito. Adina Valean, commissaria ai Trasporti, ha spiegato che circa 20-25 milioni di tonnellate di grano devono lasciare l’Ucraina nel giro dei prossimi 3 mesi.
Per il prossimo raccolto si prevedono invece 50 milioni di tonnellate, ma vi è spazio disponibile solo per il 50% di questo. Secondo la commissaria, dunque, è necessario agire prontamente per liberare la capacità di stoccaggio, e per farlo è essenziale raggiungere un obiettivo di export di grano che non scenda al di sotto delle 3 o 4 tonnellate ogni mese.
E’ importante agire subito, soprattutto per poter garantire lo spazio sufficiente per lo stoccaggio del prossimo raccolto. Le previsioni per il 2022 però non sono del tutto rosee. Si stima infatti che sia del tutto impossibile superare i 30 milioni di tonnellate di export nel giro di un anno, vale a dire meno della metà rispetto a quello esportato prima della guerra.
Russia accusata di aver rubato il grano ucraino
Mentre dall’Ucraina un primo treno merci è partito trasportando un carico di grano, arrivando poi in Polonia e in Lituania, la Russia è stata accusata di aver rubato parte del grano di Kiev destinato all’export.
Un video trasmesso dalla Cnn mostra alcune immagini satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, dove due navi russe sembrano impegnate a caricare del grano ucraino rubato. Le immagini in questione risalgono allo scorso 19 e 21 maggio, e in questi scatti si vedono le due navi russe attraccate accanto a un silos di grano, mentre la materia prima viene riversata all’interno di una stiva tramite un nastro trasportatore.
Le due imbarcazioni hanno poi lasciato il porto e attualmente una di queste è diretta a Beirut, mentre l’altra è ancora nel Mar Nero. Non vi è certezza che queste navi abbiano effettivamente rubato il grano, ma alcuni affermano che i russi abbiano spostato queste forniture da altre zone alla Crimea, dove la produzione è decisamente più scarsa rispetto alle altre regioni.
La Russia apre al dialogo sull’export di grano e nega il furto
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha accusato pubblicamente la Russia di aver rubato il gas ucraino per rivenderlo all’estero, ma il Cremlino è intervenuto per negare con forza questi ipotetici furti.
Il viceministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, ha infatti respinto ogni accusa affermando che non è stato commesso alcun furto. Inoltre il viceministro si è detto pronto al dialogo con i partner internazionali per le forniture di grano che devono partire dall’Ucraina.
La Russia ha infatti affermato di essere disposta ad aprire dei corridoi umanitari per le navi che trasportano prodotti alimentari dall’Ucraina, chiedendo però a Kiev di garantire lo sdoganamento dei porti.
Dall’Ue, però, si osserva molta reticenza sulle parole di Rudenko, infatti una fonte diplomatica europea ha chiarito all’Ansa che le intenzioni del Cremlino “hanno davvero poca credibilità. Ogni annuncio non può essere ritenuto credibile a meno che non venga seguito da azioni concrete”.
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