Secondo il recente report di Scope Ratings, intitolato “Italian Banks: solid funding and liquidity against challenging backdrop”, le banche italiane mostrano profili di finanziamento e liquidità solidi, che le mettono al riparo dai rischi delle recenti turbolenze bancarie di Deutsche Bank e Credit Suisse.
In particolare, gli indici di copertura della liquidità e di finanziamento stabile netto sono ben al di sopra dei requisiti, e ci si aspetta che rimangano a distanza di sicurezza al di sopra dei requisiti anche nel futuro prossimo.
“Anche se l’LCR tornerà ai livelli pre-pandemia entro la metà del 2024, quando le banche italiane avranno rimborsato completamente il TLTRO III, ci aspettiamo che i rapporti rimangano a distanza di sicurezza al di sopra dei requisiti” ha infatti spiegato Alessandro Boratti, capo analista di Scope per le banche italiane.
La gestione del rischio del tasso d’interesse delle banche italiane
Uno dei motivi per cui le banche italiane sono in una posizione di solidità finanziaria è la gestione attiva del rischio del tasso d’interesse, che viene gestito attraverso il mercato degli swap o l’acquisto di debito a tasso variabile.
Questa strategia riduce il potenziale di perdite non realizzate sui titoli di debito detenuti dalle banche, e le rende meno vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati finanziari.
I depositi delle banche italiane
Le banche italiane hanno una percentuale molto elevata di fondi dei clienti coperti dal sistema di garanzia dei depositi, il che le rende meno vulnerabili ai deflussi di denaro.
Inoltre, alcune banche italiane come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Monte dei Paschi, Bper Banca, Mediobanca, Credito Emiliano e Popolare di Sondrio hanno livelli di depositi da clienti retail molto alti, rappresentando quasi il 45% dei depositi totali. Fino ad ora, il repricing dei depositi è stato basso, il che ha contribuito alla stabilità dei profili di finanziamento delle banche italiane.
L’impatto della volatilità dei mercati
Anche se la recente volatilità dei mercati potrebbe ostacolare l’accesso delle banche italiane al mercato all’ingrosso, il fabbisogno di emissioni è basso perché le banche hanno già anticipato parte dei loro piani di finanziamento annuale negli ultimi due trimestri, limitando la loro esposizione alle turbolenze del mercato.
Inoltre, i due terzi della raccolta delle banche italiane derivano dai depositi dei clienti, il che le rende meno dipendenti dai mercati finanziari per il finanziamento.
Sembra che i risparmiatori italiani non abbiano motivo di preoccuparsi troppo, in quanto, stando a questo report, le banche italiane sembrano essere ben posizionate per affrontare le sfide finanziarie del momento.
La stabilità dei profili di finanziamento e liquidità delle banche italiane, la gestione attiva del rischio del tasso d’interesse e l’elevata percentuale di fondi dei clienti coperti dal sistema di garanzia dei depositi sono tutti fattori che contribuiscono a questa solidità finanziaria.
Le banche italiane sembrano aver gestito bene le loro emissioni, riducendo il loro fabbisogno di finanziamento e limitando la loro esposizione alle turbolenze del mercato.
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