grafico economico con illustrazione che rappresenta investitori in apprensione

Che la guerra tra Ucraina e Russia non abbia portato alcun beneficio per l’Italia è noto a tutti, e fermo restando che chi ci sta rimettendo di più è proprio il popolo ucraino al quale non può che andare tutta la solidarietà dei cittadini d’Italia e dell’Europa tutta, dal punto di vista strettamente economico questo conflitto sta causando enormi disagi a famiglie e imprese del Vecchio Continente.

Guerra in Ucraina nell’interesse di chi?

In realtà in Ucraina imperversava una guerra civile iniziata ormai 9 anni addietro, ma mentre prima riguardava solo le popolazioni russofone del Donbass, ora riguarda anche il resto del Paese per via dell’intervento della Russia che ha dato il via all’Operazione Militare Speciale.

L’Ucraina non fa parte dell’Unione Europea e non fa parte della NATO, e nonostante il governo di Kiev abbia portato avanti per 8 anni una guerra di repressione nei confronti delle popolazioni del Donbass, che ha causato migliaia di morti anche tra i civili, Washington e quindi la NATO si sono schierati apertamente dalla parte dell’Ucraina.

È importante sottolineare che non vi era alcun obbligo da parte dei Paesi occidentali nei confronti del governo di Kiev, e che la decisione di inviare aiuti e soprattutto armi all’Ucraina non è legata al desiderio di aiutare un popolo vittima di un’aggressione, ma alla necessità di perseguire determinati obiettivi geopolitici sui quali gli Stati Uniti hanno investito molto fin dai tempi di quella rivoluzione arancione che ha portato all’insediamento di un governo amico della Casa Bianca.

Gli effetti della guerra in Ucraina sull’economia italiana, il settore energetico

I Paesi europei, che non hanno una grande autonomia decisionale nello scacchiere internazionale, si sono per lo più limitati a svolgere il ruolo di esecutori della volontà di Washington, applicando sanzioni contro la Russia che hanno danneggiato la loro economia insieme a quella di Mosca, e inviando aiuti e armi all’Ucraina attingendo ad ingenti risorse economiche.

Per quanto riguarda l’Italia in particolare, dopo una gestione politica dell’emergenza Covid-19 che ha messo in ginocchio migliaia di aziende e causato la perdita di migliaia di posti di lavoro, senza peraltro incidere in modo significativo sulla diffusione del virus, ecco che assistiamo all’ennesimo atto di autolesionismo.

Il settore energetico è quello su cui abbiamo registrato l’impatto più duro della decisione di sostenere l’Ucraina l’invio di armi e imponendo sanzioni contro Mosca, determinando così il protrarsi di una guerra che altrimenti sarebbe durata una manciata di settimane.

L’Italia ha dovuto rinunciare alle particolarmente economiche forniture di gas russo ripiegando sul costoso GNL che arriva dalla Norvegia e soprattutto dagli USA, e cercando al tempo stesso di aumentare le importazioni da altri Paesi fuori dall’Ue come l’Algeria in primis, diventato il nostro primo partner per l’importazione di gas metano.

Inutile ricordare quali aumenti hanno dovuto affrontare cittadini e imprese italiani, con bollette dell’energia elettrica che sono cresciute del +108% nel corso del 2022, mentre quelle del gas hanno registrato un aumento del +57%, portando la spesa annua della famiglia italiana media intorno ai 1.500 euro annui.

Tutte le misure volte a ridurre l’impatto degli aumenti su imprese e famiglie italiane, introdotte soprattutto dal governo di Mario Draghi, sono state un palliativo, ed ancora oggi gli Italiani pagano molto alto il prezzo delle sanzioni contro la Russia e del protrarsi della guerra con il conseguente peggioramento della crisi energetica.

Conseguenze economiche della guerra in Ucraina, dall’export al turismo

Tra i settori che sono stati danneggiati dalla guerra tra Ucraina e Russia anche quello dell’export, con l’Italia che ha visto ridursi il volume delle esportazioni dai circa 7 miliardi di euro di prima dell’inizio dell’operazione militare speciale russa, agli attuali 4 miliardi circa, con una riduzione quindi del 50% quasi.

Ci sono poi effetti negativi sull’intero comparto del turismo, che ha subito un colpo molto duro. Non dimentichiamo poi che quello del turismo è un settore che è stato già messo a dura prova nel periodo dell’emergenza Covid-19, e che ha risentito più pesantemente delle misure adottate nel dichiarato intento di contenere la diffusione del contagio.

Tra guerra e sanzioni il numero di visitatori russi in Italia si è drasticamente ridotto. Bisogna dire che i russi hanno sempre prediletto l’Italia come meta turistica, specialmente nel periodo estivo, ma vista l’attuale situazione il numero si è dimezzato nel corso del 2022.

Bisogna poi considerare gli effetti sul settore dell’import, e in particolare per quel che riguarda i cereali che normalmente provengono dall’Ucraina. L’Italia infatti solitamente importa grandi quantità di mais, grano, frumento e orzo, ma dopo l’inizio del conflitto con la Russia, quindi le difficoltà legate alla produzione e quelle legate al trasporto anche per via del blocco dei porti, le importazioni si sono ridotte considerevolmente determinando un aumento del 7% circa dei prezzi di molti prodotti alimentari.

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