La maggioranza e il governo hanno raggiunto un accordo sul nuovo cashback fiscale proprio in questi ultimi giorni, arrivando alla conclusione che lo sconto di fatto si applicherà sulle spese di natura socio-sanitaria. Questo se non altro è quanto prevede il testo coordinato della delega fiscale che, tuttavia, deve ancora essere approvato nella sua forma definitiva.
Il testo è stato comunque già distribuito ai gruppi in vista del voto in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati. L’accordo raggiunto prevede che i contribuenti abbiano la possibilità di beneficiare delle detrazioni fiscali spettanti nell’ambito di spese socio-sanitarie ben prima della dichiarazione dei redditi, grazie appunto al nuovo cashback.
Se il testo così come è stato presentato dovesse essere alla fine approvato, allora i contribuenti potranno ottenere un rimborso del 19% dell’importo della spesa sostenuta per l’acquisto di medicinali e per il pagamento di visite mediche senza dover attendere la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Come si fa ad ottenere il rimborso immediato sulle spese mediche
Sulla base di quanto previsto dal testo coordinato della delega fiscale possiamo già avere un’idea abbastanza precisa di come funzionerà il nuovo cashback. Se il meccanismo era stato usato in precedenza su un’ampia varietà di spese di diversa natura, a patto che il pagamento avvenisse con metodi tracciabili quali carte di credito e bancomat, ora riguarderà esclusivamente spese in ambito socio-sanitario.
Il testo che introduce il nuovo cashback, anche se non è stato ancora approvato, con emendamenti e riformulazioni in attesa, prevede che sulle spese mediche si vada ad applicare un rimborso del 19% a patto che il pagamento avvenga con sistemi digitali.
La richiesta del Movimento 5 Stelle è stata quindi accolta dalla squadra di governo di Mario Draghi, e in questo modo i contribuenti che ne hanno diritto possono beneficiare subito della detrazione prevista per alcune tipologie di spesa, senza dover attendere la compilazione del modello 730 o della dichiarazione dei redditi.
La condizione che bisogna necessariamente soddisfare per beneficiare del rimborso del 19% della spesa sostenuta per visite mediche e per l’acquisto di farmaci è quella di effettuare il pagamento attraverso carte di credito e bancomat. In questo modo il rimborso sarà avviato tramite piattaforme telematiche, e sarà compito del venditore comunicare all’anagrafe tributaria la spesa sostenuta dal contribuente e la sua volontà di beneficiare del nuovo cashback fiscale.
Per quali spese mediche si può ottenere il rimborso del 19%
Posto che per poter ottenere il rimborso del 19% previsto sulla base dell’accordo raggiunto da governo e maggioranza in questi giorni è necessario che il pagamento sia effettuato attraverso sistemi tracciabili, e che solo le spese in ambito medico-sanitario sono rimborsabili, quali sono esattamente le spese su cui si può ottenere il nuovo cashback fiscale?
Il rimborso è previsto per le seguenti spese socio-sanitarie:
- spese per l’acquisto di farmaci
- spese per visite mediche e analisi
- spese relative alla cura e all’assistenza sanitaria
Si tratta di quelle spese per le quali era già prevista la possibilità di ottenere una detrazione fiscale, ma invece di dover inserire la richiesta nel modello 730, allegando la documentazione necessaria a dimostrare di aver sostenuto determinate spese, è sufficiente comunicare l’intenzione di beneficiare del nuovo cashback direttamente al momento della spesa a chi offre il servizio, come il farmacista o lo specialista presso il quale effettuiamo la visita medica.
Una volta informato il prestatore o il venditore dell’intenzione di beneficiare del nuovo cashback fiscale al posto della detrazione in dichiarazione dei redditi, sarà egli stesso a comunicare un codice che dovrà essere riportato sia nel mezzo di pagamento che nello scontrino telematico, nella fattura elettronica o nel bollettino di pagamento.
Quali sono le novità sui rimborsi sulle spese mediche
La misura del nuovo cashback fiscale non è ancora nella sua forma definitiva, ma è il risultato dell’accordo raggiunto tra la maggioranza e il governo proprio in questi ultimi giorni.
Ora il nuovo cashback fiscale dovrà essere perfezionato e definito in tutti i dettagli, e non è da escludere che, come proposto da LeU, la possibilità di ottenere il rimborso sia estesa anche ad altre spese detraibili anche se non da subito. Perché ciò sia possibile è necessario prima di tutto risolvere il problema della copertura finanziaria con la prossima manovra economica.
Il nuovo cashback fiscale insomma è tutt’altro che dietro l’angolo, bisognerà aspettare ancora qualche mese prima che la misura venga messa a punto in ogni sua parte, per poi entrare in vigore probabilmente ad inizio 2023.
Vi sono diversi nodi da sciogliere prima che il nuovo cashback fiscale possa diventare realtà, a cominciare da problematiche legate al fatto che, pur trattandosi di una misura che non propone nulla di particolarmente innovativo in quanto un cashback fiscale era già stato introdotto in passato (dal governo Conte) non sarà possibile usufruire delle infrastrutture già esistenti per i pagamenti elettronici.
Unica eccezione potrebbe riguardare l’aspetto della comunicazione delle coordinate Iban del conto corrente su cui il contribuente potrà ricevere il rimborso previsto dal nuovo cashback.
Un ostacolo che è determinato dal fatto che la normativa relativa alla detrazione fiscale di alcune tipologie di spesa agevolabile, ovvero le spese ritenute meritevoli del rimborso fiscale, prevede la necessità di una identificazione puntuale delle suddette spese.
Il primo passo da compiere quindi per arrivare all’introduzione effettiva del nuovo cashback fiscale è il riordino delle spese fiscali, attraverso il quale si preveda la riduzione o l’eliminazione di sconti fiscali per il recupero di risorse necessarie per effettuare i tagli generalizzati d’imposta.
Rimborso immediato spese mediche: nessun costo aggiuntivo per lo Stato
Abbiamo visto che il nuovo cashback fiscale prevede un rimborso di una quota pari al 19% delle spese sostenute dal contribuente in ambito socio-sanitario, sulla base di un meccanismo simile a quello adottato per il vecchio cashback introdotto dal governo Conte per incentivare l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili.
Vi è tuttavia una differenza sostanziale tra le due misure e riguarda per l’esattezza l’aspetto dei costi per lo Stato. Infatti nel caso del nuovo cashback fiscale, il rimborso riconosciuto al contribuente corrisponde allo stesso importo che gli sarebbe stato comunque riconosciuto in dichiarazione dei redditi sotto forma di detrazione.
Pertanto in questo caso l’erogazione del rimborso previsto per alcune tipologie di spese non va ad aumentare la spesa pubblica. Anche le percentuali della detrazione restano identiche, a cambiare sarebbero solo le tempistiche che, con il nuovo sistema, sarebbero di gran lunga accorciate a vantaggio del contribuente.
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