Quando il Bitcoin era ancora una novità, e per un po’ di tempo anche dopo, era la prima scelta per chi avesse bisogno di avere la massima riservatezza in merito alle transazioni effettuate. Ora questo ruolo lo ricoprono le cosiddette privacy coin, che come il nome stesso suggerisce garantiscono un elevato livello di privacy.
Il risultato è che alcune crypto in particolare finiscono per essere le predilette di chi ricerca questa maggiore riservatezza per poter effettuare pressoché indisturbato alcune transazioni legate all’acquisto di beni e servizi illegali, che possono andare dall’acquisto di armi a quello di droga per fare giusto un paio di esempi.
Cosa sono le privacy coin e qual è il loro scopo
Le privacy coin sono quindi queste criptovalute in grado di assicurare un alto livello di riservatezza a chi le utilizza, e ne esistono diverse, ma probabilmente la più conosciuta è Monero (XMR).
Per l’esattezza le privacy coin sono Anonymity enhanced cryptocurrencies, il cui acronimo è AECs, e sono quelle oggi predilette per le attività illecite, con un utilizzo connesso a questo ambito che sarebbe cresciuto quasi del 70% nel corso dell’ultimo anno.
Le privacy coin sono criptovalute particolari, e sono nate proprio con lo scopo di garantire un maggior livello di anonimato e privacy rispetto a quello che il Bitcoin (BTC) era in grado di assicurare. Quando si usano le privacy coin come Monero per effettuare una transazione infatti alcune informazioni che sarebbero normalmente visibili usando un token diverso, qui sono oscurate.
Se prendiamo il Bitcoin infatti, sappiamo che possiamo contare su un alto livello di trasparenza, e chiunque ha la possibilità di vedere quando è stata effettuata una transazione e quali sono gli indirizzi crittografici coinvolti. Questo non è previsto invece nel caso delle Privacy Coin come Monero, che oscurano gli indirizzi di partenza e i destinazione, il che le rende uno strumento sicuramente valido per un ampio bacino di utenza del quale, inevitabilmente, fanno parte anche soggetti che operano nell’ambito di attività illecite a partire dai vari darknet market.
Tuttavia è doveroso sottolineare che lo scopo per cui nasce Monero, così pure tutte le altre Privacy Coin, non è certo quello di offrire uno strumento alla criminalità o facilitare le attività illecite.
La scelta di questo strumento per effettuare le transazioni da parte di chi compie attività illecite è inevitabiledal momento che uno dei vantaggi delle privacy coin come Monero è che anche laddove ci sia un wallet che contiene ingenti capitali non è possibile risalire ai vari movimenti con essi effettuati, e questo predispone XMR e le altre AECs all’utilizzo per attività illecite, rendendole sempre più popolari nel dark web.
Qual è la differenza tra privacy coin e Bitcoin
In genere pensiamo alla blockchain come a un database digitale nel quale vengono archiviate e registrate le transazioni in modo totalmente trasparente. Ci aspettiamo che, a differenza di quanto accade nel caso di transazioni tra istituti di credito in valute fiat, chiunque abbia la possibilità di controllare i registri contabili e verificare quale indirizzo wallet ha effettuato una determinata transazione in crypto.
Questo dovrebbe essere una delle prerogative del mercato delle criptovalute, ma con Monero e le altre Privacy Coin si va nella direzione opposta. Queste valute virtuali nascono infatti proprio per coprire il maggior numero possibile di informazioni relative a una data transazione, assicurando agli utenti un elevato livello di privacy.
Per quanto riguarda in particolare la blockchain Monero, vengono utilizzati Indirizzi Stealth, Ring Signatures e RingCT grazie ai quali è possibile effettuare transazioni private coperti dal più completo anonimato. In altre parole questo sistema garantisce la copertura dell’indirizzo crittografico di partenza e quello di destinazione, ma anche tutta una serie di informazioni che normalmente sono visibili nel caso di operazioni sulla blockchain di BTC.
Monero e le Privacy Coin si possono comprare sui maggiori exchange?
Abbiamo visto che le Privacy Coin sono in grado di garantire all’utente un elevato livello di anonimato oltre alla massima sicurezza delle transazioni, e questo non piace a molti governi nazionali che tuttavia, almeno per il momento, non sono corsi ai ripari.
Sebbene i governi non abbiano ancora deciso in che modo arginare la crescita delle privacy coin, alcuni exchange hanno già scelto la linea da seguire. Coinbase ad esempio si rifiuta di proporre ai propri utenti Monero e Privacy Coin, proprio perché esiste la possibilità che venga utilizzato anche per attività illecite.
Diversa la politica adottata da un altro grande exchange, Binance, dove è possibile acquistare e vendere Monero (XMR) e le altre privacy coin senza nessun rischio, in modo facile e sicuro.
Per quanto riguarda l’acquisto di Monero, ricordiamo inoltre che ha una sua blockchain e non può essere archiviata usando i classici e popolari wallet come MetaMask. Per i detentori di Monero (XMR) esiste però il Monero GUI (Graphical User Interface) messo a disposizione da Monero stesso, dove è possibile conservare i token acquistati.
Nel frattempo le autorità tengono sott’occhio la situazione in particolare con il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) Usa, che sta cercando delle soluzioni tecnologiche in grado di garantire il tracciamento delle transazioni con Privacy Coin, riducendo l’utilizzo nell’ambito di attività illecite.
E per quel che riguarda in particolare Monero, di gran lunga la più importante delle privacy coin, il suo valore si aggira attualmente intorno a poco più di 100 euro, ma come per le altre crypto a cominciare da BTC ed ETH, anche per XMR sono tempi duri, e gli effetti del bear market ci sono tutti. Basti pensare che al suo massimo storico Monero ha raggiunto il picco di prezzo di 492,93 euro, ed ora ha perso circa l’80% del suo valore.
La capitalizzazione di mercato di Monero (XMR) si aggira in questo momento intorno ai 2 miliardi di euro, e questo la rende la diciannovesima crypto per capitalizzazione.
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