In Italia la tanto attesa ripresa economica ancora non si vede, e il clamoroso rimbalzo del PIL più e più volte preannunciato resta mai pervenuto. Arrivano invece impietosi gli ultimi dati Istat che mostrano una situazione tutt’altro che confortante, e ben distante da quella che avremmo dovuto avere con la fine delle restrizioni imposte in chiave anti-Covid.
Si parla di un significativo peggioramento per l’Italia, e in particolare a descrivere l’attuale scenario socio-economico del Paese è il direttore centrale Istat per le statistiche sociali e il welfare, Cristina Freguja, che in occasione della presentazione degli ultimi dati pubblicati in conferenza stampa ha delineato quali sono le reali prospettive per le famiglie italiani alla luce di quanto affermano i numeri.
Istat: “per i prossimi mesi elevati rischi al ribasso”
Aspettative in netto peggioramento, secondo la Freguja, la quale spiega che “le prospettive per i prossimi mesi sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali ulteriori incrementi nel sistema dei prezzi, una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interese“.
Viene inoltre specificato che “abbiamo un intreccio di concause che sono preoccupanti e, inevitabilmente, faranno agire la Banca centrale nella direzione di contenere l’inflazione con una revisione dei tassi d’interesse. Questo, in un Paese come il nostro, in cui abbiamo un alto indebitamento, produrrà degli effetti, ci colpirà in maniera più intensa”.
Istat prevede “forti criticità legate a fattori di rischio”
Fabio Bacchini, responsabile del Servizio per l’analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale dell’Istat, durante la conferenza stampa ha spiegato che “l’Italia sperimenterà ancora un biennio di crescita del Pil, con forti criticità legate a fattori di rischio” tra cui “l’ulteriore riduzione del commercio internazionale e la potenziale ripresa dei tassi d’interesse. Sono tutti fattori che potrebbero minare pesantemente i numeri che abbiamo diffuso oggi”.
L’inflazione in Italia dovrebbe crescere ancora quest’anno fino al 5,8%, con la previsione di un calo solo a partire dal 2023, quando potrebbe scendere fino al 2,6%.
Nel rapporto dell’Istat “si prevede che la crescita dei prezzi dei beni energetici contribuisca a un deciso aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nell’anno corrente (+5,8%), i cui effetti dovrebbero attenuarsi nel 2023 (+2,6%)”.
Il risultato sarà un netto peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie italiane con imprese costrette a chiudere perché non in grado di sopravvivere con margini di guadagno estremamente bassi a causa degli aumenti sul costo dell’energia e delle materie prime e per via della contrazione dei consumi.
Già oggi abbiamo un Paese con oltre 5 milioni e mezzo di persone in condizioni di povertà assoluta secondo Coldiretti, circa 1 milione in più rispetto a un anno fa, e a quanto pare la situazione continua a peggiorare.
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