I leader dei Paesi del G7 (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti e Canada) hanno finalmente raggiunto un accordo per studiare una strategia per imporre un tetto massimo al petrolio acquistato da Mosca.
Inoltre è stata confermata un’apertura per una strategia simile da applicare al gas. Il premier italiano, Mario Draghi, ha affermato che “ci si augura” un risultato sul price cap al gas già entro ottobre.
“E’ importante che la discussione sia solida, su base razionale e non sono psicologica. Questo non vuol dire che la psicologia non sia razionale. Tutti i leader concordano sulla necessità di limitare i finanziamenti a Putin, ma anche di rimuovere le cause dell’inflazione”.
“Abbiamo dato mandato con urgenza ai ministri su come applicare un price cap sul gas e sul petrolio. L’Ue accelererà il suo lavoro sul tetto al prezzo del gas, una decisione che accogliamo con favore”, ha aggiunto Draghi.
Basti pensare che solo nei primi 100 giorni di guerra la Russia ha già incassato più di 90 miliardi di euro, grazie all’esportazione di gas, petrolio e carbone.
Le misure che i Paesi occidentali hanno adottato fino ad ora hanno avuto l’effetto di sostenere le quotazioni e di incrementare gli incassi di Mosca. La misura sul petrolio è stata fortemente appoggiata dagli Stati Uniti, anche se in realtà il Paese non importa nemmeno una goccia di petrolio russo, in quanto totalmente autosufficiente.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che l’introduzione di un price cap sul gas da parte dei 7 Paesi dovrebbe essere prima discusso con la Gazprom. “Probabilmente cercheranno di modificare gli attuali contratti, ma ciò dovrebbe essere discusso”, ha affermato il portavoce.
Draghi ha poi aggiunto che “per ora è difficile capire cosa farà la Russia col gas, andiamo avanti cercando di prepararci, aumentando gli stock e gli investimenti nelle rinnovabili e anche gli investimenti nelle rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo”.
Nella dichiarazione finale del G7, poi, in merito al tema del petrolio, si legge: “per quanto riguarda il petrolio, prenderemo in considerazione una serie di approcci, comprese le opzioni per un possibile divieto completo di tutti i servizi che consentano il trasporto marittimo russo di petrolio greggio e altri prodotti petroliferi a livello globale, a meno che il petrolio non venga acquistato a un prezzo pari o inferiore a un tetto da concordare in consultazione con i partner internazionali”.
Anche il cancelliere tedesco è intervenuto sull’argomento, affermando che la questione dell’implementazione del price cap sul petrolio “è un obiettivo molto ambizioso, che richiede molti presupposti e che sarà legato a molto lavoro”.
Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha affermato che quella di introdurre un tetto massimo al prezzo del gas sarebbe un’ottima idea. Tuttavia lo stesso presidente ha aggiunto poco dopo che vi è una “difficoltà tecnica” nella sua attuazione.
Macron ha anche proposto di introdurre una misura simile per il gas russo, parlando poi di un dossier che dovrebbe essere affrontato nei prossimi mesi. “La nostra volontà è di poter permettere di controllare meglio i prezzi del gas e del petrolio, sia che si tratti di petrolio grezzo, sia che si tratti di prodotti trasformati”.
La portavoce della Commissione europea, Dana Spinant, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla possibile introduzione di un tetto al prezzo dell’energia, ha affermato: “da un lato il forte aumento dei prezzi del gas colpisce i consumatori, dall’altro fornisce risorse al regime di Putin, vogliamo affrontare questi due aspetti e stiamo esplorando il meccanismo per farlo”.
“Siamo pronti ad accelerare e agiremo presto, come abbiamo fatto con tutte le misure prese fino ad oggi sulle conseguenze della guerra”, ha concluso la portavoce.
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