vista dall'alto dei grattacieli di Hong Kong e del fiume della città

Il clima che si respira in Europa è di profonda incertezza, e in gran parte a preoccupare è la crisi energetica e i suoi sviluppi nel quadro dell’apparentemente inesorabile progressivo deterioramento dei rapporti con la Russia. Vi sono incognite dal considerevole peso da prendere in esame, e questo non facilita il lavoro degli analisti.

I mercati osservano con profonda apprensione lo scacchiere geopolitico, e con altrettanta attenzione si osserva quel che sta accadendo in Cina, dove lo spettro della recessione è comunque presente, sebbene indubbiamente più lontano di quanto non sia per l’Europa.

In particolare, secondo un’analisi di Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors, le probabilità che la Cina vada in recessione nel 2023 sono legate a due fattori fondamentali: da una parte la gestione dell’emergenza Covid, con l’allentamento delle misure anti contagio, e dall’altra dalla capacità di gestire la crisi del mercato immobiliare.

Per quanto riguarda il primo punto diciamo subito che quello che stiamo vedendo in questi giorni è un generale allentamento delle restrizioni, e quindi si va nella direzione più favorevole alla ripresa dell’economia cinese.

Ma è necessario osservare il quadro più ampio, e l’analisi di Siviero parte dal 20° Congresso nazionale del Partito Comunista, che si è tenuto nel 2022 e ha visto la riconferma alla guida del Paese di Xi Jinping, il quale ha così ottenuto il suo terzo mandato quinquennale.

Le sfide del nuovo mandato saranno nell’ambito della sicurezza nazionale, dell’autarchia economica e tecnologica, con un approccio rigido alle relazioni della Cina coi Paesi occidentali.

La gestione del Covid e il rallentamento dell’economia cinese

A frenare la ripresa economica in Cina è stata prima di tutto la politica zero covid con cui Pechino ha deciso di gestire la diffusione del contagio. Sono stati infatti adottati rigidi lockdown in diversi centri nevraligici dell’economia del Paese.

Il terzo trimestre del 2022 ha visto una complessiva ripresa dell’economia cinese grazie al supporto politico e all’incremento dell’offerta. I consumi interni sono rimasti deboli, come sottolinea lo stesso esperto di Ethenea, con una crescita del credito esigua a causa proprio di queste rigide restrizioni anti-Covid e dell’aumento del tasso di disoccupazione.

Quanto al mercato immobiliare, nell’analisi di Siviero viene evidenziata una crisi legata al sovrainvestimento e al sovraindebitameto. Ci si aspetta per il prossimo futuro che politiche accomodanti stimolino ancora la crescita, e si attendono gli effetti positivi dell’allentamento delle restrizioni in chiave anti-Covid.

Secondo Siviero “nel 2023 saranno necessari ulteriori interventi di allentamento delle restrizioni anti-Covid in Cina e il sostegno della politica per rilanciare l’economia penalizzata da un indebitamento eccessivo e dalla scarsa domanda interna ed estera”.

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