Le più moderne tecnologie per lo sviluppo di intelligenze artificiali stanno compiendo grandi passi avanti. Infatti in questi mesi stiamo assistendo ad un vero e proprio boom di strumenti come ChatGPT che, tuttavia, è destinato ad essere presto superato da nuovi chat bot con funzionalità ancor più sorprendenti.
In questa fase appare evidente che investire nella tecnologia dell’intelligenza artificiale conviene, ma cosa succederà nel prossimo futuro e cosa dobbiamo aspettarci? Secondo alcuni esperti esiste il rischio di una bolla finanziaria.
È boom delle intelligenze artificiali, Microsoft e Google investono
I progetti di OpenAI, la start-up su cui Microsoft ha deciso di investire 10 miliardi di dollari di recente, stanno riscuotendo un certo successo ed hanno richiamato l’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma di tantissimi comuni utenti della rete.
Inizialmente abbiamo avuto modo di conoscere e di scoprire le funzionalità di Dall-E, un’intelligenza artificiale generativa capace di elaborare prodotti grafici, mentre poco tempo dopo è stato il turno di ChatGPT, il chatbot in grado di formulare risposte articolate ed elaborare dei testi complessi in modo perfettamente discorsivo.
Con ChatGPT è ora possibile avere una conversazione che si avvicina molto a quella che potremmo avere con un qualsiasi essere umano, e ciò ha inevitabilmente aperto un’infinità di strade per quel che riguarda una sua applicazione pratica nella vita di tutti i giorni e nel mondo del lavoro.
Si tratta di due progetti, Dall-E e ChatGPT, che apparentemente non sono connessi tra loro, ma che hanno dato il via a quella che a milioni di utenti sembra essere una vera e propria rivoluzione del mondo digitale.
Ci troviamo effettivamente di fronte a quella che sembra essere a tutti gli effetti una svolta storica, con tutto ciò che ne deriva in termini di speranze e paure legate all’impiego che effettivamente si farà di queste nuove tecnologie così avanzate.
Inevitabile dunque che sorgano dubbi e perplessità e che ci sia una grande attesa ma al tempo stesso timori giustificati, amplificati dalla rapida apparizione di innumerevoli software simili, cioè varie intelligenze artificiali simili in grado di elaborare testi, immagini e video e di ricostruire digitalmente elaborati di questo tipo, anche simulando voci e strutturando un testo discorsivo partendo da un input minimo.
Tutto ciò ha attirato numerosi investimenti, a cominciare da quello di Microsoft che ha puntato 10 miliardi di dollari sullo sviluppo di ChatGPT nell’intento di potenziare il proprio motore di ricerca Bing ma non solo. La stessa Alphabet, proprietaria di Google, ha deciso di investire sulle intelligenze artificiali, mettendo in gioco una cifra simile per il proprio progetto del chatbot Sparrow.
Conviene investire nelle intelligenze artificiali?
La crescente popolarità dei progetti di intelligenze artificiali come ChatGPT ha portato molti investitori a destinare parte delle proprie risorse finanziarie proprio a questo settore, con il risultato che diversi titoli finanziari di società che operano in questo campo sono schizzati alle stelle.
Si possono anche fare alcuni esempi pratici, partendo ad esempio da quanto accaduto con le azioni di SoundHound AI. All’inizio dell’anno questa società tecnologica proprietaria di un’intelligenza artificiale per il riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale valeva circa 1,35$ ad azione.
Nel giro di qualche settimana il valore delle azioni di SoundHound AI era cresciuto del +143%, arrivando ad essere scambiate il 13 febbraio a 3,28$. Peraltro queste azioni avevano raggiunto il picco di 4,63$ appena qualche giorno prima.
Un altro esempio è quello delle azioni di C3AI, una società che fornisce software di intelligenza artificiale che ha registrato un’impennata del valore delle proprie azioni che sono cresciute del +91% da inizio 2023.
Abbiamo poi l’esempio di BigBearAI, una società di analisi che sfrutta software di intelligenza artificiale che ha registrato un vertiginoso incremento di valore delle proprie azioni, con un +437% da inizio anno.
Appare dunque evidente il livello di interesse da parte degli investitori riguardo alle intelligenze artificiali, anche per i molteplici campi di applicazione di queste moderne tecnologie.
Ad essere coinvolte dall’improvvisa ribalta delle intelligenze artificiali non sono poi solo le società specializzate in questo settore, ma anche quelle che sono indirettamente connesse a software di questo tipo.
Possiamo fare in questo caso l’esempio di BuzzFeed, che ha vissuto un boom improvviso che ha prodotto un aumento di prezzo delle azioni del +134% rispetto ad inizio 2023, tra il 25 e il 26 gennaio, quando l’amministratore delegato Jonah Peretti ha annunciato di voler utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare alcuni controlli.
Quello che deduciamo da questo esempio pratico è che può essere sufficiente l’annuncio dell’intenzione di volersi servire di software di intelligenza artificiale in alcuni processi aziendali per assistere ad un notevole incremento del valore dei titoli della società.
Il boom delle intelligenze artificiali può rivelarsi una bolla finanziaria?
Alcuni analisti ritengono che il rischio che il boom delle intelligenze artificiali finisca per rivelarsi una bolla finanziaria sia concreto e tangibile.
Il grande potenziale delle intelligenze artificiali resta naturalmente un dato innegabile, ma nonostante questo il rischio di una bolla speculativa è dietro l’angolo secondo alcuni esperti, molti dei quali evidenziano i numerosi parallelismi con la grande bolla dei dot com.
Non sono in pochi gli analisti che colgono l’occasione per ricordare una delle regole universali della finanza, secondo la quale non sempre è importante essere i primi.
Dal momento che il mondo dell’intelligenza artificiale sta iniziando ora a mostrare il suo enorme potenziale sicuramente essere tra i primi ad investire comporterà importanti vantaggi, ma non dobbiamo dimenticare quello che ci ha insegnato l’esperienza ad esempio nel campo dei social media.
Spencer Greene di TSVC, nel corso di una intervista rilasciata a TechCrunch, ha ricordato che anche AltaVista e MySpace furono pionieri nel campo dei social media, ma oggi quelle società non contano più nulla e hanno lasciato campo libero agli attuali colossi come Instagram, Twitter, TikTok e via dicendo.
Ad ogni modo i timori legati alla possibilità che il boom delle intelligenze artificiali possa rivelarsi una bolla speculativa sono iniziati già nel 2018, quando qualcuno iniziava a prospettare questo scenario. All’epoca la bolla iniziava a gonfiarsi e qualcuno prevedeva che sarebbe esplosa nel giro di 5 anni.
In realtà però quello che stiamo vedendo oggi è uno scenario che si presenta in maniera piuttosto diversa. Non solo la bolla non è ancora esplosa, cinque anni dopo, ma continua a crescere con un ritmo perfino più sostenuto con la comparsa dei chatbot di ultima generazione come ChatGPT, e questo fa pensare che qualche preoccupazione probabilmente può essere messa da parte.
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