Commercialisti e contabili chiedono chiarimenti all’Agenzia delle Entrate: ecco perchè!
Il quadro RS sta acquisendo importanza nel contesto delle dichiarazioni fiscali dei contribuenti che aderiscono al regime forfettario. Esso rappresenta una sezione specifica all’interno del modello Redditi, progettata per raccogliere informazioni cruciali riguardo all’attività svolta.
I contribuenti in regime forfettario devono fornire dettagli obbligatori relative alle spese sostenute nell’esercizio dell’attività economica o professionale in conformità con quanto stabilito dalla normativa.
È suddiviso in diverse sezioni, ognuna delle quali richiede informazioni specifiche dai contribuenti forfettari riguardanti il numero di mezzi di trasporto/veicoli posseduti e/o detenuti per lo svolgimento dell’attività; le spese sostenute durante l’anno per servizi telefonici, consumi di energia elettrica e l’acquisto di carburanti utilizzati esclusivamente per la trazione di autoveicoli.
La sua corretta compilazione permette di fornire all’Agenzia delle Entrate una panoramica dettagliata delle spese sostenute nell’esercizio dell’attività economica.
Quadro RS: commercialisti chiedono chiarimenti all’Agenzia delle Entrate
L’invio delle lettere di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate ai contribuenti forfettari ha sollevato l’Associazione dei Dottori Commercialisti (ADC) e dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (U.N.G.D.C.E.C.).
Un punto cruciale sollevato dalle associazioni di categoria riguarda l’efficacia della fatturazione elettronica nell’acquisizione di dati finanziari. È innegabile che questa tecnologia abbia fornito all’Agenzia delle Entrate una fonte ricca di informazioni sui contribuenti. Pertanto, se dispone già di tali dati, qual è la ragione dietro la richiesta di ulteriori informazioni attraverso le lettere di compliance? Inoltre la mancata compilazione di specifici campi nei quadri RS non influisce sui poteri di monitoraggio e controllo del fisco. Questo solleva una considerazione importante: se tali dati sono fiscalmente irrilevanti per i contribuenti forfettari, quali vantaggi derivano dall’obbligo di documentarli?
Gli effetti fuorvianti delle lettere di compliance
L’ADC e l’U.N.G.D.C.E.C. condividono il timore che l’arrivo delle lettere di compliance per omissione di compilazione del quadro RS possa confondere i contribuenti, portandolo a erronee interpretazioni. Inoltre, l’indicazione di una sanzione massima senza menzionare le riduzioni previste in base alla tempistica di adempimento può contribuire a un quadro di incertezza.
Il presidente dell’U.N.G.D.C.E.C., Matteo De Lise, solleva un interrogativo cruciale: qual è la logica di richiedere dati a contribuenti che, per natura del loro regime fiscale, non hanno costi da dedurre? Questo spinge a riflettere sull’efficacia di richieste di informazioni che potrebbero risultare di scarsa rilevanza dal punto di vista tributario.
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