La crisi del mercato europeo dell’automobile continua ad aggravarsi, i dati pubblicati in questi giorni dall’Acea (Associazione dei costruttori europei) e relativi al mese di aprile non lasciano molti dubbi.

Una situazione in costante peggioramento quella in cui si trova l’industria dell’automotive del Vecchio Continente. Il 2022 non si apre certo nel migliore dei modi, ma il mese di aprile in particolare ha fatto registrare i numeri più preoccupanti, con un’auto immatricolata in meno ogni cinque rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Abbiamo invece due auto in meno ogni cinque se confrontiamo il dato di aprile 2022 con quello di aprile 2019, l’ultimo anno prima dell’emergenza Covid e dei vari lockdown e restrizioni imposti qua e là nei vari Paesi europei.

Acea: in Ue, Efta e Regno Unito -20,2% di immatricolazioni

I dati pubblicati dall’Acea dicono che nel mese di aprile nei Paesi Ue, Efta e nel Regno Unito sono state immatricolate in tutto 830.447 automobili, cioè il -20% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il numero indica anche un calo del -38,3% del numero di immatricolazioni rispetto al mese di aprile 2019.

Quella registrata il mese scorso è quindi la peggior performance di quest’anno, almeno per il momento, perché a pensarci bene non si vedono segnali che indichino un qualche cambio di direzione nel mese di maggio.

A partire dal mese di gennaio di quest’anno il mercato europeo dell’automobile ha continuato a subire una contrazione sempre più evidente. Il primo mese abbiamo avuto un calo delle immatricolazioni del -2,4%, che è diventato un -5,4% a febbraio, e un -18,8% a marzo.

Mercato dell’automobile sempre più in crisi, quali sono le cause?

La ricerca delle cause di una situazione così preoccupante non può che partire dalla gestione dell’emergenza Coronavirus. Imporre lockdown e severe restrizioni in chiave anti contagio non ha prodotto sostanzialmente nessun effetto positivo in tal senso ma ha innescato la più grave crisi economica dal dopoguerra, e il mercato dell’automobile è uno di quelli che ne pagano il prezzo più alto, ma tutt’altro che l’unico ad essere stato gravemente danneggiato.

Dalle restrizioni in chiave anti contagio alla crisi della supply chain il passo è stato breve, e per il mercato dell’automobile in particolare abbiamo visto un considerevole aumento dei tempi per avere la disponibilità del prodotto finito, con la crisi dei semiconduttori, le interruzioni sulla catena della componentistica, drasticamente peggiorata per via della gestione della crisi Ucraina che ha portato al conflitto in campo aperto con la Russia e alle sanzioni.

A tutto questo bisogna poi aggiungere la scarsa propensione all’acquisto dei consumatori, che tra inflazione e rincari sui carburanti attraversa un momento di pesante sfiducia, e il protrarsi della guerra in Ucraina con annesse sanzioni alla Russia non è certo d’aiuto.

La situazione peggiore in Italia: in aprile -33% di immatricolazioni

Non sorprende nessuno che a a registrare i dati peggiori in assoluto in tutta Europa per quel che riguarda l’andamento dell’industria dell’automobile sia l’Italia. Nel Bel Paese il mercato ha visto nel mese di aprile un calo del -33% delle immatricolazioni, quindi una situazione decisamente peggiore di quella che vediamo in Francia (-22,6%), Germania (-21,5%) e Spagna (-12,1%).

Il dato del primo quadrimestre ci mostra un calo del complessivo del -13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Facendo invece il confronto con il 2019 il calo risulta essere del -34,7%.

Rimanendo nel confronto tra il 2022 e il 2021, a registrare il peggior calo delle immatricolazioni nel primo quadrimestre dell’anno è ancora una volta l’Italia, con un -26,5%, poi Francia (-18,6%), Spagna (-11,8%), Germania (-9%) e Regno Unito (-5,4%).

Quali misure per la ripresa del mercato dell’automobile?

La situazione, come vediamo, è brutta, c’è poco da girarci intorno. Ma quali dovrebbero essere le soluzioni? Un piano vero e proprio non sembra nemmeno essere stato messo a punto, come lo stesso presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, sembra far notare.

“A tutto questo si aggiunge che non si vede al momento in ambito europeo quali specifici provvedimenti si intendano prendere per sostenere un settore strategico per l’economia dell’area come quello dell’automobile” ha dichiarato infatti Quagliano, “in Italia, per la verità, qualche cosa si è fatto adottando sia nel 2020 che nel 2021 incentivi per sostenere la domanda con effetti positivi, ma contenuti“.

In effetti il governo di Mario Draghi ha già introdotto in passato dei bonus e confermato incentivi analoghi per il 2022, come ad esempio l’ecobonus auto e moto. Guardando i dati però è evidente che si tratta di interventi tutt’altro che sufficienti o adeguati alla portata della crisi.

Secondo le stime del Centro Studi Promotor, gli incentivi che il governo italiano ha previsto per il 2022 “potranno determinare circa 200.000 immatricolazioni aggiuntive: un risultato apprezzabile, ma assolutamente insufficiente se si pensa che proiettando il dato dei primi quattro mesi sull’intero 2022 si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.117.000 unità, che diventeranno 1.317.000 con gli incentivi di cui si è detto, un livello lontano anni luce dai quasi 2.000.000 di immatricolazioni del 2019″.

Dello stesso parere Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, l’associazione dei costruttori europei operanti in Italia, il quale fa notare che “l’avvenuta pubblicazione del decreto sugli incentivi, a tre mesi dall’annuncio, è finalmente una buona notizia, ma non sufficiente a far ripartire velocemente il mercato, anche perché non sono ancora disponibili tutti i chiarimenti operativi necessari per orientare correttamente i concessionari”. Insomma la strada è lunga e si prospetta quanto mai in salita.

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