India Taj Mahal e cielo azzurro

Il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia prevede tra le altre misure che dovrebbero indebolire l’economia russa, anche il divieto da parte dei Paesi Ue di importare petrolio dalla Russia, seppur con alcune deroghe ed eccezioni.

Nel frattempo Mosca continua a rafforzare gli scambi a est, verso India e Cina, ed è infatti proprio da Nuova Delhi che arrivano proposte tese ad incrementare il commercio con la Russia, in particolare per quel che riguarda i prodotti energetici appunto.

Petrolio russo ‘in saldo’ per Cina e India

“Non è che noi cerchiamo apposta il petrolio russo” ha dichiarato pochi giorni fa il ministro degli Esteri indiano Subramanyam Jaishankar “prendiamo quello che costa meno. Sarebbe ora che gli europei la smettessero di pensare che i problemi loro siano problemi del mondo e che i problemi del mondo non siano affari loro”.

L’India ha infatti avviato una trattativa con il colosso statale russo Rosneft per aumentare del +100% le importazioni di petrolio da Mosca. D’altra parte per l’India si tratta di un vero affare dal momento che il petrolio russo viene venduto ad un prezzo inferiore di circa 20-30 dollari al barile rispetto ai prezzi di mercato.

Mentre in Italia i carburanti continuano ad aumentare arrivando a toccare, nonostante il taglio delle accise, i 2 euro al litro, in India fanno affari d’oro (nero). È vero che il divieto per i Paesi europei di importare petrolio dalla Russia scatterà solo a febbraio 2023, ma nel frattempo, come è naturale che sia in un contesto simile, Mosca si sta attrezzando per trovare nuovi acquirenti, e per farlo inevitabilmente guarda a est dove ci sono Cina e India.

Dirottare il petrolio peraltro è più facile che dirottare il gas, in quanto viaggia prevalentemente via nave, mentre per il gas servono le tubature. Il risultato è che da mesi ormai India e Cina, ma non solo, hanno incrementato gli acquisti di petrolio da Mosca, e pensare che già prima dell’inizio del conflitto armato tra Russia e Ucraina la Cina era il maggior acquirente di petrolio russo.

I dettagli dell’accordo tra Russia e India per raddoppiare le forniture di petrolio

Ora l’India si appresta ad incrementare l’import di petrolio dalla Russia, infatti gli accordi che dovrebbero essere siglati nei prossimi giorni saranno separati e in aggiunta alle spedizioni che Nuova Delhi già riceve da Mosca.

Sono però ancora in fase di negoziazione con le banche indiane tutti i dettagli su volumi e prezzi. Saranno infatti le banche indiane ad erogare i finanziamenti per gli acquisti dei nuovi carichi, acquisti che tra l’altro avverranno senza passare dai soliti intermediari.

Le raffinerie indiane acquisteranno infatti sempre più direttamente dai fornitori russi, e intermediari come la multinazionale anglo-svizzera Glencore, e Trafigura di Singapore, restano escluse dagli scambi proprio per via delle sanzioni occidentali.

Per le raffinerie indiane questo si traduce in profitti in continua crescita, profitti che negli ultimi mesi sono cresciuti rapidamente proprio grazie alla possibilità di acquistare petrolio russo a prezzi scontati.

I prodotti raffinati in India venduti in Usa e Ue

Una parte dei prodotti raffinati utilizzando il petrolio importato a basso costo dalla Russia grazie alle sanzioni occidentali viene poi venduta proprio a quei Paesi che hanno imposto le sanzioni. I prodotti vengono infatti esportati in parte in Europa e negli Stati Uniti.

Dall’inizio del conflitto armato tra Russia e Ucraina le raffinerie indiane hanno acquistato 40 milioni di barili di greggio russo, una quantità del 20% superiore rispetto a quella di tutto il 2021. Nel solo mese di maggio le importazioni di petrolio russo in India sono arrivate a 740 mila barili al giorno, mentre all’inizio dell’anno erano appena 34 mila al giorno.

Una manna dal cielo per l’India che si trova comunque ad affrontare una fortissima inflazione che ha toccato il 16% nel mese di aprile.

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