Non è andata molto bene quest’anno, quando le precipitazioni si sono ridotte drasticamente e diverse aree del centro nord in particolare hanno iniziato a soffrire per la carenza di acqua. Ne ha sofferto l’agricoltura e come di consueto ne hanno pagato le conseguenze i comuni cittadini, alle prese coi problemi della vita reale di tutti i giorni.
In realtà in Italia le precipitazioni non mancano affatto, quello che manca sono le infrastrutture necessarie per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua, e mancano gli interventi persino di manutenzione ordinaria su quelle esistenti, dai laghi artificiali ai bacini.
Ma ora vi è una improvvisa presa di coscienza, o almeno così sembrerebbe, e i gestori italiani del servizio idrico hanno deciso di investire nei prossimi anni circa 10 miliardi di euro per ‘contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici’. Si tratta in realtà di interventi che sarebbero comunque necessari, con o senza il pluricitato climate change.
Pronti 10 miliardi di euro da investire nel servizio idrico
La notizia dei 10 miliardi di euro di investimenti nel servizio idrico arriva direttamente da Utilialia, la Federazione che raggruppa 150 aziende del settore, che precisa che 3 miliardi andranno al Sud e alle isole, 4 andranno al Centro e 3 alle Regioni del Nord. Più di metà di questi 10 miliardi sarà investita già nel triennio 2022-2024.
Il sistema idrico funziona grazie all’impiego di oltre 100 mila lavoratori delle imprese federate che servono l’acqua all’80% dei cittadini italiani. Tra le principali imprese federate citiamo Smat Torino, MM, Cap, Iren, Hera, Veritas, Acea e Acquedotto Pugliese.
Dei 10 miliardi di euro di investimenti programmati, poco più di 6,5 miliardi sono destinati a interventi nei servizi di adduzione e distrubuzione, circa 2,5 miliardi sono ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione, e la restante parte, pari a circa 1 miliardo di euro, sarà utilizzata per interventi negli altri segmenti della filiera, tra cui captazione, potabilizzazione e dissalazione.
Utilitalia fa presente che con la realizzazione degli interventi in programma avremo una maggiore quantità di acqua disponibile, sia come acqua recuperata che come acqua supplementare prodotta, per un totale di circa 620 milioni di metri cubi secondo le stime.
In cantiere ci sono circa mille progetti, tra cui nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, ampliamento della rete fognaria e ammodernamento degli impianti di depurazione.
La notizia dei 10 miliardi di euro di investimenti destinati al potenziamento del sistema idrico italiano è stata commentata dalla presidente di Utilitalia, Michaela Castelli, che ha spiegato che “gli eventi siccitosi e quelli alluvionali hanno ormai una ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo”.
“Parliamo di maggiori sistemi di accumulo, produzione di risorse idriche complementari, di infrastrutture che favoriscano soluzioni orientate al riuso delle acque e di interventi sui sistemi di irrigazione e produzione, il tutto rafforzando la governance in un’ottica industriale, creando maggiori sinergie con altri usi e provvedendo ad una corretta ripartizione dei costi” ha poi aggiunto la presidente di Utilitalia.
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