L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha comunicato poco fa che i tagli a sorpresa alla produzione di petrolio da parte del gruppo di produttori OPEC+ rischiano di esacerbare il deficit di approvvigionamento previsto e di compromettere la ripresa economica.
Il dossier ha espresso grande preoccupazione sul mercato petrolifero, con l’AIE che ha affermato che la “mossa precauzionale” dell’OPEC+ rischia di essere una cattiva notizia per i consumatori in un momento di grande incertezza economica.
“I consumatori, che devono far fronte all’inflazione dei prezzi dei beni di prima necessità, saranno costretti ad assottigliare ulteriormente il loro budget“, ha dichiarato l’AIE. “E’ un cattivo auspicio per la ripresa e la crescita economica“.
Ricordiamo che il 2 aprile diversi membri dell’OPEC+ hanno annunciato l’intenzione di ridurre la produzione globale di altri 1,16 milioni di barili al giorno fino alla fine dell’anno. La decisione, criticata da molti governi, è stata presa nell’ambito di un’iniziativa non legata alla più ampia politica dell’OPEC+ e, dunque, non soggetta alle delibere ordinarie da parte dell’alleanza.
Ricordiamo anche che i tagli così decisi si aggiungono ai piani esistenti della Russia di ridurre di 500.000 barili al giorno della sua produzione da marzo fino almeno alla fine dell’anno: complessivamente, dunque, i tagli volontari combinati dei membri dell’OPEC+ supereranno 1,6 milioni di barili al giorno.
“Ci aspettavamo già che il mercato sarebbe andato in deficit nella seconda metà dell’anno. Ora, con questi tagli che avranno luogo a partire da maggio, ci aspettiamo che il mercato vada in deficit molto prima e con perdite maggiori nella seconda metà dell’anno“, ha dichiarato Toril Bosoni, responsabile della divisione industria e mercati petroliferi dell’AIE.
Bosoni ha poi specificato che i tagli dell’OPEC+ faranno diminuire l’offerta mondiale di petrolio di 400.000 barili al giorno entro la fine dell’anno, poiché l’aumento della produzione da parte dei Paesi non OPEC, come Stati Uniti, Brasile, Canada e Norvegia, non riuscirà a compensare i cali che ora ci si attende dai Paesi OPEC.
Pertanto, conclude, con la domanda di petrolio in aumento e che continuerà ad aumentare per il resto dell’anno, ci si aspetta una nuova riduzione delle scorte e una pressione al rialzo sui prezzi.
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