Il punto principale è che per Mosca non cambierà comunque nulla. Il tetto al prezzo del gas che è stato varato lo scorso 13 maggio dal consiglio dei ministri spagnolo, non ridurrà infatti gli introiti di Mosca, perché i produttori di elettricità continueranno ad acquistare il combustibile allo stesso identico prezzo sui mercati internazionali.

La misura presentata durante il Consiglio europeo di marzo da Spagna e Portogallo, infatti, verrà applicata nella fase successiva a quella di acquisto, ossia in quella di vendita di energia a famiglie e imprese iberiche che presentano contratti di fornitura a prezzo variabile.

Il prezzo, quindi, verrà calcolato sulla base del costo calmierato. Nonostante i consumatori saranno chiamati a pagare una compensazione alle centrali a gas per la vendita sottocosto, il risultato finale sarà comunque quello di una sostanziosa riduzione dei costi in bolletta, che negli ultimi mesi hanno subito dei forti rincari.

Come funziona la nuova misura?

Madrid e Lisbona hanno finalmente ottenuto il permesso per introdurre questo nuovo limite (che dovrebbe entrare in vigore già a partire da giugno 2022, in attesa dell’approvazione formale da parte della Commissione europea, e durare poi per un anno, fino a giugno 2023) grazie a quella che è stata definita “eccezione iberica”.

Di cosa si tratta? Questa condizione è dovuta alla situazione in cui versa il Paese, ossia: scarse interconnessioni con gli altri Stati dell’Unione e alta percentuale di rinnovabili.

Stabilendo questo nuovo limite, è possibile correggere gli squilibri provocati dal criterio del prezzo marginale, in base al quale il prezzo dell’elettricità in tutta Europa viene fissato basandosi sul costo della fonte di energia più cara.

Jorge Morales de Labra, esperto di energia e ingegnere industriale, in un’intervista a Ilfattoquotidiano.it ha affermato: “il gas sta fissando i prezzi dell’elettricità oltre i 200 euro/megawattora, mentre il resto delle fonti di energia, come le rinnovabili o il nucleare, che rappresentano circa l’80% della produzione elettrica nazionale, hanno costi di produzione inferiori ai 50 euro”.

Grazie all’approvazione definitiva del tetto al prezzo, il costo del gas si fissa a 40 euro al Megawattora per i prossimi sei mesi. In seguito il prezzo aumenterà di 5 euro ogni mese, fino ad arrivare a 70, con una media di 48,8 euro. Uno degli effetti immediati è ovviamente una riduzione del prezzo della luce sul mercato.

De Labra ha poi spiegato che questo può essere calcolato moltiplicando per due il prezzo del gas e aggiungendo i costi di produzione e manutenzione della centrale, più quelli dei diritti di emissione di CO2, che negli ultimi mesi hanno raggiunto addirittura i 90 euro per megawattora.

Tenendo conto che una centrale utilizza circa 0,4 tonnellate di CO2 per megawattora, con il tetto a 40 euro, il prezzo di mercato dell’elettricità si aggirerà attorno ai 130 euro (in media), rispetto ai 210 dell’ultimo trimestre, quindi con una riduzione pari a circa il 38%. A confermarlo è anche la ministra per la Transizione Ecologica, Teresa Ribera, al termine del Consiglio dei ministri.

Prevista una compensazione per i produttori

I consumatori, però, dovranno pagare un po’ di più. “Le centrali a gas dovranno vendere sottocosto. Tuttavia, saranno compensate per aver abbassato artificialmente il prezzo dell’energia”, ha spiegato infatti De Labra.

Come prevedibile, la compensazione per la differenza tra il costo del gas nel mercato e il prezzo previsto dal nuovo tetto ricadrà sui consumatori con un contratto a prezzo variabile, ossia tutti quelli che beneficiano della nuova misura (circa una 40% in ambito domestico e oltre il 70% nell’industria).

Tuttavia, grazie soprattutto al fatto che la maggior parte dell’energia elettrica in Spagna viene prodotta partendo da fonti rinnovabili, il costo finale sarà comunque abbastanza contenuto. Da Labra ha infatti stimato che il sovrapprezzo sarà di circa 30 euro al megawattora, quindi il costo finale dell’energia a partire da giugno sarà di 150-160 euro al megawattora.

Si tratta comunque di una riduzione del 20-25% rispetto al prezzo attuale. Per quanto riguarda i clienti con contratti a prezzo fisso, invece, per il momento non cambierà nulla, o almeno fino al rinnovo del prossimo contratto.

La nuova misura evidenzia gli extraprofitti delle compagnie

Sebbene la nuova misura porti ad una sostanziosa riduzione dei costi in bolletta, l’esperto ha sottolineato che la diminuzione risulta essere minore rispetto a quanto previsto inizialmente.

Secondo quanto affermato inizialmente, infatti, Spagna e Portogallo avevano proposto un limite massimo al prezzo del gas pari a 30 euro al megawattora, mentre ora la media sarà di 48,8 euro. “Inoltre si pensava che la compensazione l’avrebbero pagata tutti, non solo i consumatori con tariffa variabile”, ha aggiunto De Labra.

Tuttavia l’esperto ha anche evidenziato alcuni vantaggi legati all’itroduzione della nuova misura. Innanzitutto vengono portati alla luce i cosiddetti windfall profits e si potrà approvare una norma in grado di regolarli.

Si tratta degli extraprofitti delle compagnie energetiche che, a causa dell’aumento del costo del gas, stanno ricevendo in questi mesi una remunerazione di gran lunga superiore rispetto a quelli che sono i costi di produzione (come ad esempio le centrali nucleari e le energie rinnovabili).

“In secondo luogo, non solo diminuisce il prezzo della bolletta ma il grande vantaggio è che i consumatori possono finalmente stare tranquilli. Non si tornerà più a prezzi altissimi come 700 euro per megawattora, che obbligavano a bloccare la produzione industriale. Succeda quel che succeda con il gas, il mercato elettrico spagnolo ha un limite”.

Secondo gli annunci del governo, la misura doveva portare a dei benefici immediati, riscontrabili già nel mese di maggio, ma ora secondo le nuove previsioni entrerà in vigore a giugno.

Probabilmente la data sarà quella del 2 giugno, dato che il decreto pubblicato sabato scorso nel Boletin Oficial del Estado ha fissato un periodo di transizione che si concluderà il 1 giugno per permettere l’adattamento di tutti i sistemi informatici. Inoltre non bisogna dimenticare che la norma è ancora in attesa dell’ultima approvazione ufficiale da parte della Commissione europea, che è attesa appunto nei prossimi giorni.

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