un tratto del gasdotto tra Russia e Cina

La spaccatura tra Russia ed Europa si fa sempre più profonda e parallelamente si rafforzano i rapporti commerciali con i Paesi a est di Mosca a cominciare proprio dalla Cina.

In questi giorni infatti la Russia e la Cina hanno raggiunto un accordo per le forniture di gas che prevede il pagamento della materia prima solo in rubli o yuan.

L’incontro si è tenuto martedì all’Eastern Economic Forum 2022 tra il management di Gazprom e CNPC, la principale società energetica cinese, con le due parti che sono giunte ad un importante accordo sull’esportazione di gas.

Interessante notare il nome che è stato scelto per il tema dell’evento che si svolgerà a Vladivostok fino all’8 settembre “il cammino verso un mondo multipolare”, ad indicare proprio la crescita e il consolidarsi di un polo economico alternativo a quello dollaro-centrico finora imperante.

Nella nota emessa da Gazprom si legge che le parti hanno esaminato la cooperazione tra le società “in un’ampia gamma di attività” e hanno evidenziato che la “collaborazione tra Gazprom e CNPC è di natura strategica e sta avanzando in modo coerente”.

In particolare l’incontro ha visto i due colossi giungere ad un accordo nell’ambito del progetto di fornitura di gas dalla Russia alla Cina attraverso la rotta dell’Estremo Oriente (Power of Siberia 2 in Russia e il gasdotto Soyuz Vostok in Mongolia), con tutti i dettagli riguardanti le modalità di pagamento e per il trasferimento della materia prima.

Quanto alla valuta, i nuovi accordi siglati tra Mosca e Pechino prevedono che i pagamenti per le forniture di gas russo alla Cina siano effettuati “nelle valute nazionali dei due Paesi, ovvero rublo e yuan” e non più in dollari come fatto fino ad ora.

Alexey Miller, presidente di Gazprom, ha dichiarato a proposito dell’accordo siglato: “il nuovo meccanismo di pagamento è una decisione reciprocamente vantaggiosa, tempestiva, affidabile e pratica. Credo che renderà i pagamenti più semplici, sarà un esempio per altre aziende e darà un nuovo impulso alle nostre economie”.

Facendo qualche passo indietro fino al 2014, ricordiamo che all’epoca Gazprom e CNPC avevano firmato un accordo trentennale per la fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas l’anno che sarebbero stati forniti attraverso il gasdotto Power of Siberia. Nel febbraio 2022 poi, poco prima dell’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, Mosca e Pechino hanno siglato un accordo per la fornitura di gas attraverso la rotta dell’Estremo Oriente.

Nel momento in cui il progetto sarà completamente a regime è previsto un incremento dell’esportazione di gas per 10 miliardi di metri cubi, arrivando così a un totale di 48 miliardi di metri cubi annui, come la stessa Gazprom ricorda in una nota.

A partire dal 2020 inoltre il colosso russo ha iniziato a valutare la possibilità di aprire le esportazioni di gas alla Cina anche attraverso la Mongolia per erogare fino “a 50 miliardi di metri cubi di gas l’anno” e proprio in questa prospettiva sono stati avviati a febbraio 2022 i lavori per il completamento del gasdotto Soyuz Vostok.

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