Le proiezioni Ocse mettono in allarme l’Italia: ecco cosa sta succedendo e cosa ci aspetta!

Ogni Paese si ritrova a fronteggiare una sfida significativa quando si parla di salari, con conseguenze che si estendono a tutti gli ambiti dell’economia nazionale.

salario reale
Soldi bancomat- Foto pixabay.com

I salari reali, ossia dei salari adeguati all’inflazione, possono mettere a dura prova il potere d’acquisto dei lavoratori e la sostenibilità del sistema economico, politico e sociale.

Da un lato i salari possono aumentare o ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori, influenzando la loro capacità di consumare beni e servizi essenziali. Ciò comporta un’oscillazione della domanda interna, che a sua volta può influire sulle imprese e sulla crescita economica complessiva.

Dall’altro lato possono aumentare o assottigliarsi le disuguaglianze sociali, traducendosi in un senso di coesione sociale e stabilità del Paese se dovessero essere in crescita. In caso contrario potrebbero minare l’assetto sociale e politico.

Ocse lancia l’allarme: ecco cosa succede in Italia

Alla fine del 2022, l’Italia ha sperimentato un significativo calo dei salari reali, che si è protratto anche nel primo trimestre del 2023. Secondo le Prospettive dell’occupazione Ocse 2023, presentate a Parigi, l’Italia è il Paese che ha registrato la diminuzione dei salari reali più marcata tra le principali economie Ocse. A fine 2022, i salari reali erano scesi del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia e si è registrato un ulteriore ribasso nel primo trimestre del 2023 (circa il 7,5% su base annua).

Le proiezioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) indicano che in Italia i salari nominali dovrebbero aumentare del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, con un’inflazione prevista all’6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024, ma i salari stabiliti dai CCNL sono addirittura calati nel 2022. Ciò significa che il potere d’acquisto dei lavoratori potrebbe continuare a diminuire.

proiezioni Ocse
Risparmio – Foto pixabay.com

Quali sono le previsioni?

Se le prospettive dell’Ocse dovessero essere disattese, cioè se i salari nominali non aumentassero dei punti percentuali previsi, il potere d’acquisto di molti lavoratori continuerà a diminuire.

Un rinnovo tempestivo dei salari minimi previsti dai contratti collettivi potrebbe fare la differenza, visto che oltre il 50% dei lavoratori hanno contratti scaduti da oltre due anni.

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